martedì 14 ottobre 2008

La "controriforma" Gelmini

Mi è pervenuta (è stata spedita a tutti i consiglieri comunali) la nota con le riflessioni sulla cosidetta riforma della scuola fatta dal ministro Gelmini e dal governo Berlusconi a firma della Preside Prof. Francesca Falco. Data l'importanza della questione, vista anche la protesta generalizzata che sta prendendo piede nel mondo della scuola, dell'università e più in generale della società civile contro la riforma, ritengo importante la sua pubblicazione per aprire un dibattito su un argomento vitale e fondamentale per il nostro futuro. Alla Preside Falco va il ringraziamento per questa lucida analisi.


ANALISI E COMMENTO DEI PROVVEDIMENTI URGENTI PER LA SCUOLA VARATI DAL GOVERNO DI CENTRO- DESTRA
I nuovi provvedimenti sull’istruzione, varati dal Governo Berlusconi, si sono abbattuti sul mondo della scuola con rapidità e violenza, lasciando, quanto meno, perplessi ed interdetti quanti vi operano, da tempo e con passione. Cercheremo di esaminare dettagliatamente queste novità e di commentarle alla luce di un’esperienza professionale di quarantacinque anni, che hanno visto riforme importanti come: - l’istituzione della scuola media unica nel 1962; - l’istituzione della scuola materna statale nel 1968; - la riforma degli ordinamenti della scuola elementare, del 1990, che istituì il modulo, il modello organizzativo, che sostituì il maestro unico nella scuola elementare con un team di 3 docenti per 2 classi.
Decreto legge n. 112 del 25-06-2008
Art.64 - disposizioni in materia di organizzazione scolastica, da attuare nel corso del triennio 2009- 2011. Il comma 6 di tale articolo prevede che devono derivare al bilancio dello stato economie di spesa non inferiori a 456 milioni di curo per l’anno 2009, 1650 per il 2010, 2538 per il 2011, 3188 per il 2012. Prima di indicare in che modo, secondo il governo, saranno realizzate queste economie, corre l’obbligo di mettere in risalto che misure così importanti per la scuola sono state ispirate da un puro e semplice calcolo contabile. Il piano programmatico di interventi è stato poi così articolato:
1. accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità dell’impiego dei docenti.
Tradotto per i non addetti ai lavori, questo significa, ad esempio, che nella scuola media saranno accorpate, con una diminuzione di ore, le cattedre di matematica, scienze e tecnologia, discipline che potranno essere insegnate, indistintamente, sia dai docenti di tecnologia, che di matematica e scienze, i quali, indubbiamente, hanno competenze e titoli di studio diversi.
2. Ridefinizione di curricoli vigenti in diversi ordini dl scuola e razionalizzazione di quadri orari, con particolari riferimenti agli istituti tecnici e professionali. Questo significa che i licei avranno un corso quinquennale di studi, mentre saranno dequalificati gli istituti tecnici e professionali, ai quali saranno riservati solo quattro anni. Conseguenza di ciò sarà un’ulteriore fuga dai tecnici e dai professionali per i licei, soprattutto scientifici oggi superaffollati. Come potremo, dunque, parlare di formazione tecnica e professionale, capace di tenere il passo in una società ormai globalizzata e di fronteggiare la concorrenza mondiale?
3. Revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi.
Questa misura determinerà un aumento del numero degli alunni per classe.
4. Rimodulazione dell’attuale organizzazione didattica della scuola primaria con l’insegnante unico (art. 4 Decreto Legislativo 137 del 1° Settembre 2008). “Le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con l’orario di 24 ore settimanali”. Quest’ultimo punto è degno di particolare attenzione e riflessione. Attualmente nella scuola elementare, oggi indicata come scuola primaria, gli alunni hanno un orario settimanale di 30 ore - cinque ore giornaliere per sei giorni. Per effetto del nuovo decreto gli alunni faranno un’ora di lezione in meno al giorno, quattro ore per sei giorni, con una riduzione settimanale di 6 ore e annua di 198 ore. E’ irrilevante un taglio di tal genere? Come si farà, inoltre, a garantire l’insegnamento della lingua inglese, dal momento che non tutti gli insegnanti di scuola primaria sono specializzati per tale insegnamento? Con quale criterio si sceglierà l’insegnante unico? Quello dell’anzianità di servizio, che lascia fuori dal circuito le forze più giovani?
Il ministro Gelmini si è posto queste domande? Ignora l’onorevole ministro che nella valutazione del sistema scolastico dell’OCSE-PISA la nostra scuola primaria è considerata di eccellenza ed è collocata ai primi posti a livello mondiale? Ebbene, presa dalla voglia del “cupio dissolvi”, il nostro ministro opera tagli proprio lì dove siamo eccellenti?
5. Revisione dei criteri e dei parametri vigenti per una razionalizzazione di tutto il personale docente e ATA.
Questo significa che si opereranno tagli tra tutto il personale scolastico: Dirigenti - Docenti - non docenti. Corre l’obbligo informare i lettori che nell’anno scolastico 2008 - 2009 nella scuola media sono stati immessi in ruolo docenti di Materie Letterarie e di Tecnologia in numero minore rispetto a quelli delle altre discipline, in previsione della riduzione delle ore di Materie Letterarie e dell’accorpamento, prima menzionato, dell’insegnamento della tecnologia con quello di Matematica e di Scienze. Questo ci fa pensare che la scure si abbatterà, al più presto anche sulla scuola media, in cui quasi sicuramente le attuali 33 ore settimanali di lezione (29 ore obbligatorie + 4 opzionali) saranno ridotte a 27 così come previsto dalla riforma Moratti, con una diminuzione di 198 ore annue e con la riduzione, in ogni classe di scuola media, dell’insegnamento di Italiano, Storia, Ed. civica, Geografia da 12 ore a 9 ore settimanali. L’onorevole ministro, così brava nei tagli, insieme al ministro Tremonti ha calcolato anche i tagli derivanti al monte ore di lezione, che priveranno di possibilità di formazione soprattutto gli alunni più disagiati culturalmente e socialmente, dal momento che quelli più agiati impingueranno le costose scuole paritarie? Ebbene, a fronte di tutto ciò viene spontanea una domanda: come può un governo serio varare una riforma di tal fatta a colpi di decreti legge, senza una seria discussione in parlamento e senza ascoltare affatto la voce della scuola militante? Ricordo, a tale proposito, la bella iniziativa del progetto “Ascolto” dell’ex ministro Fioroni, che nell’anno scolastico 2007 - 2008 vide coinvolto il 10% delle scuole italiane, insieme alle forze sociali, economiche e produttive, con la somministrazione di una serie di questionari su tutta la problematica della scuola a dirigenti, docenti, non docenti, genitori, alunni delle scuole “campione” del nord, del centro e del sud. L’onorevole ministro non è a conoscenza di questa iniziativa? Non ha avvertito il bisogno di sentire la voce dei reali utenti della scuola, quelli che la vivono e la soffrono sulla loro pelle quotidianamente? Presa da furia iconoclasta, ha pensato solo a tagliare, addolcendo l’amara pillola con il 5 in condotta per i bulli, con il grembiulino che rende tutti uguali e con il voto che dà immediatamente l’idea del merito o del demerito degli studenti! Si è mai chiesto, invece, l’onorevole ministro, se i guasti della scuola potrebbero essere causati anche dai “ nuovi valori” “ danaro, successo, aggressività, narcisismo” (vedi a tal proposito l'articolo nel blog "giovani e centri commerciali" ndr), propinati dai mass-media, sempre più pilotati da centri di potere economico, che spingono ad uno sfrenato consumismo? Sarà anche per questo che la scuola non riesce a convincere più gli studenti che, solo attraverso l’applicazione, il sacrificio, la concentrazione, l’impegno individuale, potranno imparare qualcosa di utile per loro stessi e per la società? Un’ ultima preghiera vorremmo rivolgere all’onorevole ministro: non delegittimi gli insegnanti. specialmente quelli del Sud, a suo dire ignoranti e quindi bisognosi di formazione: si ricordi, invece, che deve, proprio a questi docenti, rozzi ed incolti, il suo bravo titolo di “AVVOCATO”.
F.to Il Dirigente Scolastico dell’I.C. Milani di Caivano
Prof. Francesca Falco

1 commento:

Anonimo ha detto...

gent.ma dott.ssa Falco
mi lasci apprezzare il suo piccolo saggio su questa riforma che è semplicemente un taglia-spesa.
Accorato e accorto, segno inequivocabile di chi vive seriamente e coscienziosamente la scuola d'oggi.