Altra tegola sulla testa del neo Sindaco di Caivano, Tonino Falco. Dopo Ciccarelli, costretto alle dimissioni dopo l'arresto del fratello per spaccio di droga, adesso c'è la denuncia all'assessore Carofilo con sequestro dell'area di proprietà sua e della sua famiglia dove bisogna costruire una serie di appartamenti in una lottizzazione convenzionata prevista dal Piano regolatore. In buona sostanza lo si accuserebbe (il condizionale è d'obbligo) di aver smaltito nel proprio terreno rifiuti speciali provenienti dal cantiere ex ICIF, dove è impegnata l'impresa di Pierino Magri, grande sponsor della coalizione e del Sindaco Tonino Falco.
In appena un mese due tegole del genere sembrano davvero un record negativo. Non si può far finta di niente. Non sono tra quelli che si inscrivono al gruppo di chi chiede a gran voce le dimissioni di Carofilo, ma è certo che il Sindaco deve chiarire molte cose. Prima fa un'operazione di chiarezza è meglio è per tutti. Tonino Falco deve subito convocare una conferenza stampa e deve spiegare, in qualità di Sindaco:
1) la natura del colloquio avuto con il Prefetto sulla vicenda Ciccarelli che hanno portato, poi, alle sue dimissioni;
2) di che cosa è accusato effettivamente Carofilo e se è compatibile la sua presenza in Giunta;
3) qual è il legame tra l'imprenditore Pierino Magri e Carofilo;
4) quali sono le ragioni vere dell'aspettativa del Comandante dei Vigili Urbani;
5) perchè non si approva la gara per la raccolta dei rifiuti;
6) i conti veri dell'Igica e se risulta vero il rischio di fallimento.
Credo che i cittadini di Caivano abbiano bisogno, al posto di inciuci, di chiarezza, trasparenza e verità.
L'unico abilitato a farlo è il Sindaco ...
domenica 30 maggio 2010
sabato 29 maggio 2010
Io sono colpevole di Franco Natale*
Io sono colpevole. Colpevole in quanto casalese. Casalese non come appartenete al clan, loro non meritano questo nome. Ma casalese come cittadino di queste terre.. colpevole. Colpevole semplicemente di non essere normale. In un paese dove abbondano eroi e criminali, eccellenze nel bene e nel male, la straordinarietà è all’ordine del giorno, i colori sono quelli di un fumetto, e la normalità è l’eccezione.
La storia la faranno anche i martiri, i dittatori, i grandi personaggi che decidono, ordinano, tramano, sognano, creano. Ma il mondo va avanti con il sudore della gente comune. Ma proprio questa gente..dov’è? quante poche mani servono per contarla?
Cosa significa essere normali qui da noi? Significa solo svegliarsi la mattina e andare a lavorare, come dice qualcuno? Significa solo non essere nel centro del ciclone ed sentirsi “estraneo ai fatti”?
Io credo significhi anche avere coraggio. E non parlo del coraggio di denunciare, del coraggio di manifestare, di affrontare il potere, di lottare rischiando la vita. Questo spetta a chi ha le capacità di farlo, e non avere questa capacità non è una colpa. Una colpa è invece non avere il coraggio di distinguersi se la si pensa diversamente, di schierarsi intimamente, di non annegare con gli altri nella banalità dei luoghi comuni. Il coraggio di essere coerenti, il coraggio di essere onesti, prima di tutto con se stessi. Normalità è seguire le leggi, tutte, dalla prima all’ultima. Significa pagare le tasse, tutte, dalla prima all’ultima. Significa rispetto, di te stesso e della tua dignità, degli altri, della comunità, dell’ambiente. Significa dare valore alla democrazia. Significa non svendere il proprio voto. Significa votare per chi credi possa fare del bene alla tua comunità. Significa non votare qualcuno solo perché ti è parente o amico o ti ha fatto un piacere o crede di avertelo fatto. Perché qui si confonde il diritto con il privilegio o il favore, la comunità con la tua famiglia, il processo democratico con una partita di calcio. Si confonde la vita con la sopravvivenza, l’integrità con l’invisibilità, l’interesse con il profitto, la chiarezza con l’ambiguità.
Avere coraggio significa assumersi le responsabilità di quello che avviene, perché tutti abbiamo il potere di cambiare le cose, basta crederci, ed è vero. Significa rispettare il proprio ruolo e le proprie professionalità, sapendo che quello che si fa, si dice, si scrive ha sempre degli effetti, nel bene e nel male. E significa anche non aver paura di sbagliare. Avere coraggio è alzare lo sguardo non quando incontri un camorrista per strada, ma quando sei solo davanti ad uno specchio. Significa imparare a giudicare, farlo con cognizione, con consapevolezza, senza superficialità.
Ci si dimentica ormai del tempo che passa. Basta un attimo per sradicare un albero nel proprio giardino, anche se a piantarlo è stato tuo nonno. Ci si dimentica del sangue versato che ha concimato i campi, e si banalizza sui morti perché tanto sono morti ma tu sei vivo, e non riesci a sentirti alla loro altezza. Ci si dimentica della strada percorsa, dei piedi rotti e del sudore, di chi ha fatto cosa e del perché è successo. E soprattutto si dimenticano le colpe.
Avere coraggio è non dimenticare.
Il coraggio di scegliere, il coraggio di essere uomini liberi, il coraggio di essere partigiani in guerra.
Si, mi sento colpevole. Colpevole di non riuscire, di non tentare, di non volere, di non credere, di non potere. Colpevole.
* Franco Natale è stato sindaco per pochi mesi a Casal di Principe, attivista nel volontariato sociale e presidente dell'associazione Jerry Maslo, impegnato in tutte le battaglie di Libera e dell'associazione Don Peppe Diana, prete scomodo ammazzato dalla camorra. La sua riflessione interessa tutti, anche noi!
La storia la faranno anche i martiri, i dittatori, i grandi personaggi che decidono, ordinano, tramano, sognano, creano. Ma il mondo va avanti con il sudore della gente comune. Ma proprio questa gente..dov’è? quante poche mani servono per contarla?
Cosa significa essere normali qui da noi? Significa solo svegliarsi la mattina e andare a lavorare, come dice qualcuno? Significa solo non essere nel centro del ciclone ed sentirsi “estraneo ai fatti”?
Io credo significhi anche avere coraggio. E non parlo del coraggio di denunciare, del coraggio di manifestare, di affrontare il potere, di lottare rischiando la vita. Questo spetta a chi ha le capacità di farlo, e non avere questa capacità non è una colpa. Una colpa è invece non avere il coraggio di distinguersi se la si pensa diversamente, di schierarsi intimamente, di non annegare con gli altri nella banalità dei luoghi comuni. Il coraggio di essere coerenti, il coraggio di essere onesti, prima di tutto con se stessi. Normalità è seguire le leggi, tutte, dalla prima all’ultima. Significa pagare le tasse, tutte, dalla prima all’ultima. Significa rispetto, di te stesso e della tua dignità, degli altri, della comunità, dell’ambiente. Significa dare valore alla democrazia. Significa non svendere il proprio voto. Significa votare per chi credi possa fare del bene alla tua comunità. Significa non votare qualcuno solo perché ti è parente o amico o ti ha fatto un piacere o crede di avertelo fatto. Perché qui si confonde il diritto con il privilegio o il favore, la comunità con la tua famiglia, il processo democratico con una partita di calcio. Si confonde la vita con la sopravvivenza, l’integrità con l’invisibilità, l’interesse con il profitto, la chiarezza con l’ambiguità.
Avere coraggio significa assumersi le responsabilità di quello che avviene, perché tutti abbiamo il potere di cambiare le cose, basta crederci, ed è vero. Significa rispettare il proprio ruolo e le proprie professionalità, sapendo che quello che si fa, si dice, si scrive ha sempre degli effetti, nel bene e nel male. E significa anche non aver paura di sbagliare. Avere coraggio è alzare lo sguardo non quando incontri un camorrista per strada, ma quando sei solo davanti ad uno specchio. Significa imparare a giudicare, farlo con cognizione, con consapevolezza, senza superficialità.
Ci si dimentica ormai del tempo che passa. Basta un attimo per sradicare un albero nel proprio giardino, anche se a piantarlo è stato tuo nonno. Ci si dimentica del sangue versato che ha concimato i campi, e si banalizza sui morti perché tanto sono morti ma tu sei vivo, e non riesci a sentirti alla loro altezza. Ci si dimentica della strada percorsa, dei piedi rotti e del sudore, di chi ha fatto cosa e del perché è successo. E soprattutto si dimenticano le colpe.
Avere coraggio è non dimenticare.
Il coraggio di scegliere, il coraggio di essere uomini liberi, il coraggio di essere partigiani in guerra.
Si, mi sento colpevole. Colpevole di non riuscire, di non tentare, di non volere, di non credere, di non potere. Colpevole.
* Franco Natale è stato sindaco per pochi mesi a Casal di Principe, attivista nel volontariato sociale e presidente dell'associazione Jerry Maslo, impegnato in tutte le battaglie di Libera e dell'associazione Don Peppe Diana, prete scomodo ammazzato dalla camorra. La sua riflessione interessa tutti, anche noi!
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domenica 23 maggio 2010
Raucci non convince sui conti dell'Igica
L'intervista rilasciata da Raucci, presidente dell'Igica, al giornale Free Press non chiarisce i problemi sui conti dell'Igica. Che i Comuni pagassero in ritardo lo sapevamo da tempo, ma quanti crediti ha l'Igica nei confronti dei Comuni che non potranno certo essere un problema visto che sono sottoscritti in forza di contratti e quindi sicuramente esigibili (facilmente incassabili). Il problema sono i debiti e la loro gestione: quante sono le uscite per pagamenti degli stipendi, per i servizi, per le consulenze? E come il management come riesce a gestire il flusso delle entrate e delle uscite tenendo a bada i creditori evitando di "farsi pignorare" creando un corto circuito sulla funzionalità dell'azienda. E sui processi di diversificazione della propria mission? a che punto stanno le cose? qual'è lo stato del piano industriale, ammesso che ce ne sia uno? Ho l'impressione che il presidente Raucci non conosca bene i conti dell'Igica o legga solo quelli che gli prepara Bruno, amministratore delegato.
Su questo c'è bisogno di un'operazione verità.
E l'Amministrazione ha l'obbligo di analizzare questi conti, renderli pubblici, portadoli in consiglio comunale e spiegando come si vuole uscire dal rischio che salti tutto in aria.
L'operazione verità serve ai cittadini, ai lavoratori, alla stessa società che può (forse), sicuramente deve trovare una nuova strada per riaffermarsi nel grande baillame dei rifiuti in regione campania che, come tutti hanno capito, non è stato mai risolto, e rischia prossimamente di riesplodere di nuovo.
L'Igica può e deve essere protagonista di questa nuova fase.
Su questo c'è bisogno di un'operazione verità.
E l'Amministrazione ha l'obbligo di analizzare questi conti, renderli pubblici, portadoli in consiglio comunale e spiegando come si vuole uscire dal rischio che salti tutto in aria.
L'operazione verità serve ai cittadini, ai lavoratori, alla stessa società che può (forse), sicuramente deve trovare una nuova strada per riaffermarsi nel grande baillame dei rifiuti in regione campania che, come tutti hanno capito, non è stato mai risolto, e rischia prossimamente di riesplodere di nuovo.
L'Igica può e deve essere protagonista di questa nuova fase.
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domenica 16 maggio 2010
Igica: i conti non tornano
Certo questa Igica non riesce a trovare pace. Non ha pagato gli ultimi stipendi agli operai che, giustamente, hanno l'altra sera lasciati i rifiuti a terra. C'è voluto l'intervento del neo assessore Enzo Angelino per sbloccare la situazione garantendo che gli stipendi sarebbero stati pagati questa prossima settimana. Solo dietro queste garanzie si è ripreso responsabilmente il lavoro.
Ma come è possibile che si determinino situazioni del genere, visto che l'azienda ha riconquistato di nuovo vecchi cantieri, lasciati dalla Saba oggetto di interdittive antimafia?
Non si è mai riusciti a comprendere quali fossero i conti debitori e quelli creditori e se qualcuno si attivasse per recuperare le somme spettanti. La gara per l'affidamento del servizio a Caivano, intanto, non è stata ancora affidata; quella sulla vendita del 49% delle quote non è stata ancora svolta e l'Igica viene esclusa, per questo, dalla gara di affidamento del servizio a Caserta città.
Credo sia necessario entrare nei conti dell'Igica, non quelli ufficiali, ma quelli reali e capire davvero se e chi l'ha portata alla rovina e perchè si nascondono consulenze, livelli attribuiti in virtù di padrinaggi politici, debiti contratti non si sa bene come.
E non mi si venga a dire che bisogna privatizzare il servizio, visto che l'ennesima ditta che vinceva le gare è stata inevitabilmente messa fuori dai collegamenti strani che ha. Quando scattano le interdittive antimafia, a torto o a ragione, il destino è segnato (vedi Ecoltech, Ecocampania ecc..).Anche quando alle gare partecipano ditte del nord lo fanno in abbinamento, palese o nascosto, con quelle del sud che in un modo o nell'altro sono riconducibili a strani collegamenti.
Allora che fare? Ci vogliono dieci giorni per capire come stanno i conti (che devono essere resi pubblici) e se è possibile risanarli. Poi ci vuole un nuovo management (un amministratore unico) capace che elabori un buon piano industriale e porti i conti a posto in un arco temporale ragionevole, intervenendo con la scure se è necessario.
All'amministrazione il compito di fare un'azione di responsabilità nei confronti dei manager che hanno portato al disastro l'azienda, di affidare la gara del servizio, e dismettere quel 49% delle quote del Comune. Se le vendesse ai dipendenti e ai caivanesi attraverso un azionariato diffuso (da controllare ovviamente la non concentrazione e la rivendita solo a favore del Comune) sarebbe un'ottima cosa.
Contestualmente l'Amministrazione, così come descritto su queste pagine da Antonio Perrotta, dovrebbe ridurre di una percentuale la tarsu...e fare la raccolta differenziata...
Ma come è possibile che si determinino situazioni del genere, visto che l'azienda ha riconquistato di nuovo vecchi cantieri, lasciati dalla Saba oggetto di interdittive antimafia?
Non si è mai riusciti a comprendere quali fossero i conti debitori e quelli creditori e se qualcuno si attivasse per recuperare le somme spettanti. La gara per l'affidamento del servizio a Caivano, intanto, non è stata ancora affidata; quella sulla vendita del 49% delle quote non è stata ancora svolta e l'Igica viene esclusa, per questo, dalla gara di affidamento del servizio a Caserta città.
Credo sia necessario entrare nei conti dell'Igica, non quelli ufficiali, ma quelli reali e capire davvero se e chi l'ha portata alla rovina e perchè si nascondono consulenze, livelli attribuiti in virtù di padrinaggi politici, debiti contratti non si sa bene come.
E non mi si venga a dire che bisogna privatizzare il servizio, visto che l'ennesima ditta che vinceva le gare è stata inevitabilmente messa fuori dai collegamenti strani che ha. Quando scattano le interdittive antimafia, a torto o a ragione, il destino è segnato (vedi Ecoltech, Ecocampania ecc..).Anche quando alle gare partecipano ditte del nord lo fanno in abbinamento, palese o nascosto, con quelle del sud che in un modo o nell'altro sono riconducibili a strani collegamenti.
Allora che fare? Ci vogliono dieci giorni per capire come stanno i conti (che devono essere resi pubblici) e se è possibile risanarli. Poi ci vuole un nuovo management (un amministratore unico) capace che elabori un buon piano industriale e porti i conti a posto in un arco temporale ragionevole, intervenendo con la scure se è necessario.
All'amministrazione il compito di fare un'azione di responsabilità nei confronti dei manager che hanno portato al disastro l'azienda, di affidare la gara del servizio, e dismettere quel 49% delle quote del Comune. Se le vendesse ai dipendenti e ai caivanesi attraverso un azionariato diffuso (da controllare ovviamente la non concentrazione e la rivendita solo a favore del Comune) sarebbe un'ottima cosa.
Contestualmente l'Amministrazione, così come descritto su queste pagine da Antonio Perrotta, dovrebbe ridurre di una percentuale la tarsu...e fare la raccolta differenziata...
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Tarsu
giovedì 13 maggio 2010
Dal voto di scambio alla "rete" di idee.. primi fermenti d’alternativa?
A Casal di Principe alcuni consiglieri ed alcuni partiti sono sotto inchiesta per il voto di scambio. L’Udeur, sotto inchiesta, ha il 38% di voti e sta con il centro sinistra che ha vinto (in realtà è stata un’alleanza trasversale contro il centro destra di Cosentino). Ci sono molti dubbi ed inchieste in giro, soprattutto nel Sud.
La domanda che si pone è, per conseguenza, la seguente: anche a Caivano c’è stato il voto di scambio? Difficile dirlo, anche se mi sovvengono le parole di Roberto Saviano a “Che tempo che fa”, dove spiegò come fosse opportuno che le elezioni in Italia, in particolare nelle regioni del sud dove la malavita organizzata invade e pervade tutto, fossero controllate da osservatori esterni, così come succede in molti paesi in via di sviluppo, dove c’è un delicato equilibrio democratico. Saviano voleva dire che rispetto al solo dubbio che ci possano essere “invasioni di campo”, bisogna assolutamente fugarli evitando anche il semplice dubbio. Del resto si è sempre detto che etica, in politica, significa che non solo Cesare, ma anche la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto!
Non so, quindi, se c’è stato voto inquinato, voto di scambio, ma è indubbio che si sa perfettamente come si prendono i voti e come si è modificato profondamente il sistema del consenso. I partiti non hanno più autorevolezza, non c’è più la selezione della classe dirigente, chiunque pensa di poter fare il consigliere, l’assessore o il sindaco, senza quella propedeuticità che significa “imparare il mestiere” di politico che tra le altre cose oggi è molto più complesso fare. Certo il consiglio comunale è lo specchio della società e allora come bisogna risolvere il corto circuito dei cittadini che vogliono un paese più bello, più civile, più sicuro ma votano esattamente (al di là di giudizi sui singoli) in modo contrario a quello che desiderano? Il sistema elettorale ha sicuramente il difetto che con la preferenza unica si sceglie la candidatura di chi ha una famiglia numerosa e/o un medico, un architetto, un geometra che ha un potenziale di voti straordinariamente alto, al di là di quella propedeuticità che dicevamo prima. Ed il voto è nei fatti un voto di scambio. Si vota la persona che è disponibile (medico), è attento alle tue esigenze (architetto/geometra), ti promette un posto di lavoro (piccolo imprenditore). Ma mai si vota per l’idea di una città diversa, quella che in definitiva si desidera con tutto il cuore. Tutto questo va connesso con quello che dice Antonio Gibelli, storico e studioso dei fenomeni contemporanei, che parla di trasformazione antropologica della nostra gente.
Ora la vicenda di Carlo Ciccarelli, di cui si sta parlando in queste ore, è una questione emblematica che genera dubbi. Io penso che di fronte ai dubbi bisogna fare chiarezza, sempre. E credo che i partiti e le istituzioni debbano stare lontano mille miglia da fenomeni che “generano dubbi”. E insisto, Ciccarelli non è l’unico dubbio.
Il rischio è la nomina di una commissione d’accesso con il conseguente scioglimento del consiglio comunale che getterebbe un’ombra sinistra su tutta la nostra comunità. Sarebbe il punto più basso mai registrato da Caivano.
Bisogna dire no a tutto questo, bisogna fare chiarezza, bisogna fugare qualsiasi dubbio.
Per fortuna a Caivano non c’è solo questo. Nella società si muove qualcosa. Trovo, per esempio, estremamente interessante il lavoro fatto da “Voce per tutti”, che non sono solo una sigla che ha garantito democrazia durante la campagna elettorale, ma oggi giovani in carne e ossa prendono le firme per la trasmissione radiotv del consiglio comunale. E trovo interessante che in pochi giorni nasca un gruppo su Facebook che grida con forza il ritorno di Caivano rock. Entrambe le iniziative guardano al presente con un occhio al futuro, esprimono un’istanza di cambiamento. C’è nella loro richiesta voglia di un futuro diverso, al di là delle richieste condivisibili o meno, con un occhio alla propria città, quella dove campano ma non vivono… esprimono un diritto di cittadinanza.
E allora bisogna mettere insieme queste istanze, le persone per bene che le esprimono, tenendo lontanissimo dalle istituzione chiunque esprima interessi poco chiari. E non è solo un problema di "forze politiche".. c'è la necessità di costruire nella società una santa alleanza tra la borghesia illuminata (ammesso che ci sia ancora), il mondo del lavoro (quello che esprime istanze sociali), il mondo delle professioni/professionisti (quelli che esprimono istanze di qualità della vita e che fanno opinione), il mondo giovanile (che esprime incazzatura e voglia di cambiamento).
Intorno a questo blocco sociale "progressista", bisogna costruire un'idea di città futura e una squadra di uomini e donne riconoscibili come persone serie e per bene.
Se si farà tutto questo forse si potrà vincere e, l’ho detto in tutti i modi possibili e immaginabili, si potrà soprattutto governare. La classe dirigente di un paese deve essere sempre migliore delle persone che amministra e che li elegge. Viceversa vedo un futuro davvero buio!
La domanda che si pone è, per conseguenza, la seguente: anche a Caivano c’è stato il voto di scambio? Difficile dirlo, anche se mi sovvengono le parole di Roberto Saviano a “Che tempo che fa”, dove spiegò come fosse opportuno che le elezioni in Italia, in particolare nelle regioni del sud dove la malavita organizzata invade e pervade tutto, fossero controllate da osservatori esterni, così come succede in molti paesi in via di sviluppo, dove c’è un delicato equilibrio democratico. Saviano voleva dire che rispetto al solo dubbio che ci possano essere “invasioni di campo”, bisogna assolutamente fugarli evitando anche il semplice dubbio. Del resto si è sempre detto che etica, in politica, significa che non solo Cesare, ma anche la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto!
Non so, quindi, se c’è stato voto inquinato, voto di scambio, ma è indubbio che si sa perfettamente come si prendono i voti e come si è modificato profondamente il sistema del consenso. I partiti non hanno più autorevolezza, non c’è più la selezione della classe dirigente, chiunque pensa di poter fare il consigliere, l’assessore o il sindaco, senza quella propedeuticità che significa “imparare il mestiere” di politico che tra le altre cose oggi è molto più complesso fare. Certo il consiglio comunale è lo specchio della società e allora come bisogna risolvere il corto circuito dei cittadini che vogliono un paese più bello, più civile, più sicuro ma votano esattamente (al di là di giudizi sui singoli) in modo contrario a quello che desiderano? Il sistema elettorale ha sicuramente il difetto che con la preferenza unica si sceglie la candidatura di chi ha una famiglia numerosa e/o un medico, un architetto, un geometra che ha un potenziale di voti straordinariamente alto, al di là di quella propedeuticità che dicevamo prima. Ed il voto è nei fatti un voto di scambio. Si vota la persona che è disponibile (medico), è attento alle tue esigenze (architetto/geometra), ti promette un posto di lavoro (piccolo imprenditore). Ma mai si vota per l’idea di una città diversa, quella che in definitiva si desidera con tutto il cuore. Tutto questo va connesso con quello che dice Antonio Gibelli, storico e studioso dei fenomeni contemporanei, che parla di trasformazione antropologica della nostra gente.
Ora la vicenda di Carlo Ciccarelli, di cui si sta parlando in queste ore, è una questione emblematica che genera dubbi. Io penso che di fronte ai dubbi bisogna fare chiarezza, sempre. E credo che i partiti e le istituzioni debbano stare lontano mille miglia da fenomeni che “generano dubbi”. E insisto, Ciccarelli non è l’unico dubbio.
Il rischio è la nomina di una commissione d’accesso con il conseguente scioglimento del consiglio comunale che getterebbe un’ombra sinistra su tutta la nostra comunità. Sarebbe il punto più basso mai registrato da Caivano.
Bisogna dire no a tutto questo, bisogna fare chiarezza, bisogna fugare qualsiasi dubbio.
Per fortuna a Caivano non c’è solo questo. Nella società si muove qualcosa. Trovo, per esempio, estremamente interessante il lavoro fatto da “Voce per tutti”, che non sono solo una sigla che ha garantito democrazia durante la campagna elettorale, ma oggi giovani in carne e ossa prendono le firme per la trasmissione radiotv del consiglio comunale. E trovo interessante che in pochi giorni nasca un gruppo su Facebook che grida con forza il ritorno di Caivano rock. Entrambe le iniziative guardano al presente con un occhio al futuro, esprimono un’istanza di cambiamento. C’è nella loro richiesta voglia di un futuro diverso, al di là delle richieste condivisibili o meno, con un occhio alla propria città, quella dove campano ma non vivono… esprimono un diritto di cittadinanza.
E allora bisogna mettere insieme queste istanze, le persone per bene che le esprimono, tenendo lontanissimo dalle istituzione chiunque esprima interessi poco chiari. E non è solo un problema di "forze politiche".. c'è la necessità di costruire nella società una santa alleanza tra la borghesia illuminata (ammesso che ci sia ancora), il mondo del lavoro (quello che esprime istanze sociali), il mondo delle professioni/professionisti (quelli che esprimono istanze di qualità della vita e che fanno opinione), il mondo giovanile (che esprime incazzatura e voglia di cambiamento).
Intorno a questo blocco sociale "progressista", bisogna costruire un'idea di città futura e una squadra di uomini e donne riconoscibili come persone serie e per bene.
Se si farà tutto questo forse si potrà vincere e, l’ho detto in tutti i modi possibili e immaginabili, si potrà soprattutto governare. La classe dirigente di un paese deve essere sempre migliore delle persone che amministra e che li elegge. Viceversa vedo un futuro davvero buio!
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La crisi della politica
venerdì 7 maggio 2010
La nuova Amministrazione saprà evitare un nuovo aumento della Tarsu ?
di Antonio Perrotta *
La Provincia di Napoli governata dal centro-destra di Luigi Cesaro il giorno 16 aprile u.s. ha comunicato al Comune di Caivano il nuovo costo provvisorio relativo all’attività di smaltimento dei rifiuti determinato dalla S.A.P. NA S.p.A., azienda alla quale sono stati conferiti i compiti e le attività attribuite alla Provincia di Napoli, dal D.L. 195/09 convertito con modificazione dalla Legge n. 26 del 26 Febbraio 2010. In sostanza con la predetta legge è stato affidato alla provincia di Napoli la gestione del ciclo integrale dei rifiuti ed in via provvisoria e sperimentale, la TARSU sarà calcolata dai comuni sulla base di due distinti costi: uno elaborato dalla provincia afferenti allo smaltimento dei rifiuti, ed uno elaborato dai comuni, indicante gli oneri relativi alle attività di raccolta e spezzamento dei rifiuti.
Si tenga presente che i costi relativi alla tassa sono da considerarsi stimati e provvisori, in quanto basati sui dati di Raccolta Differenziata comunicati dal Comune di Caivano nell’anno 2008 (molto bassi), nonché su previsione di produzione di rifiuti indifferenziati. Questo significa che tali costi saranno ricalcoltati a consuntivo alla fine dell’annualità e di conseguenza potrebbero comportare variazioni nei costi relativi alla tassa.
E’ facile pensare che essendo la tassa direttamente legata alla percentuale della raccolta differenziata, si offrono enormi vantaggi ai comuni virtuosi, per cui, se ai cittadini di Caivano, viene data la possibilità di aumentare la raccolta differenziata, si offre direttamente la possibilità di ridurre la tassa sui rifiuti.
Questa volta non vogliamo che i politici caivanesi ci prendono per i fondelli, il Partito di Sinistra Ecologia e Libertà e i cittadini di Caivano, lanciano alla nuova Amministrazione una sfida, quella di prevedere in sede di bilancio di previsione, ancora in fase di approvazione, una percentuale di raccolta differenziata tale, che non faccia aumentare ulteriormente per l’anno 2010 i costi della Tarsu, e di mettere in campo tutte le iniziative del caso per far sì che tale previsione di raccolta differenziata, non solo venga rispettata, ma addirittura superata, dando una futura e seria speranza di poter ridurre la tassa.
Se invece questa Amministrazione, si limiterà ad una semplice presa d’atto della comunicazione della Provincia di Napoli dei nuovi costi di propria competenza, che determinerà un nuovo aumento della Tarsu, dopo quello già subito dai cittadini nell’anno 2009, vorrà dire che nulla è cambiato, che ancora una volta i politici di Caivano restano sordi alle voci e alle richieste del popolo, e che dimostreranno da subito tutta la loro incapacità nel programmare ed assumersi anche i rischi nel raggiungimento di obiettivi programmatici, come quello suddetto, di mettere in campo iniziative per aumentare la raccolta differenziata, perché questa volta non ci saranno alibi, la cittadinanza è ben predisposta nel voler contribuire al raggiungimento di questo obiettivo e non è più disposta a pagare di tasca propria l’incompetenza degli amministratori.
Su queste problematiche che il partito di Sinistra Ecologia e Libertà di Caivano è disponibile a dialogare con i cittadini e l’amministrazione, ricordando che la raccolta differenziata è stata e resterà sempre il primo punto nell’agenda politica, e a riguardo resta sempre un grande rammarico, cioè, che se si fosse attuata la raccolta differenziata nell’anno 2005, quando appunto fu chiesta con forza dal vecchio gruppo dei Verdi, ora certamente ci saremmo trovati tra i comuni virtuosi, che pagano una tassa sui rifiuti ragionevole.
* vice segretario Sinistra Ecologia e Libertà Caivano
La Provincia di Napoli governata dal centro-destra di Luigi Cesaro il giorno 16 aprile u.s. ha comunicato al Comune di Caivano il nuovo costo provvisorio relativo all’attività di smaltimento dei rifiuti determinato dalla S.A.P. NA S.p.A., azienda alla quale sono stati conferiti i compiti e le attività attribuite alla Provincia di Napoli, dal D.L. 195/09 convertito con modificazione dalla Legge n. 26 del 26 Febbraio 2010. In sostanza con la predetta legge è stato affidato alla provincia di Napoli la gestione del ciclo integrale dei rifiuti ed in via provvisoria e sperimentale, la TARSU sarà calcolata dai comuni sulla base di due distinti costi: uno elaborato dalla provincia afferenti allo smaltimento dei rifiuti, ed uno elaborato dai comuni, indicante gli oneri relativi alle attività di raccolta e spezzamento dei rifiuti.
Si tenga presente che i costi relativi alla tassa sono da considerarsi stimati e provvisori, in quanto basati sui dati di Raccolta Differenziata comunicati dal Comune di Caivano nell’anno 2008 (molto bassi), nonché su previsione di produzione di rifiuti indifferenziati. Questo significa che tali costi saranno ricalcoltati a consuntivo alla fine dell’annualità e di conseguenza potrebbero comportare variazioni nei costi relativi alla tassa.
E’ facile pensare che essendo la tassa direttamente legata alla percentuale della raccolta differenziata, si offrono enormi vantaggi ai comuni virtuosi, per cui, se ai cittadini di Caivano, viene data la possibilità di aumentare la raccolta differenziata, si offre direttamente la possibilità di ridurre la tassa sui rifiuti.
Questa volta non vogliamo che i politici caivanesi ci prendono per i fondelli, il Partito di Sinistra Ecologia e Libertà e i cittadini di Caivano, lanciano alla nuova Amministrazione una sfida, quella di prevedere in sede di bilancio di previsione, ancora in fase di approvazione, una percentuale di raccolta differenziata tale, che non faccia aumentare ulteriormente per l’anno 2010 i costi della Tarsu, e di mettere in campo tutte le iniziative del caso per far sì che tale previsione di raccolta differenziata, non solo venga rispettata, ma addirittura superata, dando una futura e seria speranza di poter ridurre la tassa.
Se invece questa Amministrazione, si limiterà ad una semplice presa d’atto della comunicazione della Provincia di Napoli dei nuovi costi di propria competenza, che determinerà un nuovo aumento della Tarsu, dopo quello già subito dai cittadini nell’anno 2009, vorrà dire che nulla è cambiato, che ancora una volta i politici di Caivano restano sordi alle voci e alle richieste del popolo, e che dimostreranno da subito tutta la loro incapacità nel programmare ed assumersi anche i rischi nel raggiungimento di obiettivi programmatici, come quello suddetto, di mettere in campo iniziative per aumentare la raccolta differenziata, perché questa volta non ci saranno alibi, la cittadinanza è ben predisposta nel voler contribuire al raggiungimento di questo obiettivo e non è più disposta a pagare di tasca propria l’incompetenza degli amministratori.
Su queste problematiche che il partito di Sinistra Ecologia e Libertà di Caivano è disponibile a dialogare con i cittadini e l’amministrazione, ricordando che la raccolta differenziata è stata e resterà sempre il primo punto nell’agenda politica, e a riguardo resta sempre un grande rammarico, cioè, che se si fosse attuata la raccolta differenziata nell’anno 2005, quando appunto fu chiesta con forza dal vecchio gruppo dei Verdi, ora certamente ci saremmo trovati tra i comuni virtuosi, che pagano una tassa sui rifiuti ragionevole.
* vice segretario Sinistra Ecologia e Libertà Caivano
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martedì 4 maggio 2010
La Giunta è come una sentenza, non si giudica si applica, o meglio si verifica
Fatta finalmente la Giunta comunale, si può incominciare a lavorare, tutto sommato in tempi ragionevoli visto che non c’è ancora né la giunta regionale, né quella della provincia di Caserta. Quello che è strano è che non ci sono i consiglieri eletti, non c’è ancora la proclamazione degli eletti. La situazione della Giunta si è sbloccata perché finalmente alcuni consiglieri eletti hanno deciso di dimettersi per fare gli assessori. La decisione, tutt’altro che indolore (ricordiamo ancora la vicenda di Del Gaudio con Mimmo Semplice che, eletto consigliere, dimessosi per entrare in giunta, fu defenestrato dai suoi stessi consiglieri socialisti rimanendo a bocca asciutta e fuori da tutto), ha riguardato lo stesso Del Gaudio, Pasquale ed Enzo Angelino, Carofilo, ed Emione. D’altro canto non c’era altra scelta volendo dare un minimo di “esperienza” all’esecutivo, anche se, come al solito, si rischia di indebolire il consiglio che ha una eguale se non superiore valenza; è lì che si sostanzia la maggioranza e non basterà certo l’esperienza di Pasquale Mennillo, presidente del consiglio, a reggere le sorti dell’Amministrazione nel delicato rapporto maggioranza/opposizione nel civico consesso.
Ma tant’è.
Ora, se è vero che la giunta non va discussa ma va verificata, qualche considerazione però si può fare. Una sola donna in giunta, cosa peraltro positiva, è poco ai sensi dell’art.7 dello statuto comunale. La cosa può dare adito a ricorsi ai sensi della famosa sentenza del TAR di Lecce (vedi precedenti articoli). Spero che “Risorse strategiche” siano per Del Gaudio l’equivalente del bilancio, delega assolutamente fondamentale per ogni Comune dove ci vogliono le scelte politiche e non asetticamente tecniche. Forse un po’ azzardata l’urbanistica al giovane Emione che è alla prima esperienza e quindi potrebbe avere un impatto “forte”. Dovrà “prendere il toro per le corna” e dare subito un segnale forte: portare subito (due mesi?) in consiglio comunale la delibera per chiarire alcune contraddizioni nei nostri strumenti urbanistici, delibera pronta da tempo che va solo aggiornata, e che può dare subito un po’ d’ossigeno all’economia caivanese. Se riuscirà ad aprire una via di dialogo con i soggetti professionali ed economici di Caivano (tutti e non solo alcuni) e partecipare le forze politiche e consiliari, potrà determinare una piccola rivoluzione copernicana.
Un errore, invece, (lo dico con tutto il rispetto e la prudenza possibile) l’assessorato di “peso” a Carlo Ciccarelli. C’è negli ultimi giorni un’attenzione notevole sul Parco Verde. Prima un articolo su “Il Mattino”, poi un servizio al TG3, hanno disegnato un quartiere davvero sconvolgente, dove la droga e l’illegalità la fanno da padrona. Sappiamo benissimo che è vero. Il problema della cocaina sta impestando tutta Caivano, quindi non solo il Parco Verde, dove peraltro vivono moltissime persone perbene. Ma quello è un luogo dove c’è la necessità di sviluppare un’azione politica ed amministrativa straordinaria. Cosa che Ciccarelli non può assolutamente fare.
Per il resto staremo, come le stelle, a guardare e giudicare….
Ma tant’è.
Ora, se è vero che la giunta non va discussa ma va verificata, qualche considerazione però si può fare. Una sola donna in giunta, cosa peraltro positiva, è poco ai sensi dell’art.7 dello statuto comunale. La cosa può dare adito a ricorsi ai sensi della famosa sentenza del TAR di Lecce (vedi precedenti articoli). Spero che “Risorse strategiche” siano per Del Gaudio l’equivalente del bilancio, delega assolutamente fondamentale per ogni Comune dove ci vogliono le scelte politiche e non asetticamente tecniche. Forse un po’ azzardata l’urbanistica al giovane Emione che è alla prima esperienza e quindi potrebbe avere un impatto “forte”. Dovrà “prendere il toro per le corna” e dare subito un segnale forte: portare subito (due mesi?) in consiglio comunale la delibera per chiarire alcune contraddizioni nei nostri strumenti urbanistici, delibera pronta da tempo che va solo aggiornata, e che può dare subito un po’ d’ossigeno all’economia caivanese. Se riuscirà ad aprire una via di dialogo con i soggetti professionali ed economici di Caivano (tutti e non solo alcuni) e partecipare le forze politiche e consiliari, potrà determinare una piccola rivoluzione copernicana.
Un errore, invece, (lo dico con tutto il rispetto e la prudenza possibile) l’assessorato di “peso” a Carlo Ciccarelli. C’è negli ultimi giorni un’attenzione notevole sul Parco Verde. Prima un articolo su “Il Mattino”, poi un servizio al TG3, hanno disegnato un quartiere davvero sconvolgente, dove la droga e l’illegalità la fanno da padrona. Sappiamo benissimo che è vero. Il problema della cocaina sta impestando tutta Caivano, quindi non solo il Parco Verde, dove peraltro vivono moltissime persone perbene. Ma quello è un luogo dove c’è la necessità di sviluppare un’azione politica ed amministrativa straordinaria. Cosa che Ciccarelli non può assolutamente fare.
Per il resto staremo, come le stelle, a guardare e giudicare….
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