Su Wikipedia alla voce “teoria delle finestre rotte” si legge: “Con l'espressione teoria delle finestre rotte si indica quella particolare forma di gestione del territorio secondo cui non vengono tollerate le piccole trasgressioni che, se trascurate (e non corrette e/o sanzionate subito), potrebbero generare fenomeni di emulazione. La teoria proviene dall'esempio - appunto - della finestra rotta: se in un quartiere un teppista spacca una finestra, e nessuno la aggiusta, è molto probabile che ben presto qualcun altro faccia lo stesso se non peggio, dando così inizio ad una spirale distruttiva.”
Sembra si voglia banalizzare qualsivoglia problema di allarme sociale ma esempi recenti come quelli di New York, dove con la semplice attenzione alla obliterazione dei biglietti si sono sensibilmente diminuiti reati ben più gravi, vogliono pur dir qualcosa.
Non ritengo di aggiungere molto altro: a me basterebbe che a Caivano si pensi a riparare le finestre rotte: centauri senza casco, conferimento dell’immondizia a qualsiasi ora, autoveicoli parcheggiati sul marciapiede, fumo negli uffici pubblici e negli altri luoghi di ritrovo … alla fine poi i microproblemi forse sono numericamente inferiori dei macro-problemi; e se la teoria funzionasse ?
Gian Lucio Esposito
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