domenica 3 gennaio 2010

La deriva centrista o meglio neo democristiana…..

Mancano meno di tre mesi alle elezioni comunali, provinciali e regionali, ma ancora non sappiamo con quali alleanze, con quali programmi e con quali uomini, sfideremo il centro-destra.
Lo stallo in cui oggi ci troviamo nasce dalla decisione del PD di tenere tutto fermo in attesa che l’UDC chiarisca se e dove intende partecipare a coalizioni di centro-sinistra.
I risultati di questa condotta sono sotto gli occhi di tutti: in Puglia la pregiudiziale anti-Vendola dell’UDC con il connesso rifiuto di scegliere il candidato attraverso elezioni primarie, ha portato a fare con molto ritardo e con diversi danni collaterali quello che si poteva fare due mesi fa; nel Lazio, l’idea di attendere l’esito delle primarie pugliesi, alimenta l’immagine di un PD e di una coalizione in stato confusionale. Caivano sta nello stesso pantano…
Occorre un rapido cambio di strategia politica.
Bisogna partire da ciò che è stato in questi anni il centro-sinistra al governo di molte tra le più importanti e significative realtà.
C’è un patrimonio di valori, di idee, di scelte di governo che non può essere gettato al macero in nome dell’alleanza con l’UDC.
I primi abbozzi di un nuovo modello di sviluppo economico e dell’occupazione fondati sull’ecologia, sulla cultura, sulla conoscenza; la tutela dei beni comuni; la politica dei diritti a cominciare da quelli degli ultimi, dei più discriminati; l’ispirazione laica nella gestione della cosa pubblica, sono i tanti tasselli che hanno composto in questi anni il mosaico delle politiche regionali là dove il centro-sinistra ha governato.
E’ un lavoro che non possiamo gettare al vento, riducendo la politica alla mera scelta delle persone o ad una sommatoria di partiti senza chiari contenuti programmatici.
Questo non vuol dire, tuttavia, porre pregiudiziali ad alleanze di centro-sinistra che accanto al PD, a SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTA’, all’IDV e a tutte le forze della sinistra, comprendano anche l’UDC.
Il nodo da sciogliere riguarda il contenuto politico-programmatico del rapporto con l’UDC.
La scelta del PD è allargare all’UDC, e prima all’ADC, considerandola l’unica possibilità per tornare a vincere. Ma per far questo il PD è disposto a scarica la sinistra e disperdere così il lavoro di tutti questi anni? Dimenticando che non bisogna solo vincere, ma bisogna ritornare a governare?
E come la mettiamo con l’API di Rutelli? Tentativo, assolutamente sottovalutato, di svuotare il PD della componente cattolico-moderata….
Se di questo si trattasse ci troveremmo di fronte ad una grave scelta politica del PD e la sconfitta alle elezioni sarebbe più che certa.
Si tratta di un puro calcolo elettorale? I voti degli elettori e delle elettrici non si sommano in assenza di un progetto politico condiviso che li convinca. Le semplici convenienze di potere dei partiti non creano consenso, anzi il più delle volte alimentano l’astensionismo.
Ben vengano, presto e con la chiarezza nel “cuore” l’UDC, l’API e chiunque altro vuole dare un governo serio che affronti i nodi atavici che minano lo sviluppo sostenibile di Caivano, ma a patto che non si realizzi la “deriva centrista” o “neodemocristiana” che farebbe ricadere la nostra Comunità indietro nel tempo, al tempo del blocco sociale edilizio… Nel 1994 fu sconfitto sonoramente… ci sarebbe, per loro, oggi, una nuova e più dolorosa sconfitta…

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