lunedì 17 agosto 2009

Continua la raccolta della canapa sativa

Da Caivano una ulteriore risposta alla bonifica e alla rigenerazione dei terreni, per un rilancio dell’agricoltura
(foto di Mariano Ummarino)

E’ del 9 agosto la notizia dell’investimento della Regione Campania di 50 milioni di euro per il risanamento dei Regi Lagni, diventati una fogna a cielo aperto, e oggi con la raccolta della canapa sativa si da un ulteriore contributo al tentativo di dare di nuovo dignità ambientale alla “terra dei fuochi”.

Si sa che tutta la fascia dei Comuni a nord di Napoli e a Sud di Caserta, dal nolano al litorale domitio, è il territorio più inquinato dalla immondizia, dei cittadini che sversano dovunque ai rifiuti pericolosi smaltiti illegalmente dalla camorra, dagli errori di cementificazione dei Regi Lagni, ai depuratori insufficienti e non funzionanti, dall’agricoltura avvelenata dai diserbanti ai Comuni senza fogne che sversano illegalmente i liquami dei loro cittadini, dall’incuria delle pubbliche amministrazioni al degrado e abbandono da parte di contadini che non prendono un euro a fronte dei propri sacrifici economici e umani.

Ci sono volute le 100.000 firme raccolte dalla Coldiretti e da altrettante organizzazioni e associazioni ambientaliste che chiedevano le bonifiche dei terreni; c’è voluta una costante attenzione d’allarme da parte della stampa sul tema del mare inquinato e non balneabile, quest’anno particolarmente drammatico.
Oggi finalmente può partire un percorso virtuoso.


Dalla Regione Campania, con lo stanziamento dei 50 milioni di euro sui Regi Lagni e dalla testardaggine di Assocanapa Campania diretta da Michele Castaldo ed Enzo Falco e da un agricoltore coraggioso come Franco Mugione di Futuragricola 2000, azienda orticola caivanese che hanno, dopo il convegno organizzato il 4 aprile u.s., seminato due ettari di canapa e oggi, anche se un po’ in ritardo sui tempi che conoscevamo, stanno raccogliendo queste bacchette di quattro metri e sessanta, summa botanica di straordinarie proprietà benefiche per i terreni e per le persone. De resto la coltivazione sperimentale ha confermato le caratteristiche di pianta ecologica della canapa: nessun trattamento, nessun diserbamento, niente innaffiamento. E adesso inizia la ricerca applicata con il CNR e con l’Università, per la plastiche biodegradabili, per i materiali compositi per la bioedilizia, per la biomassa. Ma la sfida rimane la filiera tessile per la memoria ancora viva in questi luoghi di tovaglie, asciugamani, lenzuola, capi di abbigliamento con caratteristiche di pregio di una fibra naturale molto resistente.

La strategia deve essere chiara. Bisogna rimettere sotto controllo gli sversamenti illegali nei Regi Lagni, bisogna potenziare e far funzionare bene i depuratori, bisogna rinaturalizzare le sponde per un ulteriore processo naturale di fitodepurazione, bisogna investire i soldi già stanziati per le bonifiche dei terreni e, prima di ritornare a prodotti destinati all’alimentazione umana, far rigenerare i terreni dalla coltivazione della canapa che, proprio in questi Comuni, ha rappresentato fino agli anni ’70 la coltura prevalente. Poi bisognerà scegliere il destino finale di questi territori: un parco agricolo dei regi Lagni nella parte est nolano-acerrano, per dare valore aggiunto alle produzioni ortofrutticole (gli orti di Napoli) e un distretto agroalimentare di qualità incentrato sulla mozzarella di bufala ad ovest area più propriamente casertana. Entrambi incentrati su un processo di certificazione ambientale di prodotto, di processo, aziendale e territoriale, così come sta facendo Parma con il suo distretto agricolo di qualità.

Se mai si inizia, mai riusciremo a rivitalizzare una fascia territoriale strategica per la Campania perché connette l’area metropolitana di Napoli, fortemente conurbata a quella rurale dell’entroterra campano che conserva straordinarie pecularietà, agricole, artigianali e ambientali.
Del resto se non ora, quando?

3 commenti:

Armando Marino ha detto...

Sono curioso di sapere se i lavoratori dedicati alla raccolta sono inquadrati oppure sono quei poveri immigrati che ogni mattina vedo in attesa di una giornata di lavoro a nero.
Perchè in questo caso la Regione ha stanziato dei soldi che mi auguro sono serviti anche ad inquadrare i lavoratori.
va bhe, comunque siamo al sud e tutto è permesso.

saperi golosi ha detto...

Intanto vorrei chiarire che la Regione non ha stanziato un solo euro su questa coltivazione, nè L'Azienda agricola di Franco Mugione ha chiesto il contributo europeo previsto per i seminativi. Ma poi conoscendo Mugione sono sicuro che li tiene inquadrati, anche perchè ha non solo l'azienda agricola, ma anche quella per la trasformazione nei prodotti di quarta gamma e, quindi, è assoggettato a controlli più stringenti sull'inquadramento dei lavoratori, anche stranieri. Comunque mi sarei aspettato qualche commento positivo sulla reintroduzione della coltivazione della canapa....
Enzo Falco

Anonimo ha detto...

bellissime le foto e soprattutto bellissimo vedere come, nonostante tutto, la cultura e le fantastiche idee che ci riempiono dànno, se portate a termine, un calore ineliminabile..
tanto di cappello all'iniziativa e speriamo che abbia successo!:)
Marina Esposito