martedì 7 dicembre 2010

Al “centro” del piatto o il piatto al “centro”?

Ormai non si fa altro che parlare di “centro”, è tutta una rincorsa al “centro”, centro geometrico, centro politico, centro diagnostico… E la motivazione è sempre la stessa, a livello nazionale come a quello locale, non se ne può più con questo bipolarismo muscolare di due poli contro che non fa governare, che non porta a niente perché foriero solo ed esclusivamente di continui litigi. E quindi ogni tanto abbiamo i grandi soloni che “ci spiegano” la politica, ce la snocciolano in faccia con la faccia tosta di chi ha una mala fede da qui all’eternità..
Ma andiamo con ordine.
Partiamo dall’assunto, per me assurdo, che sia vera l’affermazione che al “centro” si governa.
Il famoso ritorno al centro significa che ad esempio UDC possa allearsi ad esempio in regione e in provincia con il PDL e in tantissimi comuni di questa regione con il PD?
Il famoso ritorno al centro significa che chi ha governato la sanità, l’urbanistica e i trasporti con Bassolino ed il PD (leggi UDC) per 20 anni e ne ha determinato il deficit, poi va a governare le stesse deleghe anche con Caldoro e il PDL, assumendo il ruolo di chi deve risanare i conti?
Il famoso ritorno al centro significa che, ad esempio, si farà rivivere la vecchia Democrazia Cristiana che si alleerà, di volta in volta, con il PDL e il PD, restando sempre a galla? E per fare quali politiche?
Si perché l’altro tema è per fare cosa? Quali politiche?
Poiché non abbiamo un esempio nazionale, almeno per adesso, conviene riferirsi al laboratorio Caivano.
Il Sindaco che ha governato fino all’ultimo minuto con Papaccioli e avallato molte delle sue scellerate decisioni, oggi si trova a guidare un raggruppamento di “centro”, fortemente rivendicato come tale, e, pur di vincere si è alleato anche con i “diavoli” e ha tentato con fatica immane di “regolamentarli”. Ma non ha capito che i “diavoli” veri ce li ha nel seno, in termini di fortissimi interessi edilizi (dei pochi anziché dei tanti), in termini di fortissimi interessi urbanistici (credo si debba indagare su molti passaggi di proprietà di terreni in zone “calde” di Caivano) soprattutto legati ad un processo di industrializzazione di Caivano a “macchia di leopardo” che rovina definitivamente ed ineluttabilmente il nostro territorio perché lo priva di una vocazione complessiva… un “deposito” di cementificio a Casolla (vi ricordate la questione Moccia?), una centrale a biomassa più avanti sulla destra in zona Sanganiello (per “bruciare” cosa?), una cartiera in zona Pascarola, ma rigorosamente fuori dall’Area industriale. Ovviamente il tutto si accompagna con mirabolanti promesse di creazione di tantissimi posti di lavoro, ben utilizzati in campagna elettorale, ma di lavoro non si è visto, a partire da Moccia, assolutamente nulla, così come è sempre accaduto dalle nostre parti, o al massimo, qualche decina di posti mediati dai soliti politici. E chi è contro è contro lo sviluppo (così dicono).. senza comprendere che le industrie si fanno nelle aree industriali, primo per non rovinare il territorio e poi per non inquinarlo più del dovuto, visto che non si hanno i servizi ambientali a sostegno…
Che miserie umana…
E il “centro”, il “centro” regolatore di ogni cosa che governa perché smussa le asperità estreme, il grande progetto politico che deve garantire le grandi sorti progressive, si traduce in questa miserie umana?
Piuttosto mi sembra un vero e proprio salto al “centro” del piatto… o, se preferite, portare il piatto al “centro”.

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