Il "cupio dissolvi" è il desiderio di morire, di dissolversi, di autoannientarsi, di diventare pura materia inorganica. Questa sembra essere la sindrome nella quale è caduto irrimediabilmente il PD di Caivano ed il suo gruppo dirigente. Intanto sviluppando, da luglio del 2009, improbabili alleanze al "centro" senza riuscire ad arrivare a qeull'importante appuntamento partendo da un'idea chiara sul tipo di alleanza, sui contenuti programmatici e sulla leadership della stessa. In questo era fin troppo chiaro che si è tentato fin da quel momento di far decidere ad altri ciò che il PD non era in grado di decidere da solo. Da qui il balletto interminabile di "riti tribali", di riunioni inutili nelle quali quello che si diceva non aveva alcun senso e nascondeva, ahimè, anche peggio, cioè il nulla.. Fino a che non c'è stata la mossa politica (messa in campo da SEL e IDV) che ha determinato che si sono finalmente "scoperte le carte". E le carte non erano nè del PD, nè della sua segreteria. Le carte, purtroppo, come avevamo gridato in più di una occasione, erano del senatore Giacinto Russo che ha finalmente lanciato la candidatura di Tonino Falco. Insomma il risultato finale di tutta la strategia del PD è stata quella di far uscire due candidati (Simone Monopoli e Tonino Falco) entrambi appartenenti (a diverso titolo e con diverse modalità, essendo comunque stati eletti all'epoca entrambi con l'UDC) all'Amministrazione Papaccioli combattuta strenuamente dal PD stesso. Un risultato davvero eccellente, atteso anche il fatto che, in questa operazione, ha perso la componente margheritina (quella che vuole vincere a tutti i costi!).
E adesso che succede?
Di fronte alla possibilità di mettere insieme un'alleanza PD, Sinistra Ecologia e Libertà, IDV e Rifondazione comunista, con l'aspirazione a "giocarsi la partita" attraverso un tentativo di riedizione del '94, inciampa, ammicca, gioca a ribasso, perde tempo...
Non c'è più tempo da perdere. Se non si è capaci di scegliere un candidato condiviso, l'unica strada sono le primarie, come ci hanno insegnato in Puglia con la grande vittoria di Nichi Vendola. Questo riunifica la coalizione e lo stesso PD, e ridà fiato al popolo della sinistra che si aspetta "qualcosa di sinistra"...
Altrimenti il PD cadrà nel "cupio dissolvi"... ma, sia chiaro, noi non ci saremo!!!
sabato 30 gennaio 2010
venerdì 22 gennaio 2010
Non vogliamo morire democristiani!!!!! Con tutto il rispetto per i democristiani
No, questo proprio No!
Dopo gli sviluppi di quei rituali tribali definiti interpartitici, siamo alle decisioni finali. E che cosa ci riservano? Il centrodestra candiderà il neodemocristiano (trasformato) Simone Monopoli; il centrosinistra candiderà il sempre democristiano Tonino Falco. Nulla di personale ovviamente; le due persone sono professionisti stimabili e stimati. Ma c’è che dopo tutte le battaglie politiche che abbiamo fatto, la partita non si può giocare tra due democristiani. Intendiamoci anche su un altro fatto, la Democrazia Cristiana è stato un grande partito con grandi personalità politiche di cui, ancora oggi, si sente la mancanza… Ma qui siamo a quello che ho definito, in una precedente riflessione, alla “deriva” centrista neo democristiana!!!
Se, dopo aver fatto tutto questo ambaradan, dovevamo tornare a morire democristiani, allora la risposta non può che essere: NO! NO! e poi NO!
Non so come si sia verificata la rinuncia di Peppe Celiento (di cui ho sempre avuto una stima profonda, pubblicamente espressa in ogni circostanza, perfino in Consiglio comunale) cedendo il passo a Simone Monopoli, ma nel centro-centro (ormai non è più centro sinistra) la responsabilità è chiara. E’ l’ennesima regia sconclusionata del senatore neo API, (con API si vola!!!) che, non essendo interessato alle sorti di Caivano, ha interessi solo politici ed ha lanciato un’OPA (come è definita dalla CONSOB:Offerta Pubblica d'Acquisto) sulla parte ex-Margherita del PD. In altri termini è interessato solo a far crescere il suo nuovo partito di gente (ex democristiana) che poiché “vuole vincere” per forza, credono che 2+2, in politica, faccia 4.
Non è così e non sarà mai così.
Volevano annettere la sinistra, metterla in una condizione subalterna perché “non nuocesse”….
Ma a che cosa non doveva nuocere la sinistra? Al consolidarsi, dietro questo schieramento di una serie di interessi edilizi “forti”.
Intanto non sappiamo che cosa farà il PD (oramai orfani degli ex democristiani e con una diaspora interna fortissima); si aggregheranno per quieto vivere alla deriva centrista? Spero di NO!
Attenderemo ancora 24 ore, poi partiremo e, soprattutto, venderemo cara la pelle… non la nostra… ma quella dei cittadini caivanesi ignari di questi interessi sotto banco!!!
Dopo gli sviluppi di quei rituali tribali definiti interpartitici, siamo alle decisioni finali. E che cosa ci riservano? Il centrodestra candiderà il neodemocristiano (trasformato) Simone Monopoli; il centrosinistra candiderà il sempre democristiano Tonino Falco. Nulla di personale ovviamente; le due persone sono professionisti stimabili e stimati. Ma c’è che dopo tutte le battaglie politiche che abbiamo fatto, la partita non si può giocare tra due democristiani. Intendiamoci anche su un altro fatto, la Democrazia Cristiana è stato un grande partito con grandi personalità politiche di cui, ancora oggi, si sente la mancanza… Ma qui siamo a quello che ho definito, in una precedente riflessione, alla “deriva” centrista neo democristiana!!!
Se, dopo aver fatto tutto questo ambaradan, dovevamo tornare a morire democristiani, allora la risposta non può che essere: NO! NO! e poi NO!
Non so come si sia verificata la rinuncia di Peppe Celiento (di cui ho sempre avuto una stima profonda, pubblicamente espressa in ogni circostanza, perfino in Consiglio comunale) cedendo il passo a Simone Monopoli, ma nel centro-centro (ormai non è più centro sinistra) la responsabilità è chiara. E’ l’ennesima regia sconclusionata del senatore neo API, (con API si vola!!!) che, non essendo interessato alle sorti di Caivano, ha interessi solo politici ed ha lanciato un’OPA (come è definita dalla CONSOB:Offerta Pubblica d'Acquisto) sulla parte ex-Margherita del PD. In altri termini è interessato solo a far crescere il suo nuovo partito di gente (ex democristiana) che poiché “vuole vincere” per forza, credono che 2+2, in politica, faccia 4.
Non è così e non sarà mai così.
Volevano annettere la sinistra, metterla in una condizione subalterna perché “non nuocesse”….
Ma a che cosa non doveva nuocere la sinistra? Al consolidarsi, dietro questo schieramento di una serie di interessi edilizi “forti”.
Intanto non sappiamo che cosa farà il PD (oramai orfani degli ex democristiani e con una diaspora interna fortissima); si aggregheranno per quieto vivere alla deriva centrista? Spero di NO!
Attenderemo ancora 24 ore, poi partiremo e, soprattutto, venderemo cara la pelle… non la nostra… ma quella dei cittadini caivanesi ignari di questi interessi sotto banco!!!
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lunedì 18 gennaio 2010
La politica ai tempi di facebook...
Ci siamo, ecco arrivata anche a Caivano, la battaglia politica via facebook, il social net work più diffuso al mondo che ha consentito a Barak Obama di vincere le primarie prima e l'elezione a Presidente degli Stati Uniti poi.
Sinceramente fa un pò sorridere che la questione riguardi fondamentalemente un partito che aspira alla leadership dell'intera coalizione di centrosinistra, con una battaglia tutta interna. Una volta ci si riuniva all'interno del partito e si decideva in una discussione franca, senza sconti, ma riunificante. E alla fine si usciva con un solo nome.... Questa volta non è così... Quindi battaglia tra i sostenitori dei due gruppi... chi ne avrà di più...
Anche questo è un segno dei tempi... (purtroppo brutti della politica!).
Eppure c'è una scelta logica da fare, una regola "aurea" della Politica. Se un partito non ha un candidato unico, condiviso e autorevole... può anche per una volta passare la mano.. o no?
Sinceramente fa un pò sorridere che la questione riguardi fondamentalemente un partito che aspira alla leadership dell'intera coalizione di centrosinistra, con una battaglia tutta interna. Una volta ci si riuniva all'interno del partito e si decideva in una discussione franca, senza sconti, ma riunificante. E alla fine si usciva con un solo nome.... Questa volta non è così... Quindi battaglia tra i sostenitori dei due gruppi... chi ne avrà di più...
Anche questo è un segno dei tempi... (purtroppo brutti della politica!).
Eppure c'è una scelta logica da fare, una regola "aurea" della Politica. Se un partito non ha un candidato unico, condiviso e autorevole... può anche per una volta passare la mano.. o no?
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domenica 3 gennaio 2010
La deriva centrista o meglio neo democristiana…..
Mancano meno di tre mesi alle elezioni comunali, provinciali e regionali, ma ancora non sappiamo con quali alleanze, con quali programmi e con quali uomini, sfideremo il centro-destra.
Lo stallo in cui oggi ci troviamo nasce dalla decisione del PD di tenere tutto fermo in attesa che l’UDC chiarisca se e dove intende partecipare a coalizioni di centro-sinistra.
I risultati di questa condotta sono sotto gli occhi di tutti: in Puglia la pregiudiziale anti-Vendola dell’UDC con il connesso rifiuto di scegliere il candidato attraverso elezioni primarie, ha portato a fare con molto ritardo e con diversi danni collaterali quello che si poteva fare due mesi fa; nel Lazio, l’idea di attendere l’esito delle primarie pugliesi, alimenta l’immagine di un PD e di una coalizione in stato confusionale. Caivano sta nello stesso pantano…
Occorre un rapido cambio di strategia politica.
Bisogna partire da ciò che è stato in questi anni il centro-sinistra al governo di molte tra le più importanti e significative realtà.
C’è un patrimonio di valori, di idee, di scelte di governo che non può essere gettato al macero in nome dell’alleanza con l’UDC.
I primi abbozzi di un nuovo modello di sviluppo economico e dell’occupazione fondati sull’ecologia, sulla cultura, sulla conoscenza; la tutela dei beni comuni; la politica dei diritti a cominciare da quelli degli ultimi, dei più discriminati; l’ispirazione laica nella gestione della cosa pubblica, sono i tanti tasselli che hanno composto in questi anni il mosaico delle politiche regionali là dove il centro-sinistra ha governato.
E’ un lavoro che non possiamo gettare al vento, riducendo la politica alla mera scelta delle persone o ad una sommatoria di partiti senza chiari contenuti programmatici.
Questo non vuol dire, tuttavia, porre pregiudiziali ad alleanze di centro-sinistra che accanto al PD, a SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTA’, all’IDV e a tutte le forze della sinistra, comprendano anche l’UDC.
Il nodo da sciogliere riguarda il contenuto politico-programmatico del rapporto con l’UDC.
La scelta del PD è allargare all’UDC, e prima all’ADC, considerandola l’unica possibilità per tornare a vincere. Ma per far questo il PD è disposto a scarica la sinistra e disperdere così il lavoro di tutti questi anni? Dimenticando che non bisogna solo vincere, ma bisogna ritornare a governare?
E come la mettiamo con l’API di Rutelli? Tentativo, assolutamente sottovalutato, di svuotare il PD della componente cattolico-moderata….
Se di questo si trattasse ci troveremmo di fronte ad una grave scelta politica del PD e la sconfitta alle elezioni sarebbe più che certa.
Si tratta di un puro calcolo elettorale? I voti degli elettori e delle elettrici non si sommano in assenza di un progetto politico condiviso che li convinca. Le semplici convenienze di potere dei partiti non creano consenso, anzi il più delle volte alimentano l’astensionismo.
Ben vengano, presto e con la chiarezza nel “cuore” l’UDC, l’API e chiunque altro vuole dare un governo serio che affronti i nodi atavici che minano lo sviluppo sostenibile di Caivano, ma a patto che non si realizzi la “deriva centrista” o “neodemocristiana” che farebbe ricadere la nostra Comunità indietro nel tempo, al tempo del blocco sociale edilizio… Nel 1994 fu sconfitto sonoramente… ci sarebbe, per loro, oggi, una nuova e più dolorosa sconfitta…
Lo stallo in cui oggi ci troviamo nasce dalla decisione del PD di tenere tutto fermo in attesa che l’UDC chiarisca se e dove intende partecipare a coalizioni di centro-sinistra.
I risultati di questa condotta sono sotto gli occhi di tutti: in Puglia la pregiudiziale anti-Vendola dell’UDC con il connesso rifiuto di scegliere il candidato attraverso elezioni primarie, ha portato a fare con molto ritardo e con diversi danni collaterali quello che si poteva fare due mesi fa; nel Lazio, l’idea di attendere l’esito delle primarie pugliesi, alimenta l’immagine di un PD e di una coalizione in stato confusionale. Caivano sta nello stesso pantano…
Occorre un rapido cambio di strategia politica.
Bisogna partire da ciò che è stato in questi anni il centro-sinistra al governo di molte tra le più importanti e significative realtà.
C’è un patrimonio di valori, di idee, di scelte di governo che non può essere gettato al macero in nome dell’alleanza con l’UDC.
I primi abbozzi di un nuovo modello di sviluppo economico e dell’occupazione fondati sull’ecologia, sulla cultura, sulla conoscenza; la tutela dei beni comuni; la politica dei diritti a cominciare da quelli degli ultimi, dei più discriminati; l’ispirazione laica nella gestione della cosa pubblica, sono i tanti tasselli che hanno composto in questi anni il mosaico delle politiche regionali là dove il centro-sinistra ha governato.
E’ un lavoro che non possiamo gettare al vento, riducendo la politica alla mera scelta delle persone o ad una sommatoria di partiti senza chiari contenuti programmatici.
Questo non vuol dire, tuttavia, porre pregiudiziali ad alleanze di centro-sinistra che accanto al PD, a SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTA’, all’IDV e a tutte le forze della sinistra, comprendano anche l’UDC.
Il nodo da sciogliere riguarda il contenuto politico-programmatico del rapporto con l’UDC.
La scelta del PD è allargare all’UDC, e prima all’ADC, considerandola l’unica possibilità per tornare a vincere. Ma per far questo il PD è disposto a scarica la sinistra e disperdere così il lavoro di tutti questi anni? Dimenticando che non bisogna solo vincere, ma bisogna ritornare a governare?
E come la mettiamo con l’API di Rutelli? Tentativo, assolutamente sottovalutato, di svuotare il PD della componente cattolico-moderata….
Se di questo si trattasse ci troveremmo di fronte ad una grave scelta politica del PD e la sconfitta alle elezioni sarebbe più che certa.
Si tratta di un puro calcolo elettorale? I voti degli elettori e delle elettrici non si sommano in assenza di un progetto politico condiviso che li convinca. Le semplici convenienze di potere dei partiti non creano consenso, anzi il più delle volte alimentano l’astensionismo.
Ben vengano, presto e con la chiarezza nel “cuore” l’UDC, l’API e chiunque altro vuole dare un governo serio che affronti i nodi atavici che minano lo sviluppo sostenibile di Caivano, ma a patto che non si realizzi la “deriva centrista” o “neodemocristiana” che farebbe ricadere la nostra Comunità indietro nel tempo, al tempo del blocco sociale edilizio… Nel 1994 fu sconfitto sonoramente… ci sarebbe, per loro, oggi, una nuova e più dolorosa sconfitta…
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