giovedì 13 maggio 2010

Dal voto di scambio alla "rete" di idee.. primi fermenti d’alternativa?

A Casal di Principe alcuni consiglieri ed alcuni partiti sono sotto inchiesta per il voto di scambio. L’Udeur, sotto inchiesta, ha il 38% di voti e sta con il centro sinistra che ha vinto (in realtà è stata un’alleanza trasversale contro il centro destra di Cosentino). Ci sono molti dubbi ed inchieste in giro, soprattutto nel Sud.
La domanda che si pone è, per conseguenza, la seguente: anche a Caivano c’è stato il voto di scambio? Difficile dirlo, anche se mi sovvengono le parole di Roberto Saviano a “Che tempo che fa”, dove spiegò come fosse opportuno che le elezioni in Italia, in particolare nelle regioni del sud dove la malavita organizzata invade e pervade tutto, fossero controllate da osservatori esterni, così come succede in molti paesi in via di sviluppo, dove c’è un delicato equilibrio democratico. Saviano voleva dire che rispetto al solo dubbio che ci possano essere “invasioni di campo”, bisogna assolutamente fugarli evitando anche il semplice dubbio. Del resto si è sempre detto che etica, in politica, significa che non solo Cesare, ma anche la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto!
Non so, quindi, se c’è stato voto inquinato, voto di scambio, ma è indubbio che si sa perfettamente come si prendono i voti e come si è modificato profondamente il sistema del consenso. I partiti non hanno più autorevolezza, non c’è più la selezione della classe dirigente, chiunque pensa di poter fare il consigliere, l’assessore o il sindaco, senza quella propedeuticità che significa “imparare il mestiere” di politico che tra le altre cose oggi è molto più complesso fare. Certo il consiglio comunale è lo specchio della società e allora come bisogna risolvere il corto circuito dei cittadini che vogliono un paese più bello, più civile, più sicuro ma votano esattamente (al di là di giudizi sui singoli) in modo contrario a quello che desiderano? Il sistema elettorale ha sicuramente il difetto che con la preferenza unica si sceglie la candidatura di chi ha una famiglia numerosa e/o un medico, un architetto, un geometra che ha un potenziale di voti straordinariamente alto, al di là di quella propedeuticità che dicevamo prima. Ed il voto è nei fatti un voto di scambio. Si vota la persona che è disponibile (medico), è attento alle tue esigenze (architetto/geometra), ti promette un posto di lavoro (piccolo imprenditore). Ma mai si vota per l’idea di una città diversa, quella che in definitiva si desidera con tutto il cuore. Tutto questo va connesso con quello che dice Antonio Gibelli, storico e studioso dei fenomeni contemporanei, che parla di trasformazione antropologica della nostra gente.
Ora la vicenda di Carlo Ciccarelli, di cui si sta parlando in queste ore, è una questione emblematica che genera dubbi. Io penso che di fronte ai dubbi bisogna fare chiarezza, sempre. E credo che i partiti e le istituzioni debbano stare lontano mille miglia da fenomeni che “generano dubbi”. E insisto, Ciccarelli non è l’unico dubbio.
Il rischio è la nomina di una commissione d’accesso con il conseguente scioglimento del consiglio comunale che getterebbe un’ombra sinistra su tutta la nostra comunità. Sarebbe il punto più basso mai registrato da Caivano.
Bisogna dire no a tutto questo, bisogna fare chiarezza, bisogna fugare qualsiasi dubbio.
Per fortuna a Caivano non c’è solo questo. Nella società si muove qualcosa. Trovo, per esempio, estremamente interessante il lavoro fatto da “Voce per tutti”, che non sono solo una sigla che ha garantito democrazia durante la campagna elettorale, ma oggi giovani in carne e ossa prendono le firme per la trasmissione radiotv del consiglio comunale. E trovo interessante che in pochi giorni nasca un gruppo su Facebook che grida con forza il ritorno di Caivano rock. Entrambe le iniziative guardano al presente con un occhio al futuro, esprimono un’istanza di cambiamento. C’è nella loro richiesta voglia di un futuro diverso, al di là delle richieste condivisibili o meno, con un occhio alla propria città, quella dove campano ma non vivono… esprimono un diritto di cittadinanza.
E allora bisogna mettere insieme queste istanze, le persone per bene che le esprimono, tenendo lontanissimo dalle istituzione chiunque esprima interessi poco chiari. E non è solo un problema di "forze politiche".. c'è la necessità di costruire nella società una santa alleanza tra la borghesia illuminata (ammesso che ci sia ancora), il mondo del lavoro (quello che esprime istanze sociali), il mondo delle professioni/professionisti (quelli che esprimono istanze di qualità della vita e che fanno opinione), il mondo giovanile (che esprime incazzatura e voglia di cambiamento).
Intorno a questo blocco sociale "progressista", bisogna costruire un'idea di città futura e una squadra di uomini e donne riconoscibili come persone serie e per bene.
Se si farà tutto questo forse si potrà vincere e, l’ho detto in tutti i modi possibili e immaginabili, si potrà soprattutto governare. La classe dirigente di un paese deve essere sempre migliore delle persone che amministra e che li elegge. Viceversa vedo un futuro davvero buio!

1 commento:

Pippo Ponticelli ha detto...

Grande articolo, perfette riflessioni. Sono perfettamente d'accordo con te. Strano, sto dall'altra parte della barricata ma mi trovo sempre in sintonia con le tue valutazioni.
ciao.
Pippo