domenica 16 maggio 2010

Igica: i conti non tornano

Certo questa Igica non riesce a trovare pace. Non ha pagato gli ultimi stipendi agli operai che, giustamente, hanno l'altra sera lasciati i rifiuti a terra. C'è voluto l'intervento del neo assessore Enzo Angelino per sbloccare la situazione garantendo che gli stipendi sarebbero stati pagati questa prossima settimana. Solo dietro queste garanzie si è ripreso responsabilmente il lavoro.
Ma come è possibile che si determinino situazioni del genere, visto che l'azienda ha riconquistato di nuovo vecchi cantieri, lasciati dalla Saba oggetto di interdittive antimafia?
Non si è mai riusciti a comprendere quali fossero i conti debitori e quelli creditori e se qualcuno si attivasse per recuperare le somme spettanti. La gara per l'affidamento del servizio a Caivano, intanto, non è stata ancora affidata; quella sulla vendita del 49% delle quote non è stata ancora svolta e l'Igica viene esclusa, per questo, dalla gara di affidamento del servizio a Caserta città.
Credo sia necessario entrare nei conti dell'Igica, non quelli ufficiali, ma quelli reali e capire davvero se e chi l'ha portata alla rovina e perchè si nascondono consulenze, livelli attribuiti in virtù di padrinaggi politici, debiti contratti non si sa bene come.
E non mi si venga a dire che bisogna privatizzare il servizio, visto che l'ennesima ditta che vinceva le gare è stata inevitabilmente messa fuori dai collegamenti strani che ha. Quando scattano le interdittive antimafia, a torto o a ragione, il destino è segnato (vedi Ecoltech, Ecocampania ecc..).Anche quando alle gare partecipano ditte del nord lo fanno in abbinamento, palese o nascosto, con quelle del sud che in un modo o nell'altro sono riconducibili a strani collegamenti.
Allora che fare? Ci vogliono dieci giorni per capire come stanno i conti (che devono essere resi pubblici) e se è possibile risanarli. Poi ci vuole un nuovo management (un amministratore unico) capace che elabori un buon piano industriale e porti i conti a posto in un arco temporale ragionevole, intervenendo con la scure se è necessario.
All'amministrazione il compito di fare un'azione di responsabilità nei confronti dei manager che hanno portato al disastro l'azienda, di affidare la gara del servizio, e dismettere quel 49% delle quote del Comune. Se le vendesse ai dipendenti e ai caivanesi attraverso un azionariato diffuso (da controllare ovviamente la non concentrazione e la rivendita solo a favore del Comune) sarebbe un'ottima cosa.
Contestualmente l'Amministrazione, così come descritto su queste pagine da Antonio Perrotta, dovrebbe ridurre di una percentuale la tarsu...e fare la raccolta differenziata...

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