E' quasi il titolo della famosissima canzone di Renato Carosone, in realtà è un riferimento all'andamento delle trattative per le elezioni amministrative a Caivano. Che spaziano tra improbabili alleanze e probabili rotture (non solo delle alleanze stesse). Continua ad esserci la sindrome della vittoria a tutti i costi (qui c'è il riferimento all'amerikano). Che importa se poi non si può governare, che per decidere di fare cose importanti per il paese bisogna passare per l'assenso di personaggi che nulla hanno a che vedere con il bene comune della nostra cittadina. Che cosa bisogna costruire? l'ennesimo "non governo" per Caivano? Come si fa a dare credito chi a Parigi sta con Sarkozy e a Roma vuole stare con Bersani... Non c'è invece, in questo momento di crisi epocale per il nostro Paese, in questa situazione di latente pericolo per la nostra democrazia, frutto della "non politica" e della "non etica" del Presidente del Consiglio che ha ridotto la nostra Bella Italia ad un "puttanaio nazional-popolare", l'esigenza di mettere la politica e l'etica a fondamento del progetto dello schieramento che può e deve salvare Caivano dal degrado, civile, culturale nel quale è caduto?
Invece di puntare alle necessarie, fresce e pulite, risorse che ci sono nel nostro Comune, si vuole percorrere la strada stretta e asfittica dei numeri (potenziali). La politica è una cosa importante e seria.
Non ha bisogno di ragionieri, ma di idee e di passione...
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