In Consiglio comunale il sì unanime ad un acconto per i lavoratori della Sa.Ba., ormai fuori dai giochi dopo l'interdittiva antimafia e l'insolvenza del Comune
Via Mazzini, (in home piazza Matteotti) mercoledì sera
CASERTA - Mentre nel Consiglio comunale si consuma l'unanime atto di solidarietà di tutti gli schieramenti politici a favore di un acconto di 600 euro pro-capite per i lavoratori dipendenti della Sa.Ba. Ecologia di Beniamino Sabatino, ormai esautorata dai giochi gestionali della raccolta dei rifiuti nel capoluogo (dopo l'insolvenza dell'amministrazione Petteruti, che non ha saldato all'azienda vincitrice dell'appalto alcuna rata mensile, anche prima dell'interdittiva antimafia emessa dagli uffici del prefetto napoletano Alessandro Pansa) entra in scena a Caserta l'Igica spa.
Eccola: una società completamente "pubblica", come quella invocata anche da parte del centrodestra in Consiglio giovedì sera. Ha sede a Caivano, è di completa proprietà di quell'amministrazione locale guidata dall'azzurro Pippo Papaccioli, il medico "sosia di Bin Laden" che soccorse il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in occasione di un suo malore durante un comizio.Lo è diventata dopo essere stata, al 49% di Italia Lavoro.I lettori di www.casertace.it ricorderanno, a questo punto, il cognome "Raccuglia", lo stesso di Michele, amministratore delegato della Italia Lavoro spa che deteneva anche il 49% di Terra di Lavoro spa, oggi totalmente in capo alla Provincia guidata da Alessandro De Franciscis, società che ha assunto, tra tanti "figli e parenti di..." denunciati dall'alleanzino Giorgio Magliocca, anche Laura Raccuglia, sorella dell'ad di Italia Lavoro.
E' di pochi giorni fa la diffusione di un analitico report di Mario Mastrostefano sulla spa della Provincia, ripreso da alcuni quotidiani locali.Consulente di Terra di Lavoro (indicato da Mastrostefano, che così deve averlo letto negli atti di cui ha potuto avere copie, con una 'erre', Variale) sarebbe un tale Varriale. Salvo difficili omonimie, si tratterebbe di Salvatore Varriale, noto professionista napoletano, ex deputato (coinvolto anche nella Tangentopoli napoletana di 15 anni fa), oggi consigliere comunale azzurro a Napoli. Varriale è consulente di molte società, tra le quali l'Igica spa.
Cosa fa Papaccioli, una volta che il Comune di Caivano diventa titolare dell'intero pacchetto societario? Azzera il cda in carica. Diventa presidente tale Ottavio Raucci, pare a lui legatissimo. Amministratore delegato diventa Gennaro Bruno.Un nome non nuovo agli ambienti delle società della raccolta rifiuti in Campania, quello di Bruno. Perchè, nove anni fa, il suo nome entra negli atti della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.Dopo un mega-sequestro di oltre 11.600 fusti di rifiuti pericolosi, avvenuto a Pontinia nel 1997 durante un sopralluogo della Commisione, essa aveva deciso di costituire un gruppo di lavoro per "valutare l'esistenza o meno di una sorta di holding affaristico-criminale attiva sul territorio nazionale nel ciclo dei rifiuti". Il gruppo di lavoro raccolse centinaia di dati, incrociandoli in un database. "Dall'esposizione, infatti, emergono nettamente - è scritto negli atti - gli stretti rapporti che corrono tra società che operano nelle diverse fasi del ciclo dei rifiuti e, più concretamente, la riconducibilità delle stesse ad un ristretto giro di operatori, chiaro indice di un'assenza di trasparenza del settore e del delinearsi di un oligopolio tendente al monopolio. Va precisato che allo stato attuale il mercato dei rifiuti solidi urbani, per quanto attiene alle fasi della raccolta e del trasporto, è per il 65% circa direttamente gestito dagli enti locali (con aziende municipalizzate,aziende miste a controllo pubblico o in economia); la restante quota di mercato viene affidata in appalto a privati, peraltro con forme variabili. Alcuni appalti riguardano infatti le sole fasi di raccolta e trasporto, altri comprendono anche il servizio di spazzamento delle strade. Esistono poi enti locali che suddividono l'appalto a seconda del tipo di rifiuto da raccogliere. Va inoltre specificato che le società indicate nel presente documento non operano in via esclusiva nel settore dei rifiuti solidi urbani, avendo anzi rilevanti interessi nel settore dei rifiuti speciali, che garantisce peraltro guadagni assai maggiori, e sul quale si concentrano attività illecite di grande spessore".Nell'elenco c'è l'Elektrica."L'ELEKTRICA - scrive la Commissione Parlamentare d'inchiesta - , costituita nell'aprile del 1982, ha iniziato l'attività di trattamento rifiuti nel giugno del 1987. La sede è a Napoli in piazza Giovanni Bovio 33, vero e proprio quartier generale delle imprese legate alle famiglie Di Francia, La Marca e Gaeta, ma ancor più rilevante è notare come la sede amministrativa sia a Roma, in via Buccari 3, vale a dire il medesimoindirizzo della citata S.I.R. SRL (la società che gestiva la zona oggetto del mega sequestro di Pontinia, n.d.r.) . Il capitale sociale ammonta a lire 10 miliardi, così suddivisi in quote percentuali: il 34,37% a Francesco La Marca, il 25,44% a Giorgio Di Francia, il 17,56% a Salvatore Di Francia, l'8,63% a Domenico La Marca, il 4% a Pietro Gaeta, il 10% alla stessa ELEKTRICA (un particolare questo, di interesse, poichè indicativo di un'abilità al frazionamento e alla creazione di collegamenti societari a catena, n.d.r.)"."L'attuale amministratore unico - scrive ancora la Commissione Parlamentare d'inchiesta - è Gennaro Bruno, mentre, dei suindicati titolari di quote di capitale sociale, l'unico a figurare nella attuale composizione societaria è Pietro Gaeta, sindaco supplente diun collegio sindacale formato, per lo più, da appartenenti alla sua famiglia come Giulio Gaeta, presidente del collegio sindacale, e Guido Gaeta, sindaco. Tra coloro che hanno rivestito cariche nella ELEKTRICA, oltre agli azionisti di riferimento La Marca e Di Francia, compare anche Giuseppe Giordano, direttore tecnico sino al 28 aprile 1988 e, in quegli stessi anni, amministratore unico di quella INES SUD di Brindisi, oggi, come detto, gestita da Fiorillo ed Ugolini della SIR. La ELEKTRICA ha controllato direttamente, sino al 1996, la CETAN SRL, oggi una delle società satellite del gruppo italo-svizzero facente capo alla CELTICA AMBIENTE SRL, di cui si dirà in seguito. Nel 1998 il capitale sociale della CETAN SRL era detenuto al 95% da Giorgio Di Francia e Francesco La Marca; dal dicembre 1998, in corrispondenza del passaggio al gruppo CELTICA, presidente del Consiglio d'amministrazione è Patricia Vila Armangué, moglie dell'amministratore unico della CELTICA AMBIENTE SRL, Giulio Bensaja. Giorgio Di Francia, inoltre, ha rivestito la carica di amministratore delegato della SISTEMI AMBIENTALI SRL della Speziafino al 30 gennaio 1993; si tratta della società che ha gestito, sino al momento del sequestro giudiziario intervenuto nel 1997, la discarica di Pitelli, di cui questa Commissione si è già occupata con una specifica relazione".
Un lungo estratto degli atti parlamentari. Da aggiungere è che Gaeta resta un riferimento tra i consulenti della Igica spa di Caivano.
Che fa oggi l'Igica? Gestisce la raccolta dei rifiuti in alcuni Comuni. Per la verità, l'elenco che fornisce la società nel suo sito web non è completamente veritiero. A Marcianise non operano più loro, ma la Sa.Ba.. E a Villaricca la gara, l'Igica l'ha persa.Raccolgono rifiuti a Caivano, Casandrino, San Gennaro Vesuviano, Orta di Atella, Mugnano, San Giorgio a Cremano, Giugliano.Proprio a Giugliano, stamattina, è stato depositato un atto di pignoramento intentato contro l'Igica da un suo fornitore, forte di un decreto ingiuntivo e di una perizia giudiziaria che ne ha confermato le ragioni, dopo una serie di "accertamenti tecnici preventivi" attivati dalla società di Caivano. Il fornitore, pare, è intenzionato ritirare dal parco veicoli dell'Igica diverse decine di automezzi che le ha fornito a noleggio. Una circostanza che presumibilmente influirà non poco negativamente sulla capacità operativa della società.
Come opera l'Igica?Leggendo il loro sito, si evidenzia una completa adesione ai vari protocolli per la legalità, principalmente a quello con la prefettura di Napoli.
L'Igica e il Comune di CasertaLa società di Caivano non ha potuto partecipare alla gara poi vinta dalla Sa.Ba., irregimentata da una richiesta di requisiti assai particolaraggiati. Ora, però, potrebbe aspirare a concorrere a quella nuova, definita dal dirigente comunale Carmine Sorbo sulla scota di parametri diversi, qualcuno dice più limitati.In questi giorni di convulse consultazioni e incontri per affrontare l'incombente emergenza, a Palazzo Castropignano sarebbe arrivata una "ulteriore richiesta a essere invitata", evidentemente finora non tenuta in considerazione da Sorbo.Ciò che non valeva ieri, però, vale oggi.L'Igica sta operando a Caserta. Il Comune la pagherà (così dice l'ordinanza del sottosegretario emessa oggi: l'attività verrà svolta "in danno").
Su un primo sfondo di tutta questa vicenda, la legge cosiddetta 'Berlusconi': la numero 133/2008. L'articolo 23, comma 9, recita: "I soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non affidati mediante le procedure competitive di cui al comma 2, nonché i soggetti cui è affidata la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali degli enti locali, qualora separata dall'attività di erogazione dei servizi, non possono acquisire la gestione di servizi ulteriori ovvero in ambiti territoriali diversi, né svolgere servizi o attività per altri enti pubblici o privati, né direttamente, né tramite loro controllanti o altre società che siano da essi controllate o partecipate, né partecipando a gare". g.g.
venerdì 20 febbraio 2009
Fonte: Caserta c'è - http://www.casertace.it/home.asp?ultime_news_id=4282
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