Dal Il Mattino del 15.01.2009
ANTONIO PARRELLA Caivano. È giallo sulla nomina del commissario prefettizio al Comune, dopo le dimissioni di 16 consiglieri. Ieri in città si sono susseguite voci su «problemi nella presentazione formale del documento con le firme dei dimissionari». Il sindaco, Pippo Papaccioli, però afferma di non saperne nulla. Qualche consigliere - che mantiene l’anonimato - parla invece di «vizi di forma». Dalla prefettura, intanto, fanno sapere che «si sta vagliando - come sempre in questi casi - tutta la documentazione, giunta negli uffici competenti soltanto lunedì». Intanto, infuriano le polemiche tra i due schieramenti politici. «Non ho presentato nessun ricorso - assicura il sindaco del Pdl, Pippo Papaccioli - e finora non sono stato ancora informato dalla prefettura dello scioglimento del Consiglio comunale. Pertanto anche ieri sono stato al mio posto, lavorando per il bene della città e dei caivanesi. Ci sono ancora importanti opere da portare termine. Tra queste il rifacimento di via Scotta, che sarà collegata alle Cinque vie di Afragola, la realizzazione dei circa 1800 nuovi loculi e, poi, l'ultimazione della caserma in via Frattalunga, che sarà inaugurata tra qualche mese. Sono sereno - aggiunge Papaccioli - e attendo con fiducia il responso del prefetto e degli organi preposti. Resta il fatto che si vuole ancora una volta annullare la decisione degli elettori, che in due anni hanno espresso nei miei confronti ben 25mila preferenze». «La causa del ritardo della nomina del commissario - dice Enzo Falco, leader dei Verdi e consigliere dimissionario - potrebbe essere anche un vizio di forma nella richiesta di dimissioni presentata dai 16 consiglieri comunali, che pur avendo firmato contestualmente le dimissioni sabato scorso davanti al segretario comunale di Cardito (il comune di Caivano è chiuso il sabato, ndr), non avrebbero, poi, delegato formalmente nessuno alla presentazione delle stesse al protocollo del comando di polizia locale di Caivano». Il plico con il forfait di 12 consiglieri dell'opposizione e quattro della maggioranza, è stato presentato da un persona diversa dai dimissionari senza alcuna delega. «Ma - aggiunge Falco - di vizi formali in Italia siamo maestri. Resta la sostanza politica che 16 consiglieri hanno sottoscritto in massa, davanti a un funzionario pubblico, le proprie dimissioni. Papaccioli deve riconoscere che ha fallito. Caivano è allo sbando da un anno e mezzo. E chi perde tanto consenso tra gli elettori e nella sua stessa maggioranza è nei fatti già a casa». «Al di là dei consiglieri dimissionari (e dei partiti), si registrano - continua Falco - anche i commenti critici fatti nei suoi confronti dal suo ex assessore Monopoli e da esponenti di An e dell'Udc. Dunque il fatto poi che voglia resistere in forza di qualche «vizio formale», al di là della sostanza politica, dimostra come ci sia un attaccamento alla poltrona. Papaccioli - conclude Falco - è stato un grande bluff per i caivanesi. Ma ora lo hanno capito e sono pronti a cambiare. Ai partiti del centrosinistra la necessità/obbligatorietà di proporre una valida e duratura alternativa. Per il bene del paese, che non può più aspettare».
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