La situazione ambientale della Regione Campania è gravissima. Chi ha letto l’articolo di Claudio Pappaianni, pubblicato dall'Espresso, dal titolo "Campania profondo nero", si rende conto che non c’è più tempo da perdere. Nell'articolo si legge: "Le risultanze delle complesse indagini hanno evidenziato la presenza, in concentrazioni elevate, di sostanze persistenti tossiche e cancerogene... I valori in alcuni casi superano anche di migliaia di volte la soglia consentita, in alcune aree si concentrano sforamenti sia di idrocarburi sia di cromo. Dati agghiaccianti....... la presenza massiccia e diffusa di pesticidi ormai fuori legge da anni, come il Ddt, passa quasi in secondo ordine di fronte al cocktail micidiale di sostanze chimiche ritrovato in alcuni terreni coltivati. Da febbraio tutto è rimasto fermo, almeno nella sostanza. A inizio giugno dal Commissariato parte la relazione che scotta. Si muove solo la prefettura di Caserta, che organizza un incontro con gli uomini del Nucleo tutela ambiente dei Carabinieri di Caserta, della Guardia di Finanza e della Polizia, per un'illustrazione approfondita dello studio. Poi, il silenzio."
Anche questa idea di tenere segreti i dati è allarmante. Bisogna subito renderli pubblici, ma ancora di più avviare finalmente quella bonifica del territorio che si richiede da tempo (vedi l’articolo sulla canapa). Di questo soprattutto dovrebbero discutere le forze politiche per la prossima scadenza elettorale caivanese….
domenica 30 agosto 2009
lunedì 24 agosto 2009
La fascia grigia....
C'è una "fascia grigia", in politica come nella vita, che è fatta di persone e gruppi che si alleano sempre con i "vincenti"... anzi determinano addirittura, a seconda della loro alleanza la vittoria degli uni sugli altri.
Ovviamente "la fascia grigia", quella fatta di persone ed interessi consolidati e "pregnanti", detta legge e fa il bello e cattivo tempo. E gli stupidi che vogliono vincere, alleandosi con la "fascia grigia", in realtà perdono due volte... perdono gli uni e gli altri..
Finchè ci saranno le "fasce grigie", in politica come nella vita, un paese, una comunità difficilmente potrà fare bene!!!
Per questo ci vuole uno scatto d'orgoglio e bisogna assumere la questione morale come principio fondante del fare politica, riscrivendo le regole stesse del fare politica. Bisogna combattere non solo per vincere, ma soprattutto per governare e governare bene!!!
Ovviamente "la fascia grigia", quella fatta di persone ed interessi consolidati e "pregnanti", detta legge e fa il bello e cattivo tempo. E gli stupidi che vogliono vincere, alleandosi con la "fascia grigia", in realtà perdono due volte... perdono gli uni e gli altri..
Finchè ci saranno le "fasce grigie", in politica come nella vita, un paese, una comunità difficilmente potrà fare bene!!!
Per questo ci vuole uno scatto d'orgoglio e bisogna assumere la questione morale come principio fondante del fare politica, riscrivendo le regole stesse del fare politica. Bisogna combattere non solo per vincere, ma soprattutto per governare e governare bene!!!
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lunedì 17 agosto 2009
Continua la raccolta della canapa sativa
Da Caivano una ulteriore risposta alla bonifica e alla rigenerazione dei terreni, per un rilancio dell’agricoltura
(foto di Mariano Ummarino)
E’ del 9 agosto la notizia dell’investimento della Regione Campania di 50 milioni di euro per il risanamento dei Regi Lagni, diventati una fogna a cielo aperto, e oggi con la raccolta della canapa sativa si da un ulteriore contributo al tentativo di dare di nuovo dignità ambientale alla “terra dei fuochi”.
Si sa che tutta la fascia dei Comuni a nord di Napoli e a Sud di Caserta, dal nolano al litorale domitio, è il territorio più inquinato dalla immondizia, dei cittadini che sversano dovunque ai rifiuti pericolosi smaltiti illegalmente dalla camorra, dagli errori di cementificazione dei Regi Lagni, ai depuratori insufficienti e non funzionanti, dall’agricoltura avvelenata dai diserbanti ai Comuni senza fogne che sversano illegalmente i liquami dei loro cittadini, dall’incuria delle pubbliche amministrazioni al degrado e abbandono da parte di contadini che non prendono un euro a fronte dei propri sacrifici economici e umani.
Ci sono volute le 100.000 firme raccolte dalla Coldiretti e da altrettante organizzazioni e associazioni ambientaliste che chiedevano le bonifiche dei terreni; c’è voluta una costante attenzione d’allarme da parte della stampa sul tema del mare inquinato e non balneabile, quest’anno particolarmente drammatico.
Oggi finalmente può partire un percorso virtuoso.
Dalla Regione Campania, con lo stanziamento dei 50 milioni di euro sui Regi Lagni e dalla testardaggine di Assocanapa Campania diretta da Michele Castaldo ed Enzo Falco e da un agricoltore coraggioso come Franco Mugione di Futuragricola 2000, azienda orticola caivanese che hanno, dopo il convegno organizzato il 4 aprile u.s., seminato due ettari di canapa e oggi, anche se un po’ in ritardo sui tempi che conoscevamo, stanno raccogliendo queste bacchette di quattro metri e sessanta, summa botanica di straordinarie proprietà benefiche per i terreni e per le persone. De resto la coltivazione sperimentale ha confermato le caratteristiche di pianta ecologica della canapa: nessun trattamento, nessun diserbamento, niente innaffiamento. E adesso inizia la ricerca applicata con il CNR e con l’Università, per la plastiche biodegradabili, per i materiali compositi per la bioedilizia, per la biomassa. Ma la sfida rimane la filiera tessile per la memoria ancora viva in questi luoghi di tovaglie, asciugamani, lenzuola, capi di abbigliamento con caratteristiche di pregio di una fibra naturale molto resistente.
La strategia deve essere chiara. Bisogna rimettere sotto controllo gli sversamenti illegali nei Regi Lagni, bisogna potenziare e far funzionare bene i depuratori, bisogna rinaturalizzare le sponde per un ulteriore processo naturale di fitodepurazione, bisogna investire i soldi già stanziati per le bonifiche dei terreni e, prima di ritornare a prodotti destinati all’alimentazione umana, far rigenerare i terreni dalla coltivazione della canapa che, proprio in questi Comuni, ha rappresentato fino agli anni ’70 la coltura prevalente. Poi bisognerà scegliere il destino finale di questi territori: un parco agricolo dei regi Lagni nella parte est nolano-acerrano, per dare valore aggiunto alle produzioni ortofrutticole (gli orti di Napoli) e un distretto agroalimentare di qualità incentrato sulla mozzarella di bufala ad ovest area più propriamente casertana. Entrambi incentrati su un processo di certificazione ambientale di prodotto, di processo, aziendale e territoriale, così come sta facendo Parma con il suo distretto agricolo di qualità.
Se mai si inizia, mai riusciremo a rivitalizzare una fascia territoriale strategica per la Campania perché connette l’area metropolitana di Napoli, fortemente conurbata a quella rurale dell’entroterra campano che conserva straordinarie pecularietà, agricole, artigianali e ambientali.
Del resto se non ora, quando?
(foto di Mariano Ummarino)
E’ del 9 agosto la notizia dell’investimento della Regione Campania di 50 milioni di euro per il risanamento dei Regi Lagni, diventati una fogna a cielo aperto, e oggi con la raccolta della canapa sativa si da un ulteriore contributo al tentativo di dare di nuovo dignità ambientale alla “terra dei fuochi”.
Si sa che tutta la fascia dei Comuni a nord di Napoli e a Sud di Caserta, dal nolano al litorale domitio, è il territorio più inquinato dalla immondizia, dei cittadini che sversano dovunque ai rifiuti pericolosi smaltiti illegalmente dalla camorra, dagli errori di cementificazione dei Regi Lagni, ai depuratori insufficienti e non funzionanti, dall’agricoltura avvelenata dai diserbanti ai Comuni senza fogne che sversano illegalmente i liquami dei loro cittadini, dall’incuria delle pubbliche amministrazioni al degrado e abbandono da parte di contadini che non prendono un euro a fronte dei propri sacrifici economici e umani.
Ci sono volute le 100.000 firme raccolte dalla Coldiretti e da altrettante organizzazioni e associazioni ambientaliste che chiedevano le bonifiche dei terreni; c’è voluta una costante attenzione d’allarme da parte della stampa sul tema del mare inquinato e non balneabile, quest’anno particolarmente drammatico.
Oggi finalmente può partire un percorso virtuoso.
Dalla Regione Campania, con lo stanziamento dei 50 milioni di euro sui Regi Lagni e dalla testardaggine di Assocanapa Campania diretta da Michele Castaldo ed Enzo Falco e da un agricoltore coraggioso come Franco Mugione di Futuragricola 2000, azienda orticola caivanese che hanno, dopo il convegno organizzato il 4 aprile u.s., seminato due ettari di canapa e oggi, anche se un po’ in ritardo sui tempi che conoscevamo, stanno raccogliendo queste bacchette di quattro metri e sessanta, summa botanica di straordinarie proprietà benefiche per i terreni e per le persone. De resto la coltivazione sperimentale ha confermato le caratteristiche di pianta ecologica della canapa: nessun trattamento, nessun diserbamento, niente innaffiamento. E adesso inizia la ricerca applicata con il CNR e con l’Università, per la plastiche biodegradabili, per i materiali compositi per la bioedilizia, per la biomassa. Ma la sfida rimane la filiera tessile per la memoria ancora viva in questi luoghi di tovaglie, asciugamani, lenzuola, capi di abbigliamento con caratteristiche di pregio di una fibra naturale molto resistente.
La strategia deve essere chiara. Bisogna rimettere sotto controllo gli sversamenti illegali nei Regi Lagni, bisogna potenziare e far funzionare bene i depuratori, bisogna rinaturalizzare le sponde per un ulteriore processo naturale di fitodepurazione, bisogna investire i soldi già stanziati per le bonifiche dei terreni e, prima di ritornare a prodotti destinati all’alimentazione umana, far rigenerare i terreni dalla coltivazione della canapa che, proprio in questi Comuni, ha rappresentato fino agli anni ’70 la coltura prevalente. Poi bisognerà scegliere il destino finale di questi territori: un parco agricolo dei regi Lagni nella parte est nolano-acerrano, per dare valore aggiunto alle produzioni ortofrutticole (gli orti di Napoli) e un distretto agroalimentare di qualità incentrato sulla mozzarella di bufala ad ovest area più propriamente casertana. Entrambi incentrati su un processo di certificazione ambientale di prodotto, di processo, aziendale e territoriale, così come sta facendo Parma con il suo distretto agricolo di qualità.
Se mai si inizia, mai riusciremo a rivitalizzare una fascia territoriale strategica per la Campania perché connette l’area metropolitana di Napoli, fortemente conurbata a quella rurale dell’entroterra campano che conserva straordinarie pecularietà, agricole, artigianali e ambientali.
Del resto se non ora, quando?
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sabato 15 agosto 2009
Iniziata la raccolta della canapa a Caivano
Finalmente è iniziata la raccolta della canapa... la tenacia e la determinazione mia, di Michele Castaldo e soprattutto dei fratelli Mugione dell'azienda agricola caivanese Futuragricola 2000, ha consentito di avviare finalmente questo esperimento anche a Caivano.. Vi mostriamo il primo atto della raccolta "scippa' 'o cannel"...
domenica 9 agosto 2009
Regi Lagni, via al risanamento
Interessante articolo, uscito stamattina su Il Mattino. Forse si incomincia a fare sul serio, risanando questa grande opera idraulica voluta dai Borboni e rovinata dai contemporanei. Insieme alle bonifiche dei terreni che viaggiano intorno ai Regi Lagni c'è la vera svolta da imprimere al nostro territorio. Insieme alla ripresa della coltivazione della canapa... insieme al rilancio del Parco Agricolo di Caivano.. insieme ad una classe dirigente e ad una comunità intera che vuole riscattarsi e ritrovare l'orgoglio di essere caivanesi!!!
"Sono la maggiore fonte di inquinamento del litorale domiziano. I Regi Lagni, nonostante i costosissimi depuratori che non svolgono il loro ruolo, raccolgono in pratica le fogne non depurate di oltre centro Comuni del Napoletano e del Casertano e le sversano a mare. Ora la giunta Regionale della Campania ha deciso di correre i ripari. Su proposta del presidente Antonio Bassolino, degli assessori all'Agricoltura Gianfranco Nappi e all'Ambiente Walter Ganapini, ha stanziato 50 milioni di euro per la realizzazione di un Piano di salvaguardia e risanamento di una vasta area dei Regi Lagni compresa tra le province di Napoli e Caserta. Gli interventi interesseranno i territori dei Comuni di Castel Volturno, Villa Literno, Cancello Arnone, Casal di Principe, Villa di Briano, S. Maria la Fossa, Frignano, S. Maria Capua Vetere, San Tammaro, Casaluce, Teverola, Carinaro, Gricignano di Aversa, Succivo, Orta di Atella, Marcianise, Caivano, Acerra, Marigliano, S. Vitaliano, Cimitile, Nola, Casamarciano e San Paolo Belsito oltre alle aree dei Consorzi Asi di Napoli e Caserta relativamente agli agglomerati di Acerra, Caivano, Nola-Marigliano, Giugliano, Marcianise e Aversa Nord. Il progetto, che sarà esecutivo fin dai prossimi mesi, prevede l'adeguamento delle attività di depurazione, la regolazione degli scarichi dei Comuni dell'area interessata, delle ASI e un intervento mirato del consorzio di bonifica sulle sponde, a monte e a valle dell'asta principale dei Regi Lagni. Saranno, inoltre, realizzate, in collaborazione con la Provincia di Caserta, nuove griglie di contenimento alla foce delle condotte idriche. Per la realizzazione delle infrastrutture saranno utilizzati materiali edilizi ecosostenibili che favoriscono il risparmio energetico. Verranno, inoltre, realizzati dispositivi per la produzione di energia da fonte alternativa. «Il risanamento dei Regi Lagni è un passaggio fondamentale per il rilancio agricolo e industriale di uno dei territori strategici per lo sviluppo e la crescita della nostra regione», ha dichiarato il presidente Bassolino. La speranza è che questo provvedimento, dopo anni di incuria, sia davvero l’inizio per voltare pagina. Dopo l’emergenza rifiuti, in infatti, l’inquinamento provocato dai Regi Lagni (le cui sponde sono state del resto cementificate accrescendo gli effetti negativi sull’ecosistema e sul mare) è senz’altro la più grossa emergenza ambientale cui la Regione Campania non è riuscita finora a far fronte. L’inquinamento del mare del litorale domiziano (la foce dei Regi Lagni ricade nel territorio di Castelvolturno) infatti è andata via via crescendo proprio per la cattiva o insufficiente gestione dei sistemi di depurazione lungo i Regi Lagni e i mancati controlli dei confronti delle rete fognarie che finiscono in tale canale. Un canale che un tempo, in epoca borbonica, aveva la sola funzione di raccogliere le acque piovane che dalle pendici del Vesuvio confluivano in mare attraversando il Casertano."
"Sono la maggiore fonte di inquinamento del litorale domiziano. I Regi Lagni, nonostante i costosissimi depuratori che non svolgono il loro ruolo, raccolgono in pratica le fogne non depurate di oltre centro Comuni del Napoletano e del Casertano e le sversano a mare. Ora la giunta Regionale della Campania ha deciso di correre i ripari. Su proposta del presidente Antonio Bassolino, degli assessori all'Agricoltura Gianfranco Nappi e all'Ambiente Walter Ganapini, ha stanziato 50 milioni di euro per la realizzazione di un Piano di salvaguardia e risanamento di una vasta area dei Regi Lagni compresa tra le province di Napoli e Caserta. Gli interventi interesseranno i territori dei Comuni di Castel Volturno, Villa Literno, Cancello Arnone, Casal di Principe, Villa di Briano, S. Maria la Fossa, Frignano, S. Maria Capua Vetere, San Tammaro, Casaluce, Teverola, Carinaro, Gricignano di Aversa, Succivo, Orta di Atella, Marcianise, Caivano, Acerra, Marigliano, S. Vitaliano, Cimitile, Nola, Casamarciano e San Paolo Belsito oltre alle aree dei Consorzi Asi di Napoli e Caserta relativamente agli agglomerati di Acerra, Caivano, Nola-Marigliano, Giugliano, Marcianise e Aversa Nord. Il progetto, che sarà esecutivo fin dai prossimi mesi, prevede l'adeguamento delle attività di depurazione, la regolazione degli scarichi dei Comuni dell'area interessata, delle ASI e un intervento mirato del consorzio di bonifica sulle sponde, a monte e a valle dell'asta principale dei Regi Lagni. Saranno, inoltre, realizzate, in collaborazione con la Provincia di Caserta, nuove griglie di contenimento alla foce delle condotte idriche. Per la realizzazione delle infrastrutture saranno utilizzati materiali edilizi ecosostenibili che favoriscono il risparmio energetico. Verranno, inoltre, realizzati dispositivi per la produzione di energia da fonte alternativa. «Il risanamento dei Regi Lagni è un passaggio fondamentale per il rilancio agricolo e industriale di uno dei territori strategici per lo sviluppo e la crescita della nostra regione», ha dichiarato il presidente Bassolino. La speranza è che questo provvedimento, dopo anni di incuria, sia davvero l’inizio per voltare pagina. Dopo l’emergenza rifiuti, in infatti, l’inquinamento provocato dai Regi Lagni (le cui sponde sono state del resto cementificate accrescendo gli effetti negativi sull’ecosistema e sul mare) è senz’altro la più grossa emergenza ambientale cui la Regione Campania non è riuscita finora a far fronte. L’inquinamento del mare del litorale domiziano (la foce dei Regi Lagni ricade nel territorio di Castelvolturno) infatti è andata via via crescendo proprio per la cattiva o insufficiente gestione dei sistemi di depurazione lungo i Regi Lagni e i mancati controlli dei confronti delle rete fognarie che finiscono in tale canale. Un canale che un tempo, in epoca borbonica, aveva la sola funzione di raccogliere le acque piovane che dalle pendici del Vesuvio confluivano in mare attraversando il Casertano."
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domenica 2 agosto 2009
Se i deputati e i senatori del centrodestra rimarranno “peones”…
E’ difficile dare un giudizio politico su quanto sta accadendo a livello nazionale sulla rinascita della “questione meridionale” e sul partito del Sud. Certo è che a quasi 150 anni dall’Unità d’Italia, non siamo mai stati così divisi e lontani, non tanto economicamente (c’è sempre stato un divario enorme), quanto culturalmente, nella stessa concezione dello Stato unitario.
C’era bisogno della nascita della Lega Nord che, indubbiamente quando è nata, ha posto all’attenzione della politica una questione vera, “la questione settentrionale”, anche se oggi si è trasformata in una difesa “feroce” degli interessi del Nord, ma c’è voluto un governo di centrodestra centrato su un asse strategico Lega – Tremonti – Berlusconi dove evidentemente i deputati e i senatori della PDL del Sud non contano assolutamente nulla.
In Campania questo appare oltremodo paradossale, perché i responsabili politici campani della PDL parlano della “pagliuzza” del “napolicentrismo” e non si accorgono della “trave” che potrebbe essere definita “milanocentrismo”, che sposta sistematicamente risorse dal Sud al Nord del Paese.
La motivazione? Nel Sud sprecano le risorse… Ovviamente questa affermazione vale, o dovrebbe valere, per la Campania come per la Sicilia e allora non si capisce perché a parità di analisi si commissaria la sanità campana e non quella siciliana. Non si capisce perché si sbloccano (non sono soldi “nuovi” o aggiuntivi) circa 4 miliardi alla Sicilia e non ad altre regioni del Sud (vedremo in seguito); non si capisce perché si aiutano con soldi freschi i Comuni di Roma e Palermo (amministrati dal centrodestra). Adesso, dopo la presa di posizione dei siciliani Lombardo e Miccichè, Tremonti ha tirato fuori le idee di una nuova Casmez e una Banca del Sud (in realtà di questa Banca ne sta parlando da quando il Banco di Napoli è stato assorbito dal San Paolo di Torino).
E i nostri deputati e senatori, nonché sottosegretari all’economia? Cosa fanno? Stanno elaborando o concorrendo a definire una strategia per lo sviluppo ed il lavoro perchè la Campania vive in modo drammatico, più di altre realtà, la crisi economica con la chiusura di quei pochi centri manifatturieri, con la chiusura dei piccoli negozi, con la chiusura di qualsiasi speranza per i giovani di lavorare e se possibile lavorare al Sud invece di emigrare, nonostante l’una o due lauree? Peraltro vivendo la contraddizione, assolutamente inconcepibile, non solo di emigrare ma di essere anche combattuti ed esclusi da delibere come quella della Provincia di Vicenza sui direttori didattici e sui presidi del Sud.
Così non va. Così rischia l’intero paese.
E’ ora che i deputati e i senatori del centrodestra del Sud si sveglino e smettano di fare i “peones”. Ne guadagnerebbe non solo il Sud, ma l’Italia intera. Sugli strumenti da mettere in campo si può e si deve discutere in modo attento, perché nessuno deve o vuole sprecare altre risorse.
C’era bisogno della nascita della Lega Nord che, indubbiamente quando è nata, ha posto all’attenzione della politica una questione vera, “la questione settentrionale”, anche se oggi si è trasformata in una difesa “feroce” degli interessi del Nord, ma c’è voluto un governo di centrodestra centrato su un asse strategico Lega – Tremonti – Berlusconi dove evidentemente i deputati e i senatori della PDL del Sud non contano assolutamente nulla.
In Campania questo appare oltremodo paradossale, perché i responsabili politici campani della PDL parlano della “pagliuzza” del “napolicentrismo” e non si accorgono della “trave” che potrebbe essere definita “milanocentrismo”, che sposta sistematicamente risorse dal Sud al Nord del Paese.
La motivazione? Nel Sud sprecano le risorse… Ovviamente questa affermazione vale, o dovrebbe valere, per la Campania come per la Sicilia e allora non si capisce perché a parità di analisi si commissaria la sanità campana e non quella siciliana. Non si capisce perché si sbloccano (non sono soldi “nuovi” o aggiuntivi) circa 4 miliardi alla Sicilia e non ad altre regioni del Sud (vedremo in seguito); non si capisce perché si aiutano con soldi freschi i Comuni di Roma e Palermo (amministrati dal centrodestra). Adesso, dopo la presa di posizione dei siciliani Lombardo e Miccichè, Tremonti ha tirato fuori le idee di una nuova Casmez e una Banca del Sud (in realtà di questa Banca ne sta parlando da quando il Banco di Napoli è stato assorbito dal San Paolo di Torino).
E i nostri deputati e senatori, nonché sottosegretari all’economia? Cosa fanno? Stanno elaborando o concorrendo a definire una strategia per lo sviluppo ed il lavoro perchè la Campania vive in modo drammatico, più di altre realtà, la crisi economica con la chiusura di quei pochi centri manifatturieri, con la chiusura dei piccoli negozi, con la chiusura di qualsiasi speranza per i giovani di lavorare e se possibile lavorare al Sud invece di emigrare, nonostante l’una o due lauree? Peraltro vivendo la contraddizione, assolutamente inconcepibile, non solo di emigrare ma di essere anche combattuti ed esclusi da delibere come quella della Provincia di Vicenza sui direttori didattici e sui presidi del Sud.
Così non va. Così rischia l’intero paese.
E’ ora che i deputati e i senatori del centrodestra del Sud si sveglino e smettano di fare i “peones”. Ne guadagnerebbe non solo il Sud, ma l’Italia intera. Sugli strumenti da mettere in campo si può e si deve discutere in modo attento, perché nessuno deve o vuole sprecare altre risorse.
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