venerdì 27 febbraio 2009

S'inaugura la sede dei "Progressisti Caivano"

Domenica 1° marzo, alle ore 10,30, si inaugura la nuova sede dei "Progressisti Caivano", in Via Gramsci n.5, vicino al distributore di benzina API.

giovedì 26 febbraio 2009

Gennaro Bruno, amministratore di Igica spa, finito nell'inchiesta parlamentare sui rifiuti...

In Consiglio comunale il sì unanime ad un acconto per i lavoratori della Sa.Ba., ormai fuori dai giochi dopo l'interdittiva antimafia e l'insolvenza del Comune
Via Mazzini, (in home piazza Matteotti) mercoledì sera
CASERTA - Mentre nel Consiglio comunale si consuma l'unanime atto di solidarietà di tutti gli schieramenti politici a favore di un acconto di 600 euro pro-capite per i lavoratori dipendenti della Sa.Ba. Ecologia di Beniamino Sabatino, ormai esautorata dai giochi gestionali della raccolta dei rifiuti nel capoluogo (dopo l'insolvenza dell'amministrazione Petteruti, che non ha saldato all'azienda vincitrice dell'appalto alcuna rata mensile, anche prima dell'interdittiva antimafia emessa dagli uffici del prefetto napoletano Alessandro Pansa) entra in scena a Caserta l'Igica spa.
Eccola: una società completamente "pubblica", come quella invocata anche da parte del centrodestra in Consiglio giovedì sera. Ha sede a Caivano, è di completa proprietà di quell'amministrazione locale guidata dall'azzurro Pippo Papaccioli, il medico "sosia di Bin Laden" che soccorse il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in occasione di un suo malore durante un comizio.Lo è diventata dopo essere stata, al 49% di Italia Lavoro.I lettori di www.casertace.it ricorderanno, a questo punto, il cognome "Raccuglia", lo stesso di Michele, amministratore delegato della Italia Lavoro spa che deteneva anche il 49% di Terra di Lavoro spa, oggi totalmente in capo alla Provincia guidata da Alessandro De Franciscis, società che ha assunto, tra tanti "figli e parenti di..." denunciati dall'alleanzino Giorgio Magliocca, anche Laura Raccuglia, sorella dell'ad di Italia Lavoro.
E' di pochi giorni fa la diffusione di un analitico report di Mario Mastrostefano sulla spa della Provincia, ripreso da alcuni quotidiani locali.Consulente di Terra di Lavoro (indicato da Mastrostefano, che così deve averlo letto negli atti di cui ha potuto avere copie, con una 'erre', Variale) sarebbe un tale Varriale. Salvo difficili omonimie, si tratterebbe di Salvatore Varriale, noto professionista napoletano, ex deputato (coinvolto anche nella Tangentopoli napoletana di 15 anni fa), oggi consigliere comunale azzurro a Napoli. Varriale è consulente di molte società, tra le quali l'Igica spa.
Cosa fa Papaccioli, una volta che il Comune di Caivano diventa titolare dell'intero pacchetto societario? Azzera il cda in carica. Diventa presidente tale Ottavio Raucci, pare a lui legatissimo. Amministratore delegato diventa Gennaro Bruno.Un nome non nuovo agli ambienti delle società della raccolta rifiuti in Campania, quello di Bruno. Perchè, nove anni fa, il suo nome entra negli atti della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.Dopo un mega-sequestro di oltre 11.600 fusti di rifiuti pericolosi, avvenuto a Pontinia nel 1997 durante un sopralluogo della Commisione, essa aveva deciso di costituire un gruppo di lavoro per "valutare l'esistenza o meno di una sorta di holding affaristico-criminale attiva sul territorio nazionale nel ciclo dei rifiuti". Il gruppo di lavoro raccolse centinaia di dati, incrociandoli in un database. "Dall'esposizione, infatti, emergono nettamente - è scritto negli atti - gli stretti rapporti che corrono tra società che operano nelle diverse fasi del ciclo dei rifiuti e, più concretamente, la riconducibilità delle stesse ad un ristretto giro di operatori, chiaro indice di un'assenza di trasparenza del settore e del delinearsi di un oligopolio tendente al monopolio. Va precisato che allo stato attuale il mercato dei rifiuti solidi urbani, per quanto attiene alle fasi della raccolta e del trasporto, è per il 65% circa direttamente gestito dagli enti locali (con aziende municipalizzate,aziende miste a controllo pubblico o in economia); la restante quota di mercato viene affidata in appalto a privati, peraltro con forme variabili. Alcuni appalti riguardano infatti le sole fasi di raccolta e trasporto, altri comprendono anche il servizio di spazzamento delle strade. Esistono poi enti locali che suddividono l'appalto a seconda del tipo di rifiuto da raccogliere. Va inoltre specificato che le società indicate nel presente documento non operano in via esclusiva nel settore dei rifiuti solidi urbani, avendo anzi rilevanti interessi nel settore dei rifiuti speciali, che garantisce peraltro guadagni assai maggiori, e sul quale si concentrano attività illecite di grande spessore".Nell'elenco c'è l'Elektrica."L'ELEKTRICA - scrive la Commissione Parlamentare d'inchiesta - , costituita nell'aprile del 1982, ha iniziato l'attività di trattamento rifiuti nel giugno del 1987. La sede è a Napoli in piazza Giovanni Bovio 33, vero e proprio quartier generale delle imprese legate alle famiglie Di Francia, La Marca e Gaeta, ma ancor più rilevante è notare come la sede amministrativa sia a Roma, in via Buccari 3, vale a dire il medesimoindirizzo della citata S.I.R. SRL (la società che gestiva la zona oggetto del mega sequestro di Pontinia, n.d.r.) . Il capitale sociale ammonta a lire 10 miliardi, così suddivisi in quote percentuali: il 34,37% a Francesco La Marca, il 25,44% a Giorgio Di Francia, il 17,56% a Salvatore Di Francia, l'8,63% a Domenico La Marca, il 4% a Pietro Gaeta, il 10% alla stessa ELEKTRICA (un particolare questo, di interesse, poichè indicativo di un'abilità al frazionamento e alla creazione di collegamenti societari a catena, n.d.r.)"."L'attuale amministratore unico - scrive ancora la Commissione Parlamentare d'inchiesta - è Gennaro Bruno, mentre, dei suindicati titolari di quote di capitale sociale, l'unico a figurare nella attuale composizione societaria è Pietro Gaeta, sindaco supplente diun collegio sindacale formato, per lo più, da appartenenti alla sua famiglia come Giulio Gaeta, presidente del collegio sindacale, e Guido Gaeta, sindaco. Tra coloro che hanno rivestito cariche nella ELEKTRICA, oltre agli azionisti di riferimento La Marca e Di Francia, compare anche Giuseppe Giordano, direttore tecnico sino al 28 aprile 1988 e, in quegli stessi anni, amministratore unico di quella INES SUD di Brindisi, oggi, come detto, gestita da Fiorillo ed Ugolini della SIR. La ELEKTRICA ha controllato direttamente, sino al 1996, la CETAN SRL, oggi una delle società satellite del gruppo italo-svizzero facente capo alla CELTICA AMBIENTE SRL, di cui si dirà in seguito. Nel 1998 il capitale sociale della CETAN SRL era detenuto al 95% da Giorgio Di Francia e Francesco La Marca; dal dicembre 1998, in corrispondenza del passaggio al gruppo CELTICA, presidente del Consiglio d'amministrazione è Patricia Vila Armangué, moglie dell'amministratore unico della CELTICA AMBIENTE SRL, Giulio Bensaja. Giorgio Di Francia, inoltre, ha rivestito la carica di amministratore delegato della SISTEMI AMBIENTALI SRL della Speziafino al 30 gennaio 1993; si tratta della società che ha gestito, sino al momento del sequestro giudiziario intervenuto nel 1997, la discarica di Pitelli, di cui questa Commissione si è già occupata con una specifica relazione".
Un lungo estratto degli atti parlamentari. Da aggiungere è che Gaeta resta un riferimento tra i consulenti della Igica spa di Caivano.
Che fa oggi l'Igica? Gestisce la raccolta dei rifiuti in alcuni Comuni. Per la verità, l'elenco che fornisce la società nel suo sito web non è completamente veritiero. A Marcianise non operano più loro, ma la Sa.Ba.. E a Villaricca la gara, l'Igica l'ha persa.Raccolgono rifiuti a Caivano, Casandrino, San Gennaro Vesuviano, Orta di Atella, Mugnano, San Giorgio a Cremano, Giugliano.Proprio a Giugliano, stamattina, è stato depositato un atto di pignoramento intentato contro l'Igica da un suo fornitore, forte di un decreto ingiuntivo e di una perizia giudiziaria che ne ha confermato le ragioni, dopo una serie di "accertamenti tecnici preventivi" attivati dalla società di Caivano. Il fornitore, pare, è intenzionato ritirare dal parco veicoli dell'Igica diverse decine di automezzi che le ha fornito a noleggio. Una circostanza che presumibilmente influirà non poco negativamente sulla capacità operativa della società.
Come opera l'Igica?Leggendo il loro sito, si evidenzia una completa adesione ai vari protocolli per la legalità, principalmente a quello con la prefettura di Napoli.
L'Igica e il Comune di CasertaLa società di Caivano non ha potuto partecipare alla gara poi vinta dalla Sa.Ba., irregimentata da una richiesta di requisiti assai particolaraggiati. Ora, però, potrebbe aspirare a concorrere a quella nuova, definita dal dirigente comunale Carmine Sorbo sulla scota di parametri diversi, qualcuno dice più limitati.In questi giorni di convulse consultazioni e incontri per affrontare l'incombente emergenza, a Palazzo Castropignano sarebbe arrivata una "ulteriore richiesta a essere invitata", evidentemente finora non tenuta in considerazione da Sorbo.Ciò che non valeva ieri, però, vale oggi.L'Igica sta operando a Caserta. Il Comune la pagherà (così dice l'ordinanza del sottosegretario emessa oggi: l'attività verrà svolta "in danno").
Su un primo sfondo di tutta questa vicenda, la legge cosiddetta 'Berlusconi': la numero 133/2008. L'articolo 23, comma 9, recita: "I soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non affidati mediante le procedure competitive di cui al comma 2, nonché i soggetti cui è affidata la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali degli enti locali, qualora separata dall'attività di erogazione dei servizi, non possono acquisire la gestione di servizi ulteriori ovvero in ambiti territoriali diversi, né svolgere servizi o attività per altri enti pubblici o privati, né direttamente, né tramite loro controllanti o altre società che siano da essi controllate o partecipate, né partecipando a gare". g.g.
venerdì 20 febbraio 2009

Fonte: Caserta c'è - http://www.casertace.it/home.asp?ultime_news_id=4282

lunedì 16 febbraio 2009

Le dimissioni di Papaccioli


Pubblico, naturalmente per i posteri, le dimissioni ufficiali del Sindaco Papaccioli. Si potrebbero fare molti commenti, ma mi astengo.

Sollecito invece una Vostra riflessione specifica su alcuni punti:


1) "situazione di stallo";


2) "restituire ai Partiti e ai Consiglieri Comunali ... il giusto e legittimo esercizio democratico del proprio ruolo..";


3) "continue e ripetute pressioni psicofisiche...".

venerdì 13 febbraio 2009

Oscura regia o acuta stupidità????

Dietro l'ennesimo colpo di scena, consumatosi tra ieri sera e stamattina, c'è o una oscura regia o un'acuta stupidità.
Tra l'ennesima mancanza di firme per determinare lo scioglimento del consiglio comunale di Caivano e le dimissioni poi date dal Sindaco Papaccioli si può nascondere una regia mirata che ha fatto ritardare, differire, indispettire, inficiare, proprio per costringere il Sindaco a dimettersi per guadagnare i famosi 20 giorni di tempo, per poi ritirarle e dire "tutto va bene Madama la Marchesa". O c'è la stupidità di chi pensa che i numeri e la loro somma possano supplire alla mancanza di politica, nelle sue articolazioni di curare l'oggi e programmare il futuro.
Purtroppo, oscura e/o fine regia, o acuta e/o bassa stupidità, il risultato finale è esattamente l'unica cosa che bisognava evitare... tirare a campare e non determinare il voto anticipato a giugno.
Qualcuno dovrà assumersene le responsabilità.
Quando si accorgerà dell'errore, ahinoi, sarà troppo tardi...

domenica 8 febbraio 2009

Siamo al paradosso...

Ormai siamo al "Paradosso caivanese".
L'opposizione, nonostante i partiti hanno confermato la volontà/necessità di mandare a casa l'Amministrazione Papaccioli, nei fatti non ha ancora (almeno non le ha come invece le ha avute la prima volta) 16 firme di dimissioni di altrettanti consiglieri comunali. Per contro il Sindaco non ha nei fatti 16 consiglieri disposti a continuare a voler amministrare il nostro Comune. Ultimo in ordine di tempo il manifesto affisso stamani dall'UDC: un giudizio impietoso sul Sindaco e l'Amministrazione, poi, una serie di condizioni per rilanciare l'azione politico-amministrativa da inizio legislatura o addirittura da campagna elettorale.
Ora, delle due l'una: se il Sindaco accetta quelle condizioni, attesta ufficialmente che fino a questo momento non solo non ha fatto niente, ma le poche cose che ha fatto le ha fatto male; se non le accetta, credo, se veramente quello che si scrive ha senso (e non ho dubbi che per l'UDC lo sia), che l'UDC sarà la prima a sostenere lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale.
C'è in tutto questo un piccolo problema: il tempo. Se, come penso, l'Amministrazione Papaccioli non ce la può fare (stante la situazione data che è stata la risultante evidente dell'autolesionismo del Sindaco), allora perchè non sciogliere entro la fine di questo mese, consentendo ai cittadini di Caivano di votare entro giugno p.v.
Se così non fosse, dovremo sopportare un governo cittadino che si trascinerebbe per un altro anno senza affrontare, purtroppo, i grandi problemi che ha già Caivano che potrebbero ulteriormente aggravarsi.
Non ci vuole molto a capirlo, serve solo un pò di "sale" in zucca.

giovedì 5 febbraio 2009

Commerciante abbandonata dal Governo e da chi dirige il paese

“Non posso pagare più tasse. Nove rapine in pochi anni e i politici se ne fregano.”

Nono raid nella mia macelleria. Martedì 12 Agosto si è consumata la nona rapina. Un uomo, con in macchina un bambino di circa 5 anni, ha rapinato il mio negozio, portandomi via altri 1000 euro. Ma ci rendiamo conto? Intanto, chi fa capo al Governo se ne frega. Magari neppure lo sanno.
Ne il Governo, ne i politici locali si sono fatti vivi. Vergogna! E’ la nona rapina che subisco e nessuno prende provvedimenti. Non avete anima!
Per trattare gli onesti cittadini in questo modo vuol dire che chi è al potere non ha cuore, non ha figli ne famiglia. In nessun altro paese esiste criminalità come nel mio. Sono alla nona rapina. E’ un record! Eppure nessuno prende provvedimenti. Niente di niente! Silenzio! Solo silenzio dallo Stato, dai politici locali, dall’Ascom.
Noi cittadini siamo stanchi di questa vita. Siamo stanchi di essere considerati come pulci da schiacciare! I politici ci hanno offerto alla criminalità su un piatto d’oro. Oltre il danno, la beffa: la prossima settimana il nostro comune offre una festa di fine estate. Mi viene da piangere dalla rabbia! Cosa c’è da festeggiare, con tutti i problemi che ci circondano? Cosa c’è da festeggiare con un degrado così spaventoso? Sono indignata!
Dov’è lo Stato? Dove sono i nostri politici? Sempre presenti in campagna elettorale, a dispensare false promesse.
Allora io dico ai “cari” politici: io non posso più pagare tasse perché non ho soldi! Non guadagno tanto, anzi! E non posso pagare contemporaneamente le tasse allo Stato ed il resto alla criminalità! Lo Stato ha il dovere di garantire sicurezza a me e alla mia famiglia (in quanto cittadini), piuttosto che ai delinquenti, che ormai sono cautelati più di noi!
Ecco perché i commercianti, nella disperazione, si rivolgono a “persone sbagliate”: perché vengono protetti! E’ paradossale! Ma io non voglio arrivare a questo.
Spero, perciò, che i commercianti di Caivano capiscano che sarebbe un bene unirsi al Comitato Civico. Questi ragazzi si che combattono per noi! E tutto senza elemosinare voti. Senza nessun interesse. Loro sono stati gli unici a starci vicini.
Se non ci uniamo, chissà che fine ci faranno fare!
Chi non è in grado di fare il capo famiglia del paese, andasse a casa e desse spazio a chi è capace!
Ho scritto a tutti i politici, e scriverò anche a Berlusconi. Voglio sapere chi mi deve cautelare e soccorrere in uno stato di calamità così grave?

Tondi Fortuna
Titolare di una macelleria.
Cittadina di Caivano

domenica 1 febbraio 2009

Progettare il futuro facendo scelte mirate nel presente

La crisi economica sta attanagliando la nostra terra in tutti i settori. In Campania 40000 imprese a rischio chiusura, molte sono già fallite. Anche l’agricoltura rischia e non sfuggono al disastro neppure i centri commerciali che, dopo l’ubriacatura generale della loro confusa crescita, incominciano a chiudere o a segnare il passo. Le famiglie arrancano sotto la difficoltà di non avere soldi a sufficienza per arrivare tranquillamente alla fine del mese. Le fasce deboli, già in difficoltà prima, vivono un progressivo processo di impoverimento.
In questo quadro, fosco al nord, ma drammatico al sud, non ci sono scelte forti da parte del governo centrale e, in più, verrebbe da chiedere conto ai parlamentari del centrodestra, si spostano le risorse dei fondi FAS dal sud al nord.
Intanto tutti parlano con entusiasmo del “new deal” verde di Obama, che, appena eletto, in tre giorni, capovolge la politica americana e sceglie di investire nelle tecnologie verdi per salvare il pianeta e l’economia americana.
Non ci è sfuggita l’interessante nota di Luigi Nicolais apparsa su Il Mattino del 20 gennaio u.s. dal titolo “Una ricetta verde per la Campania”. Ma il suo invito ad aprire un dibattito ovviamente è caduto nel vuoto e il dibattito politico ristagna intorno a questioni che non meritano neppure di essere ricordate. Neppure il dibattito che si è sviluppato nella “società civile” sembra proiettato verso le scelte da fare per il futuro.
Dalla grave crisi economica e morale si può uscire in due modi. O difendendo più o meno l’esistente o puntando a “progettare” il futuro.
L’impostazione data da Nicolais punta sicuramente sul secondo modo e, al di là dei massimi sistemi legati al richiamo ad Obama, c’è un terreno più circoscritto di sperimentazione del futuro altrettanto interessante.
Lascio da parte la polemica sul dualismo “ambientalismo del fare” e su quello del “no”. E’ un falso problema legato più ai ritardi della politica nell’affrontare preventivamente le questioni. Mi interessa piuttosto guardare in avanti, a quella che Jeremy Rifkin ha definito “la terza rivoluzione industriale”, incentrata su tre pilastri: energia da fonti rinnovabili, tecnologia dell’accumulazione dell’energia prodotta (idrogeno), reti energetiche intelligenti che sanno gestire i surplus o le deficienze. Mi interessa lo sviluppo di una “economia parallela” incentrata sulla ricerca, nell’industria ecocompatibile, nell’agricoltura “buona, pulita e giusta”, nell’edilizia sostenibile a risparmio energetico, nel turismo, nell’istruzione e nella cultura, nella qualità della vita. Mi interessa che, anche approfittando dell’opzione federalista, non si ci concentri però solo sulle “green technologies” ma ci possa essere un modello culturale, umanistico e filosofico, di diverso tipo che si richiami ai valori di Bruno e Campanella, perché resti agganciato ad una cultura meridionalista che ama la vita e non solo “la produttività legata al dio denaro”. Insomma non bisogna solo riconvertire in senso ecologico l’economia, ma c’è bisogno di riconvertirla anche sul piano culturale, legandola ai valori del pensiero umanistico e filosofico proprio della tradizione meridionale.
E’ una rivoluzione copernicana che fa riferimento a quello che il Sud ha sempre prodotto sul piano culturale, prima ancora che tecnologico. Solo così le tecnologie sarebbero veramente al servizio dell’uomo e della natura e non invece come è accaduto fino adesso al servizio solo del “profitto” di pochi.
Ci può essere utile, a tal proposito, quello che Cesare Pavese (piemontese doc) scriveva all’editore Giulio Einaudi: “…Egregio Editore, è venuta l’ora di dirVi, con tutto il rispetto, che fin che continuerete con questo sistema di sfruttamento integrale dei Vostri dipendenti, non potete sperare dagli stessi un rendimento superiore alle loro possibilità. C’è una vita da vivere, ci sono delle biciclette da inforcare, marciapiedi da passeggiare e tramonti da godere. La natura insomma ci chiama, egregio Editore; e noi seguiamo il suo appello…” (Mario Mastropaolo – Libro d’amore e d’anachia - 2009).
Certo bisogna concentrare tutte le risorse disponibili su questi obiettivi e, il metodo della partecipazione democratica è fondamentale per far ridiventare i cittadini (organizzati e non genericamente intesi) protagonisti del futuro che si vuole costruire.
Ma non si può progettare il futuro senza partire dal dare un segnale forte nel presente, con scelte coraggiose e, in alcuni casi, draconiane (ad esempio sul traffico, che non significa genericamente la chiusura di qualche strada o luogo, ma sviluppare una vera e propria politica di riduzione dell’uso dei veicoli privati).
Si può partire già da 4-5 punti programmatici forti.
Insomma bisogna partire dal presente (le bonifiche in particolare) per progettare il futuro. Così risponderemmo anche all’importante sollecitazione del Capo dello Stato “sull’impoverimento culturale e morale” delle classi dirigenti meridionali. Abbandonando sterili discussioni sulle persone e sviluppando un dibattito ampio e partecipato sul futuro, trasformando i partiti da consorterie ad “atelier del futuro”.
Io sono pronto. Chi altri lo è?
Enzo Falco