giovedì 23 agosto 2012

Se gli assessori non sanno cosa fare…

Ormai non mi meraviglio più di niente, eppure avere a Caivano quattro assessori che non sanno cosa fare perché nonostante siano stati nominati da un po’ di tempo non hanno ancora la dovuta attribuzione delle deleghe, determinano una situazione paradossale insostenibile. E quindi non sanno cosa fare. “E noi paghiamo”, direbbe Totò, il principe della risata. Ma qui c’è poco da ridere. Ma non si poteva aspettare per la nomina dei nuovi assessori (tra i nuovi (due sono in realtà usati) quattro assessori spicca anche il dott. Francesco Casaburo, ad ulteriore testimonianza del “trasformismo imperante” che grava sulla politica caivanese, candidato a Sindaco perdente contro Tonino Falco a cui ha detto di cotte e di crude, probabile futuro suo vicesindaco) che fossero definiti tutti i tasselli, anche quelli di cui alle deleghe da assegnare? E’ possibile avere assessori senza delega che rappresentano, nei fatti, un costo per la collettività assolutamente ingiustificato? Peraltro tutti maschi in aperto dispregio delle stesse regole che il Comune si è dato con lo Statuto comunale. Ricordiamo le recenti sentenze che hanno fatto decadere le Giunte perché non rappresentative della parità di genere. Possibile che la Corte dei Conti non possa/debba intervenire su un tale palese dispendio di risorse pubbliche? In un momento, peraltro, di grave crisi economica e di restrizione di risorse per i servizi essenziali, in particolare quelli sociali. In ogni caso questi assessori, non avendo un incarico specifico, navigano a vista, così come naviga a vista l’intera amministrazione comunale. E la situazione del nostro paese non sembra delle più rosee. A partire dalla vicenda ambientale e dei roghi tossici. E’ dovuto intervenire la Chiesa, don Maurizio Padriciello in primis che ha avuto il merito di portare all’attenzione nazionale il problema. E’ di ieri la lettera ai fedeli di Mons. Angelo Spinillo , Vescovo di Aversa e dei preti della Forania Caivano Cardito e Crispano. Il manifesto affisso sui muri di tutto il territorio diocesano è un atto, come giusto che sia, religioso… E sabato 25 agosto, alle ore 20,00, il Vescovo parteciperà anche ad una veglia di preghiera nella Villa Comunale di Caivano contro lo scempio dei roghi. E’ un atto importante che chiama tutti alle proprie responsabilità, amministrazioni, istituzioni, politici e cittadini tutti, ma resta un atto religioso. Intanto stamattina c’è stato il previsto incontro in Prefettura a Napoli che è terminato verso le 16. Pare dovrebbe intervenire l'esercito, poi anche il ministro Clini con i NOE. La prossima riunione è già stata convocata, per un riscontro, tra 45 giorni, che però è un termine troppo lungo; si sarebbe dovuto istituire un tavolo permanente settimanale. Sempre meglio di niente. Ma non c’è un’agenda precisa delle cose da fare oltre alla solita tiritera della mancanza di personale e di fondi. Eppure i Comuni, a partire dal nostro, possono e debbono fare molto e devono arrivare a queste riunioni con le idee chiare e chiedere le “coperture” amministrative e operative agli organismi istituzionali superiori che, viceversa non vivono il problema sulla loro pelle. I problemi sono dei caivanesi e di tutti i cittadini che abitano in questa disgraziata terra a cavallo tra la provincia di Napoli e Caserta. Oggi servono atti concreti sul piano amministrativo e politico, decisioni vere .. nessuno, domani, potrà dire io non sapevo.

1 commento:

pippo ponticelli ha detto...

Una voce nel deserto caro Enzo. Deserto di sensibilita', intelligenze, capacita', serieta'. Il trasformismo becero di Casaburo rappresenta piu' di ogni altra disgrazia il degrado "tossico" in cui bruciano le residue speranze di queeto maledetto paese