E’ difficile dare un giudizio politico su quanto sta accadendo a livello nazionale sulla rinascita della “questione meridionale” e sul partito del Sud. Certo è che a quasi 150 anni dall’Unità d’Italia, non siamo mai stati così divisi e lontani, non tanto economicamente (c’è sempre stato un divario enorme), quanto culturalmente, nella stessa concezione dello Stato unitario.
C’era bisogno della nascita della Lega Nord che, indubbiamente quando è nata, ha posto all’attenzione della politica una questione vera, “la questione settentrionale”, anche se oggi si è trasformata in una difesa “feroce” degli interessi del Nord, ma c’è voluto un governo di centrodestra centrato su un asse strategico Lega – Tremonti – Berlusconi dove evidentemente i deputati e i senatori della PDL del Sud non contano assolutamente nulla.
In Campania questo appare oltremodo paradossale, perché i responsabili politici campani della PDL parlano della “pagliuzza” del “napolicentrismo” e non si accorgono della “trave” che potrebbe essere definita “milanocentrismo”, che sposta sistematicamente risorse dal Sud al Nord del Paese.
La motivazione? Nel Sud sprecano le risorse… Ovviamente questa affermazione vale, o dovrebbe valere, per la Campania come per la Sicilia e allora non si capisce perché a parità di analisi si commissaria la sanità campana e non quella siciliana. Non si capisce perché si sbloccano (non sono soldi “nuovi” o aggiuntivi) circa 4 miliardi alla Sicilia e non ad altre regioni del Sud (vedremo in seguito); non si capisce perché si aiutano con soldi freschi i Comuni di Roma e Palermo (amministrati dal centrodestra). Adesso, dopo la presa di posizione dei siciliani Lombardo e Miccichè, Tremonti ha tirato fuori le idee di una nuova Casmez e una Banca del Sud (in realtà di questa Banca ne sta parlando da quando il Banco di Napoli è stato assorbito dal San Paolo di Torino).
E i nostri deputati e senatori, nonché sottosegretari all’economia? Cosa fanno? Stanno elaborando o concorrendo a definire una strategia per lo sviluppo ed il lavoro perchè la Campania vive in modo drammatico, più di altre realtà, la crisi economica con la chiusura di quei pochi centri manifatturieri, con la chiusura dei piccoli negozi, con la chiusura di qualsiasi speranza per i giovani di lavorare e se possibile lavorare al Sud invece di emigrare, nonostante l’una o due lauree? Peraltro vivendo la contraddizione, assolutamente inconcepibile, non solo di emigrare ma di essere anche combattuti ed esclusi da delibere come quella della Provincia di Vicenza sui direttori didattici e sui presidi del Sud.
Così non va. Così rischia l’intero paese.
E’ ora che i deputati e i senatori del centrodestra del Sud si sveglino e smettano di fare i “peones”. Ne guadagnerebbe non solo il Sud, ma l’Italia intera. Sugli strumenti da mettere in campo si può e si deve discutere in modo attento, perché nessuno deve o vuole sprecare altre risorse.
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