martedì 29 dicembre 2009
I Regi Lagni, da simbolo del degrado a simbolo della rinascita
La vita di un territorio, così come quello delle persone, è caratterizzato da elementi simbolici. Quello di Caivano è sicuramente rappresentato dai Regi Lagni (la più grande opera idraulica mai fatta dall’uomo). Quando furono realizzati consentirono la trasformazione della palude, carica di malaria e cose negative, in una delle terre più fertili della Campania felix. La regimentazione delle acque nei canali da problema si trasformò in opportunità, perché l’uomo governava un fenomeno negativo trasformandolo in risorsa. L’acqua che rendeva paludoso il territorio, una volta ricondotta entro i canali, bonificava il terreno e, poteva essere utilizzata opportunamente nei momenti di siccità per l’irrigazione o, raccolta nelle vasche, per la macerazione delle canapa. La coltura della canapa era, infatti, rigogliosissima e, al di là del latifondo e di un lavoro durissimo, c’era, per l’epoca storica, una buona economia e saldi principi etici legati profondamente alla cultura contadina, povera ma dignitosa.
Poi arrivò il mito della industrializzazione; le aree industriali crescevano a dismisura sotto l’impulso dei finanziamenti a imprenditori non sempre seri che predevano i soldi e poi scappavano; poi arrivò per molti comuni la speculazione edilizia senza i servizi fognari e i Regi Lagni si trasformarono in una fogna a cielo aperto. Non bastarono i diversi depuratori, né l’idea malsana di cementificarne gli argini. Poi la stessa agricoltura si trasformò in una sorta di piccola industria dove il senso del produrre non era più il cibo per l’alimentazione umana, sicuro e saporito, ma produrre di più e a più basso costo, come se i friarielli fossero bulloni, pezzi meccanici e non cose buone per sé e per i propri figli. Gli effetti devastanti sono, ancora oggi, i cibi avvelenati dalle plastiche bruciate e l’azzeramento di un paesaggio agricolo tra i più belli mai visti, caratterizzato dalle “viti maritate ai pioppi”, segnate ancora sulle antiche mappe.
Da lì il degrado ambientale, da lì il degrado politico, sociale e culturale.
La domanda che si pone è: era inevitabile tutto questo? come è potuto accadere?
Ho sempre creduto che la politica e l’amministrazione siano state fortemente responsabili di tale degrado, ma continuo a pensare che c’è anche una responsabilità collettiva. Una comunità è tale se preserva ciò che ama dal degrado e se è protagonista, dal semplice voto ad un candidato alla funzione civile e sociale che deve sempre esprimere. E’ un atto d’amore che deve esprimere verso la propria terra, verso se stesso e verso i propri figli.
Da questo nessuno può sfuggire.
In primis, ovviamente, la classe politica. Poi a seguire chi ha maggiori possibilità di discernere il bene dal male: insegnati, professionisti, intellettuali, le forze sociali, i giovani…
Come scriveva Roberto Ciuni, per Napoli, su “Il Mattino”: “… ha bisogno di cambiare l’atteggiamento dei suoi punti di leadership… ha bisogno che queste plasmino in termini moderni, attuali, una forma mentis popolare arretrata, ferma alla mano tesa. Perché soltanto un movimento popolare può cambiare gli uomini al vertice e così cambiare le cose...."
Ora c’è un progetto di riqualificazione dei Regi Lagni che la Regione ha messo in campo che, sulla carta e per la dotazione economica di partenza, sembra un’ottimo punto d’attacco. Ne abbiamo parlato con l’Assessore Nappi in occasione del Terra Madre Day sui “fagioli ai tempi della canapa”.
Ma se un Ente, anche autorevole, interviene sul nostro territorio, c’è bisogno che la cosa non passi sulla nostra testa, ma che la comunità caivanese stessa diventi protagonista di questo processo di riqualificazione. E’ di pochi giorni fa la notizia di carcasse di agnelli gettate in modo criminale nel canale e lungo le ripe. Insomma c’è la necessità di esprimere un nuovo e diverso protagonismo, anziché essere passivi spettatori di “una cosa che passa”.
Sarebbe, questa volta, davvero grave e irreparabile. Un’altra, l’ennesima, occasione mancata.
Facciamo in modo che tutto questo non accada mai più.
Chi in queste ore sta decidendo schieramenti e candidati sindaci rifletta bene, rifletta molto….
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venerdì 25 dicembre 2009
Da "Libro d'amore e d'anarchia di Mario Mastropaolo
“Quando tutti avranno smesso di spiegare il perché delle cose,
solo allora capiremo che la luna esiste per partecipare ad un incontro d’amore,
la risacca per ricordare la pulsazione dell’universo
e la sinfonia, il suono registrato dall’ anima, di un mare in tempesta.
Perché solo quando finiscono i perché delle cose,
emerge il mondo dell’essere.
Tutto è.
Un movimento costante, infinito,
di una pulsazione,
di un cuore che consente attraverso un battito,
il movimento della vita”
Auguri a tutti di Buon Natale e Felice Anno Nuovo...
solo allora capiremo che la luna esiste per partecipare ad un incontro d’amore,
la risacca per ricordare la pulsazione dell’universo
e la sinfonia, il suono registrato dall’ anima, di un mare in tempesta.
Perché solo quando finiscono i perché delle cose,
emerge il mondo dell’essere.
Tutto è.
Un movimento costante, infinito,
di una pulsazione,
di un cuore che consente attraverso un battito,
il movimento della vita”
Auguri a tutti di Buon Natale e Felice Anno Nuovo...
venerdì 11 dicembre 2009
I fagioli del "cannavale"... i Regi Lagni... il futuro di Caivano
Enzo Falco intervista Gianfranco Nappi, Assessore Regionale all'Agricoltura, nel giorno di Terra Madre Day il 10 dicembre al Teatro Caivano Arte, dopo le straordinarie suggestioni della proiezione del film-documentario di Ermanno Olmi.
E' il giorno che celebra il legame privilegiato con il territorio, e l'Assessore ringrazia Carlo Petrini e Slow Food perchè "Terra Madre è l'iniziativa di globalizzazione buona". La dimostrazione che la rete è un moltiplicatore di amicizie per le idee che rappresenta Slow Food, e l'invito a tutte le Comunita del cibo della Campania ad essere presenti al Salone del Gusto di Torino nel 2010.
Caivano sarà coinvolta dal progetto che attiene al risanamento dei Regi Lagni, l'opera di ingegneria idraulica compiuta dai Borboni, e che necessita di una grande opera di risanamento ambientale con i suoi 500 km di canali. Già nel 1987 in un convegno a Nola - ricorda Nappi - si sognava la navigabilità dei Regi Lagni, ed oggi il progetto sta per diventare realtà, in un'area ostile che "non sentiamo più nostra, come pezzo di storia e di territorio". Il tempo previsto alla realizzazione è di 10 anni, in un count-down visibile che dia l'urgenza del tempo che passa. E la rete sarà utile a controllare e a partecipare. Nel progetto è inserito anche il recupero del Real Sito di Carditello, dove sarà inaugurato l'orto della biodiversità a cura dell'Università Federico II, dove decine e decine di ortaggi, legumi, e prodotti orticoli saranno coltivati in un grande giardino della conservazione di secoli di sapienza e di cultura agricola, un orto botanico del Mediterraneo dove visitare, acquistare e assaggiare i prodotti. Ritornando sui Regi Lagni, contestualmente al risanamento si comincerà ad alberare, a ricostruire il bosco e a dare adeguata attenzione al sistema di depurazione. "Un appello ai Comuni a ridosso di quest'area, segnalate le aree interessate per ricomprenderle nel progetto organico", l'agricoltura, afferma Nappi, ha bisogno di anni per restituirla ad una dimensione ambientale corretta. Il cruccio è di non aver difeso abbastanza il territorio, la pressione omologatrice della grande distribuzione e la massificazione pubblicitaria hanno mancato la cura necessaria a prodotti alimentari dimenticati: "il nostro futuro è nel piatto di fagioli che mangeremo dopo".
I "fagioli del cannavale", spiega Franco Mugione dell'azienda Futuragricola 2000, si arricchivano del nutrimento dato al terreno dalle foglie di canapa coltivata nella medesima area, e che, dopo la “spenta”, sistema di battitura degli steli per liberarli dalle foglie, fertilizzavano il territorio. Dopo 60 anni che non si producevano più, li assaggiamo come zuppa accompagnati da scarole, o insieme alla pasta in versione bianchi o rossi. E sono fagioli gustosi, morbidi, saporiti, in abbinamento a 'o vino piccerillo, prodotto da un'uva locale a bacca rossa allevata maritata a pioppi, dal sentore di fragola fresca e di buona acidità.
Poichè "le idee buone camminano sulle gambe degli uomini", raccomanda Falco, "di molti uomini e molte donne, dalle comunità che hanno il compito di costruire il futuro per sè e per le generazioni future", che il 10 dicembre, giorno di Terra Madre Day; che la Madre Terra sia propizia per tutti!
(Articolo e foto a cura di Michela Guadagno)
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sabato 5 dicembre 2009
i fagioli ai tempi della canapa....
Dopo la coltivazione della canapa c’era una volta la coltivazione dei fagioli. Si chiamavano i “fagioli del cannavale” ed erano, così come ce lo raccontano gli anziani, davvero straordinari. Si arricchivano del nutrimento che il terreno aveva dalle foglie di canapa che, dopo la “spenta” (un sistema di battitura degli steli per liberarli dalle foglie), fertilizzavano il terreno. Erano 60 anni che non si producevano più. Molti ne hanno sentito parlare, ma non li hanno mai assaggiati… Era tempo di riprenderne la produzione. L’Azienda agricola Futuragricola 2000 di Franco Mugione, dopo l’esperimento della canapa, ha ripiantato i fagioli di cui gli aveva parlato il padre.
Ma come spesso abbiamo detto l’agricoltura non può non essere vissuta, così come lo è stato per secoli, anche come grande àncora di salvezza dal punto di vista ambientale. “Potranno “i fagioli del cannavale” – afferma Enzo Falco, ispiratore di tutte queste iniziative - salvare il nostro territorio sempre più avvilito da emergenze ambientali che interessano direttamente la salute dei nostri cittadini? Può l’agricoltura biologica salvare la qualità dei nostri prodotti agricoli? Bisogna sperimentare nuove forme d’acquisto collettivo, attraverso i gruppi d’acquisto solidali, per dare più soldi agli agricoltori/produttori e far risparmiare i consumatori? Di tutte queste cose ne parleremo nell’ambito del più grande evento internazionale sull’agricoltura e sugli agricoltori “custodi”, cioè “Terra Madre Day” organizzato da Slow Food Internazionale”
E quale straordinaria occasione per vedere finalmente in una sala il grande film/documentario di Ermanno Olmi su “Terra Madre”? Il più grande atto d’amore, dopo “L’albero degli zoccoli” all’agricoltura, alla Terra, Madre di tutti noi…. Il regista, infatti, ci racconta degli ultimi tre convegni di Terra Madre a Torino. In quelle occasioni (e in particolare nel 2006) Carlo Petrini, ideatore di Slow Food, è riuscito a far giungere nel capoluogo piemontese persone che, in ogni angolo del mondo, la terra la amano, la coltivano e, soprattutto, la rispettano. E’ un documentario di denuncia quello di Olmi. Denuncia contro le sopraffazioni che anche in questo campo non si scontrano con i rigori della legge perché è il Dio Mercato che detta le non regole del liberismo più sfrenato. Ma non è solo questo. Olmi porta sullo schermo un atto di amore profondo che passa dall’elegia sulla vita a contatto con la Natura alla rispettosa e quasi invidiosa riflessione sulla vita di un uomo che ha avuto il coraggio di abbandonare la civiltà dei consumi per scegliere di vivere in un modo radicalmente diverso. Olmi ci ricorda anche che qualcuno ha pensato di preservare, nel Nord del nostro continente, i semi che rischiavano di scomparire in modo definitivo creando una sorta di Giardino dell’Eden nel ghiaccio. La Cineteca di Bologna, che è intervenuta nella produzione, è sicuramente consapevole di avere contribuito a creare un film che è un seme. Il suo compito è ora quello di conservarlo ma anche di metterlo a dimora ovunque sia possibile perché faccia maturare quel frutto prezioso che è la consapevolezza. È proprio vero, come dice la guru indiana dell' agricoltura, Vandana Shiva, che i bambini americani obesi e quelli africani scheletrini sono il prodotto di uno stesso sistema di sfruttamento alimentare.
Il dato più importante del Terra Madre Day sarà la centralità del “mangiare locale” e l'affermazione di alcuni punti chiave:
• il cibo è un diritto di tutti
• ogni popolo deve poter decidere cosa coltivare e cosa mangiare (sovranità alimentare)
• l'agricoltura di piccola scala, delle comunità locali, è il futuro
• la biodiversità agricola, alimentare e culturale deve essere preservata
• tra agricoltura e ambiente deve esserci una forte correlazione (l'agricoltura non più essere considerata un comparto economico, produttore di materie prime, sottoposto alla legge della domanda e dell'offerta)
• il commercio deve essere equo, solidale e sostenibile, cioè di prossimità.
A Caivano, il 10 dicembre, al “Cinema Teatro Caivano Arte”, a partire dalle 17,00, fino alle 21,00, avremo di seguito:
- La proiezione del film di Ermanno Olmi (unica possibilità di vederlo visto che non sarà distribuito nelle sale);
- Una mostra mercato di prodotti biologici;
- Utili indicazioni su come costituire e come funziona un gruppo d’acquisto solidale;
- Un’intervista a tutto campo di Enzo Falco all’assessore regionale all’agricoltura, Gianfranco Nappi, sul tema “L’agricoltura può salvare il nostro territorio?”;
- Infine l’assaggio, dopo 60 anni, in diverse modalità, dei “fagioli del cannavale”, cucinati dall’Hotel Ristorante “Il Roseto”.
Insomma un ennesimo atto d’amore nei confronti di Caivano… che l’Associazione “Amici di Ideacittà”, in collaborazione con “La Fonte Gruppo d’Acquisto Solidale”, la Regione Campania, Slow Food Campania, Cinema Teatro Caivano Arte, Futuragricola 2000 e Ristorante Hotel Il Roseto, vuole fare.
Attenzione: l’accesso è libero ma bisogna prenotarsi inviando una mail con i propri dati all’indirizzo: enzo.falco2@gmail.com
Ma come spesso abbiamo detto l’agricoltura non può non essere vissuta, così come lo è stato per secoli, anche come grande àncora di salvezza dal punto di vista ambientale. “Potranno “i fagioli del cannavale” – afferma Enzo Falco, ispiratore di tutte queste iniziative - salvare il nostro territorio sempre più avvilito da emergenze ambientali che interessano direttamente la salute dei nostri cittadini? Può l’agricoltura biologica salvare la qualità dei nostri prodotti agricoli? Bisogna sperimentare nuove forme d’acquisto collettivo, attraverso i gruppi d’acquisto solidali, per dare più soldi agli agricoltori/produttori e far risparmiare i consumatori? Di tutte queste cose ne parleremo nell’ambito del più grande evento internazionale sull’agricoltura e sugli agricoltori “custodi”, cioè “Terra Madre Day” organizzato da Slow Food Internazionale”
E quale straordinaria occasione per vedere finalmente in una sala il grande film/documentario di Ermanno Olmi su “Terra Madre”? Il più grande atto d’amore, dopo “L’albero degli zoccoli” all’agricoltura, alla Terra, Madre di tutti noi…. Il regista, infatti, ci racconta degli ultimi tre convegni di Terra Madre a Torino. In quelle occasioni (e in particolare nel 2006) Carlo Petrini, ideatore di Slow Food, è riuscito a far giungere nel capoluogo piemontese persone che, in ogni angolo del mondo, la terra la amano, la coltivano e, soprattutto, la rispettano. E’ un documentario di denuncia quello di Olmi. Denuncia contro le sopraffazioni che anche in questo campo non si scontrano con i rigori della legge perché è il Dio Mercato che detta le non regole del liberismo più sfrenato. Ma non è solo questo. Olmi porta sullo schermo un atto di amore profondo che passa dall’elegia sulla vita a contatto con la Natura alla rispettosa e quasi invidiosa riflessione sulla vita di un uomo che ha avuto il coraggio di abbandonare la civiltà dei consumi per scegliere di vivere in un modo radicalmente diverso. Olmi ci ricorda anche che qualcuno ha pensato di preservare, nel Nord del nostro continente, i semi che rischiavano di scomparire in modo definitivo creando una sorta di Giardino dell’Eden nel ghiaccio. La Cineteca di Bologna, che è intervenuta nella produzione, è sicuramente consapevole di avere contribuito a creare un film che è un seme. Il suo compito è ora quello di conservarlo ma anche di metterlo a dimora ovunque sia possibile perché faccia maturare quel frutto prezioso che è la consapevolezza. È proprio vero, come dice la guru indiana dell' agricoltura, Vandana Shiva, che i bambini americani obesi e quelli africani scheletrini sono il prodotto di uno stesso sistema di sfruttamento alimentare.
Il dato più importante del Terra Madre Day sarà la centralità del “mangiare locale” e l'affermazione di alcuni punti chiave:
• il cibo è un diritto di tutti
• ogni popolo deve poter decidere cosa coltivare e cosa mangiare (sovranità alimentare)
• l'agricoltura di piccola scala, delle comunità locali, è il futuro
• la biodiversità agricola, alimentare e culturale deve essere preservata
• tra agricoltura e ambiente deve esserci una forte correlazione (l'agricoltura non più essere considerata un comparto economico, produttore di materie prime, sottoposto alla legge della domanda e dell'offerta)
• il commercio deve essere equo, solidale e sostenibile, cioè di prossimità.
A Caivano, il 10 dicembre, al “Cinema Teatro Caivano Arte”, a partire dalle 17,00, fino alle 21,00, avremo di seguito:
- La proiezione del film di Ermanno Olmi (unica possibilità di vederlo visto che non sarà distribuito nelle sale);
- Una mostra mercato di prodotti biologici;
- Utili indicazioni su come costituire e come funziona un gruppo d’acquisto solidale;
- Un’intervista a tutto campo di Enzo Falco all’assessore regionale all’agricoltura, Gianfranco Nappi, sul tema “L’agricoltura può salvare il nostro territorio?”;
- Infine l’assaggio, dopo 60 anni, in diverse modalità, dei “fagioli del cannavale”, cucinati dall’Hotel Ristorante “Il Roseto”.
Insomma un ennesimo atto d’amore nei confronti di Caivano… che l’Associazione “Amici di Ideacittà”, in collaborazione con “La Fonte Gruppo d’Acquisto Solidale”, la Regione Campania, Slow Food Campania, Cinema Teatro Caivano Arte, Futuragricola 2000 e Ristorante Hotel Il Roseto, vuole fare.
Attenzione: l’accesso è libero ma bisogna prenotarsi inviando una mail con i propri dati all’indirizzo: enzo.falco2@gmail.com
mercoledì 2 dicembre 2009
Risultati finali del sondaggio...
Vince a sorpresa Pasquale Sullo il sondaggio come candidato Sindaco del Centrosinistra.121 i voti per lui contro i 114 di Enzo Falco. Forse scontato, ma non troppo, il risultato del Centrodestra che vede Pippo Papaccioli prevalere con 46 voti su Peppe Celiento che si è fermato a 39. Interessante il dato su "altri" che, mentre per il Centrosinistra è un "fisiologico" 37 voti, per il Centrodestra supera con 57 voti anche lo stesso Papaccioli. Interessante il dato complessivo dei "partecipanti" 525 votanti, buono per essere la prima volta ma assolutamente insufficienti per una reale partecipazione alle sorti della nostra cittadina. Quello della partecipazione è e rimane la vera sfida per le nostre comunità e per il prossimo Consiglio comunale, maggioranza e minoranza. La sfida della nostra modernità passa solo ed esclusivamente attraverso una partecipazione più attiva e consapevole dei cittadini...
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