lunedì 6 aprile 2009

Grande successo per il convegno sulla canapa..


di Michela Guadagno

Il Castello medievale di Caivano, sede dell'attuale amministrazione comunale, richiama alla mente del visitatore una fortezza da espugnare. Costruito dai Longobardi, oggi restaurato il primo piano, e in progetto di completamento, con le tre torri difensive e le sale affrescate, accoglie il convegno nazionale "Canapa: quali concrete prospettive oggi?" organizzato da Assocanapa. La Canapa sativa, già coltivata nelle campagne circostanti a memoria storica, offre opportunità per un territorio agricolo a specificità autoctone, nel recupero di antiche tradizioni, ambientali e naturalistiche, e nella rigenerazione dei terreni, sottraendoli a una vocazione industriale mai completamente realizzata.
Dopo i saluti del Sindaco, Giuseppe Papaccioli, e gli auguri al neo assessore provinciale allo sport e ai giovani Enzo Falco, i lavori iniziano con gli interventi di Michele Castaldo, referente Assocanapa per Campania e Calabria, che auspica un nuovo rapporto tra industria e agricoltura. Obiettivo sostenibilità, la filiera Canapa può condurre a realizzarlo. Punto di forza del territorio, contribuisce a migliorare il paesaggio e ad utilizzare risorse rinnovabili per uno sviluppo sostenibile.
La parola passa a Margherita Baravalle, legale di Assocanapa, che ricorda che la normativa sull'argomento è pressochè inesistente, se si fa eccezione per un decreto che regola la limitazione per la coltivazione di sostanze stupefacenti. Nel 1997 l'Unione Europea emise un sussidio per la coltivazione della Canapa con un contributo soggetto al Ministero della Sanità; nel 2002 il sistema di sussidii è migliorato, data la possibilità di allineare i contributi comunitari alla coltivazione di cereali; è sufficiente inserire la coltivazione e comunicarla alle forze dell'ordine, dato che la funzione di controllo è affidata al Ministero degli Interni.
Felice Giraudo, Presidente di Assocanapa interviene sugli aspetti tecnici, precisando che la situazione negli anni '40 vedeva la produzione nazionale di Canapa presente per il 50% in Emilia Romagna, il 40% in Campania e il 10% in Piemonte. La zona attualmente interessata è Carmagnola, in provincia di Novara? dove non si è mai smesso per usi familiari. In Campania la cultivar autoctona è Electa Campana, l'abbandono della coltivazione è avvenuto per la concorrenza delle fibre sintetiche, per il lavoro pesante, non ultimo uno scarso interesse per la difesa dell'ambiente e per un errore di interpretazione delle leggi antidroga, considerato che la Canapa varietà sativa e indica appartengono alla stessa specie. La semina avviene da marzo a maggio, senza l'utilizzo di diserbanti nè antiparassitari, non c'è bisogno di irrigazione. Cresce 10 cm al giorno, va a prendersi acqua in profondità, 30 giorni di macerazione in campo, produzione ammessa di 130 quintali per ettaro, costo di 10 euro al quintale. La resa di 20-25% di fibra tecnica corta, 70-75% di canàpulo, e 5% di fibra cortissima e polveri per combustibile. Il prezzo di 0,50-0,70 euro al kg. L'utilizzo per pannelli isolanti termoacustici, lettiera per cavalli, mangime per ruminanti, macinato per pannelli rigidi per autoveicoli, della Canapa non si butta nulla. Ma è la fibra tessile la vera sfida, la filatura usufruisce di macchinari per il lino, le cui fibre hanno una lunghezza di 1 metro, mentre la Canapa raggiunge i 3-4 metri; è necessaria una macchina per tagliarla in segmenti da 90 cm, e poi si procede alla macerazione in acqua.
Giuseppe Vitiello, consulente di I.A.M. Consulting, partner del progetto Canapone, illustra le diverse linee di attività, il processo di macerazione e asciugatura, macerazione a bagno dei fasci di Canapa, utilizzo per l'asciugatura di aria naturale. Adeguandole alla tecnologia, il prototipo industriale prevede per la macerazione la realizzazione di cestelli metallici di movimentazione; l'acqua si conserva nel senso che l'acqua ferma viene reintegrata dall'acqua sgrondata dalla Canapa; l'asciugatura a mezzo di pompe di calore che utilizzano condizioni ideali per la deumidificazione; il sistema ha un terzo vantaggio, è compatibile.
Angela Grimaldi, Vicepresidente di Assocanapa, parla dell'utilizzo del seme e dell'olio. Il seme è tra i vegetali che contiene maggiori contenuti di acidi grassi essenziali, in apporto equilibrato di Omega 3, l'unico seme avvicinabile è quello della soia. L'olio in misura e dosi è sostenuto dai ricercatori americani per uso terapeutico; si utilizza nell'epilessia infantile, nella cura dei tumori, e riesce ad aiutare nel decorso per l'asma, glaucoma, sclerosi multipla: 14 kg di genoma di Canapa potrebbe sostituire il 70% della farmacopea, viene da chiedersi se questo è il motivo del suo inutilizzo. Mangiando un pugno di Canapa è notevole l'apporto proteico, data la costituzione del 65% in proteine, oli essenziali, acidi grassi essenziali; la farina è adatta per l'alimentazione umana e animale.
Cesare Quaglia, del Direttivo Assocanapa, interviene sulla filiera del seme, che ha la caratteristica di essere delicato. Varietà alte e ramificate, le piante sono dioiche. Il protocollo di coltivazione prevede la tecnica di cimatura, per migliorare la raccolta del seme.
Le conclusioni sono affidate agli interventi del Prof. Aldo Di Lorenzo, come utilizzo di energie alternative per il fabbisogno regionale: sostenere e realizzare impianti per energie rinnovabili, nel Programma di sviluppo rurale è previsto l'investimento per la trasformazione di energia, al massimo delle innovazioni per lo sviluppo sostenibile a questo tipo di piano. L'intervento successivo è dell'Ing. Domenico Asprone, che illustra l'interesse verso la Canapa per l'elevata cellulosa presente rispetto alla lignina: applicazioni di rinforzo strutturale, caratteristiche meccaniche, costi competitivi, e filiera corta sostenibile. Enzo Falco, in veste politica, ringrazia per le testimonianze del percorso della ricerca, e chiede: affidarsi al romanticismo o all'economia? La filiera va equilibrata a partire dagli agricoltori, per un sistema che stia in piedi, e ricordare la memoria storica, dai corredi femminili impregnati di Canapa al fagiolo cannellino che cresceva nei campi dopo la coltivazione. Suggerisce di riprendere a Caivano una coltivazione sperimentale competitiva, nel contatto con una realtà che ha fatto storia, a partire dai Regi Lagni borbonici, per arrivare a una rete innovativa di bonifiche, rotazioni, rigenerazioni che dia la spinta migliore.
Gli interventi successivi riguardano l'assicurazione ai presenti che il forte odore di Canapa viene neutralizzato grazie alla macerazione con enzimi; si ritiene di calcolare un impiego edilizio, di produrre cemento con la Canapa, isolante termoacustico e antisismico, dato il leggerissimo materiale; inoltre, anche guardare all'applicazione industriale delle fibre naturali, e alle proprietà migliorative dei terreni; altre osservazioni sull'efficienza energetica, il pannello offre buone caratteristiche isolanti per la sua ipermeabilità all'aria; infine, l'offerta dell'agricoltore interessato alla Canapa come tassello principale del mosaico, con due ettari da destinare alla trasformazione.

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