sabato 25 dicembre 2010
Da “IDEACITTA’” Maggio 1994 - Intervista al Candidato Sindaco Francesco “Ciccio” Russo
Un'intervista che potrebbe essere pubblicata oggi per la sua attualità e qualità di pensiero...
Il Prof. Francesco Russo è candidato Sindaco del cartello elettorale formato da “Insieme per Caivano”, PDS, Rifondazione Comunista e Tigre Risveglio.
Perché un uomo come lei, fino ad oggi apparentemente poco coinvolto nella vita politica di Caivano, ha accettato la candidatura a Sindaco di questa città?
Dice bene “apparentemente”; infatti non sono stato mai indifferente alla vita politica del mio paese; piuttosto è stata la politica a tenere lontano da sé quelle persone che non erano disponibili a certi rapporti, nel gioco degli affari.
Una cosa è fare politica e un’altra è stare nel gioco. Questa diffidenza, purtroppo, oggi è oltremodo diffusa tra la gente. Spero con la mia opera di riuscire anche a questo: ridare fiducia e dimostrare che certi valori esistono ancora.
Nella lettera ai cittadini definendo il “sistema un’astrazione nella quale le responsabilità e le immagini degli uomini tendono a dileguarsi”, propone il rinnovamento della vita pubblica; in cosa consiste tale rinnovamento?
Il rinnovamento è già in atto. Essere direttamente eletto dal popolo è già una garanzia.
Come uomo di cultura non pensa che la rinascita debba compiersi dapprima nella coscienza civica per poi riflettersi nella politica? Una volta eletto, come pensa di educare la cittadinanza in tal senso?
L’esperienza negativa di tanti anni di intrallazzi nell’amministrazione della cosa pubblica, ha reso la gente capace di intendere e volere. Oggi è il popolo in grado di “educare” i politici, soprattutto con la sua capacità di discernimento.
Quanto e come ha influito la sua lunga esperienza di insegnante nella elaborazione di un programma così ampiamente ricettivo rispetto ai problemi dei minori e più in generale dei giovani?
Io ho sempre creduto nei giovani. Essi sono pur sempre la parte più sana della società. Chi non crede in questo è ipocrita e in malafede. Certi poteri occulti hanno fatto di tutto per tenere la scuola in uno stato di rassicurante torpore, parlando ai giovani con un linguaggio fatto per stupire e non per dire. I giovani hanno tante energie che devono avere soltanto la possibilità di esprimersi. La scuola dovrebbe avere questa funzione.
Nell’amministrazione di un Comune, bisogna corrispondere alle esigenze dei giovani, attraverso varie iniziative, soprattutto culturali e sportive.
Questi discorsi non si devono assolutamente esaurire nell’ambito della campagna elettorale. Ci vuole solo un po’ di spirito organizzativo. Le idee non mancano.
Ritiene che l’esigenza di rinnovamento espressa da quella parte sana, onesta e lavoratrice di Caivano, possa trovare nella sua persona, mai impegnata nelle precedenti amministrazioni del nostro paese, né legata ad alcun partito o interesse di parte, un solido punto di ancoraggio, un valido riferimento?
Non voglio peccare di presunzione.. ma tutto questo sbandierare la propria onestà, mi lascia perplesso. Una persona onesta è soltanto una persona normale; in un paese civile dovrebbe essere “anormale” chi è fuori della legge, fuori della norma. Certamente essere fuori dalle parti, sentirsi investito direttamente dal popolo della carica di Sindaco, mi rende anche più libero di operare nella piena obiettività e legalità.
Spero quanto prima di poter anche indicare il nome di qualche mio collaboratore. La riuscita del programma sta anche in questa scelta.
Il suo essere estraneo a certi ambienti e nuovo alla scena politica costituisce, dunque, il vero punto di forza della sua campagna elettorale?
Il vero punto di forza è la stima e la fiducia della gente comune. Il loro voto è la mia maggiore responsabilità.
Nel programma il conseguimento di un nuovo piano urbanistico è definito obiettivo prioritario, irrinunciabile e non procrastinabile. E’ questo il primo passo per allontanarsi da un passato fatto di illegalità e favoritismi?
Il piano urbanistico nella sua soluzione è certamente un problema prioritario, anche perché è la prova di una capacità operante nel recupero di quei valori troppo a lungo vilipesi, come il disinteresse personale e il rispetto del bene pubblico.
Lo sviluppo economico è un altro dei punti forti del vostro programma. Non credete che il Comune non abbia molte possibilità di incidere in questo campo?
Noi abbiamo posto tre opzioni fondamentali: vivibilità, bambini e sviluppo economico. E’ vero che il Comune non può fare molto, ma certamente non può stare con le mani in mano in attesa della “manna dal cielo”. Non solo non è mai arrivata , ma si presume che non arriverà mai se il Comune non diventa parte attiva. Il Comune deve elaborare un progetto di sviluppo e sulla base di questo aprire una vertenza con gli Organi provinciali, regionali, nazionali e con gli Organismi della CEE.
E’ il 12 giugno e lei è stato eletto Sindaco di Caivano. Qual è il suo primo atto?
Una lunga dormita e poi una bella cena con gli amici e i collaboratori più vicini.
Scherzi a parte, io sono convinto che non esistono problemi di serie A e di serie B. Ciò è relativo alle aspettative dei singoli cittadini. Naturalmente non ci sarà nessuna bacchetta magica capace di cambiare le cose da un giorno all’altro. Bisogna partire da zero e forse anche da sottozero. Cominciamo subito a buttar fuori un po’ di marciume… il resto verrà fuori, certamente nel migliore dei modi.
(a cura di Giovanna Vitale)
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domenica 19 dicembre 2010
Dedicato a Ciccio Russo..
Il circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Caivano ha deciso di dedicare la sede a Francesco "Ciccio" Russo, non dimenticato Sindaco di Caivano, dal 1994 al 1997, scomparso prematuramente mentre era in carica. Giovedì prossimo, 23 dicembre, alle ore 17,30, ci sarà la cerimonia/manifestazione nella sede di Via Gramsci 5. Ci saranno ovviamente le figlie Lucia e Cinzia e ci sarà Gennaro Migliore, ormai numero due di SEL dopo Nichi Vendola.
Per noi è un atto d'affetto nei confronti di Ciccio Russo, ma è anche una operazione politica di riflessione sul passato, in modo da guidarci meglio verso il futuro. In quella occasione, nel 1994, lanciammo il cuore oltre l'ostacolo; DS, Insieme per Caivano (una lista che teneva dentro alcuni socialisti, ambientalisti e liberal democratici, soprattutto giovani, la Tigre Risveglio e Rifondazione Comunista, sfidarono i poteri forti della città e schieramenti molto più agguerriti (c'erano i centristi guidati da Giacinto Russo), la destra con Giovanni Lizzi mentre Del Gaudio era il candidato Sindaco di una lista civica (comunque di estrazione del fortissimo PSI uscito distrutto dalle inchieste di tangentopoli). Bene questa squadra di "dilettanti allo sbaraglio" condotti da un vecchio professore di filosofia, mai impegnato direttamente in politica, convinsero i caivanesi che era ora di investire su quella che fu definita "Primavera caivanese". Sbaragliammo gli avversari, già al primo turno Ciccio prese 7047 voti, e stravinse al ballottaggio contro Giacinto Russo.
Iniziò una amministrazione che, al di là delle difficoltà (pagammo qualcosa come 11 miliardi di vecchie lire in termini di debiti pregressi, senza dichiarare bancarotta che avrebbe comportato l'aumento al 100% delle tasse), investimmo in scuola e cultura, sbloccammo cantieri fermi da venti anni. Soprattutto vivemmo una stagione del fare, del protagonismo disinteressato di uno dei consigli comunali più giovani e più motivati che Caivano abbia mai avuto, ma ci fu anche una grande partecipazione popolare agli eventi della politica e dell'amministrazione. Quella esperienza finì con la scomparsa prematura di Ciccio, ormai consumato da una malattia inguaribile.. ma non ci abbattemmo, continuammo, per il periodo fino alla convocazione dei comizi, con la vice sindaco Maria Buonocore... e alle elezioni rivincemmo ancora con una Sindaca donna, un'altra persona di scuola, la preside Francesca Falco. E anche con Francesca Falco abbiamo fatto cose straordinarie (l'apertura del Teatro Caivano Arte, gli impianti sportivi, la III SCuola Media, l'Igica, l'inaugurazione della Caserma dei Carabinieri con Giorgio Napolitano).
Quella esperienza finì prima perchè alcuni "centristi" firmarono la sfiducia al Sindaco... Sul "centro" bisognerebbe fare delle analisi approfondite.. vuoi vedere che per capire cosa sta succedendo in Italia (a beneficio anche dell'intervista apparsa su Liberamente del senatore Giacinto Russo) dobbiamo studiare il passato della politica caivanese? Ma di questo ne parleremo in altre occasioni... Venite, invece, giovedì, ad omaggiare una persona straordinaria che ha offerto in quei quasi tre anni un grande esempio di moralità, di abnegazione, di lungimiranza politica...
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martedì 7 dicembre 2010
Al “centro” del piatto o il piatto al “centro”?
Ormai non si fa altro che parlare di “centro”, è tutta una rincorsa al “centro”, centro geometrico, centro politico, centro diagnostico… E la motivazione è sempre la stessa, a livello nazionale come a quello locale, non se ne può più con questo bipolarismo muscolare di due poli contro che non fa governare, che non porta a niente perché foriero solo ed esclusivamente di continui litigi. E quindi ogni tanto abbiamo i grandi soloni che “ci spiegano” la politica, ce la snocciolano in faccia con la faccia tosta di chi ha una mala fede da qui all’eternità..
Ma andiamo con ordine.
Partiamo dall’assunto, per me assurdo, che sia vera l’affermazione che al “centro” si governa.
Il famoso ritorno al centro significa che ad esempio UDC possa allearsi ad esempio in regione e in provincia con il PDL e in tantissimi comuni di questa regione con il PD?
Il famoso ritorno al centro significa che chi ha governato la sanità, l’urbanistica e i trasporti con Bassolino ed il PD (leggi UDC) per 20 anni e ne ha determinato il deficit, poi va a governare le stesse deleghe anche con Caldoro e il PDL, assumendo il ruolo di chi deve risanare i conti?
Il famoso ritorno al centro significa che, ad esempio, si farà rivivere la vecchia Democrazia Cristiana che si alleerà, di volta in volta, con il PDL e il PD, restando sempre a galla? E per fare quali politiche?
Si perché l’altro tema è per fare cosa? Quali politiche?
Poiché non abbiamo un esempio nazionale, almeno per adesso, conviene riferirsi al laboratorio Caivano.
Il Sindaco che ha governato fino all’ultimo minuto con Papaccioli e avallato molte delle sue scellerate decisioni, oggi si trova a guidare un raggruppamento di “centro”, fortemente rivendicato come tale, e, pur di vincere si è alleato anche con i “diavoli” e ha tentato con fatica immane di “regolamentarli”. Ma non ha capito che i “diavoli” veri ce li ha nel seno, in termini di fortissimi interessi edilizi (dei pochi anziché dei tanti), in termini di fortissimi interessi urbanistici (credo si debba indagare su molti passaggi di proprietà di terreni in zone “calde” di Caivano) soprattutto legati ad un processo di industrializzazione di Caivano a “macchia di leopardo” che rovina definitivamente ed ineluttabilmente il nostro territorio perché lo priva di una vocazione complessiva… un “deposito” di cementificio a Casolla (vi ricordate la questione Moccia?), una centrale a biomassa più avanti sulla destra in zona Sanganiello (per “bruciare” cosa?), una cartiera in zona Pascarola, ma rigorosamente fuori dall’Area industriale. Ovviamente il tutto si accompagna con mirabolanti promesse di creazione di tantissimi posti di lavoro, ben utilizzati in campagna elettorale, ma di lavoro non si è visto, a partire da Moccia, assolutamente nulla, così come è sempre accaduto dalle nostre parti, o al massimo, qualche decina di posti mediati dai soliti politici. E chi è contro è contro lo sviluppo (così dicono).. senza comprendere che le industrie si fanno nelle aree industriali, primo per non rovinare il territorio e poi per non inquinarlo più del dovuto, visto che non si hanno i servizi ambientali a sostegno…
Che miserie umana…
E il “centro”, il “centro” regolatore di ogni cosa che governa perché smussa le asperità estreme, il grande progetto politico che deve garantire le grandi sorti progressive, si traduce in questa miserie umana?
Piuttosto mi sembra un vero e proprio salto al “centro” del piatto… o, se preferite, portare il piatto al “centro”.
Ma andiamo con ordine.
Partiamo dall’assunto, per me assurdo, che sia vera l’affermazione che al “centro” si governa.
Il famoso ritorno al centro significa che ad esempio UDC possa allearsi ad esempio in regione e in provincia con il PDL e in tantissimi comuni di questa regione con il PD?
Il famoso ritorno al centro significa che chi ha governato la sanità, l’urbanistica e i trasporti con Bassolino ed il PD (leggi UDC) per 20 anni e ne ha determinato il deficit, poi va a governare le stesse deleghe anche con Caldoro e il PDL, assumendo il ruolo di chi deve risanare i conti?
Il famoso ritorno al centro significa che, ad esempio, si farà rivivere la vecchia Democrazia Cristiana che si alleerà, di volta in volta, con il PDL e il PD, restando sempre a galla? E per fare quali politiche?
Si perché l’altro tema è per fare cosa? Quali politiche?
Poiché non abbiamo un esempio nazionale, almeno per adesso, conviene riferirsi al laboratorio Caivano.
Il Sindaco che ha governato fino all’ultimo minuto con Papaccioli e avallato molte delle sue scellerate decisioni, oggi si trova a guidare un raggruppamento di “centro”, fortemente rivendicato come tale, e, pur di vincere si è alleato anche con i “diavoli” e ha tentato con fatica immane di “regolamentarli”. Ma non ha capito che i “diavoli” veri ce li ha nel seno, in termini di fortissimi interessi edilizi (dei pochi anziché dei tanti), in termini di fortissimi interessi urbanistici (credo si debba indagare su molti passaggi di proprietà di terreni in zone “calde” di Caivano) soprattutto legati ad un processo di industrializzazione di Caivano a “macchia di leopardo” che rovina definitivamente ed ineluttabilmente il nostro territorio perché lo priva di una vocazione complessiva… un “deposito” di cementificio a Casolla (vi ricordate la questione Moccia?), una centrale a biomassa più avanti sulla destra in zona Sanganiello (per “bruciare” cosa?), una cartiera in zona Pascarola, ma rigorosamente fuori dall’Area industriale. Ovviamente il tutto si accompagna con mirabolanti promesse di creazione di tantissimi posti di lavoro, ben utilizzati in campagna elettorale, ma di lavoro non si è visto, a partire da Moccia, assolutamente nulla, così come è sempre accaduto dalle nostre parti, o al massimo, qualche decina di posti mediati dai soliti politici. E chi è contro è contro lo sviluppo (così dicono).. senza comprendere che le industrie si fanno nelle aree industriali, primo per non rovinare il territorio e poi per non inquinarlo più del dovuto, visto che non si hanno i servizi ambientali a sostegno…
Che miserie umana…
E il “centro”, il “centro” regolatore di ogni cosa che governa perché smussa le asperità estreme, il grande progetto politico che deve garantire le grandi sorti progressive, si traduce in questa miserie umana?
Piuttosto mi sembra un vero e proprio salto al “centro” del piatto… o, se preferite, portare il piatto al “centro”.
sabato 6 novembre 2010
Questa terra un giorno sarà bellissima
Così esclamava Paolo Borsellino, parlando della Sicilia liberata dalla Mafia. Quante volte ce lo siamo detti, quante volte lo abbiamo sognato; quante volte abbiamo combattuto per questo, sperato… Caivano, purtroppo, è diventato quanto di peggio possa trovarsi nell’hinterland napoletano: terra di conquista dei padroni predoni di Napoli che dettano legge sui rifiuti, sull’Igica, sull’uso dei suoli, che prendono voti e vanno via. E di chi è la colpa di tutto questo? Del Sindaco, certo!, degli amministratori, certo! Di chi ha il potere di decidere e non sa o non vuole farlo… ma la colpa è anche dei caivanesi che continuano ad essere “sudditi” anziché “cittadini”, consapevoli, che si informano, che chiedono spiegazioni, che chiedono conto anziché “ammoccarsi” tutte le falsi promesse sulla base delle quali “buttano” via il proprio voto, la principale arma che hanno. E dov’è, se c’è la borghesia “illuminata”? le categorie sociali che fanno battaglie in fabbrica? I professionisti che vivono, insieme ai loro figli in questo paese; che possono e dovrebbero dare il là ad un moto di ribellione che non è ovviamente solo quello di scendere in piazza, ma di fare “cultura”, costruendo consenso su fattori e persone capaci, sulle “idee per il futuro”, scendendo in prima fila, comprendendo che nessuno può salvare Caivano se non i caivanesi stessi o i migliori tra essi.
Ed è triste assistere al balletto di manifesti tra chi, oggi contrari, stando prima insieme nell’Amministrazione Papaccioli ha dato il “via libera” a quanto stiamo vivendo oggi con l’impianto di compostaggio e quelli a biomassa (altri rifiuti). Bastava votare a favore alle mie mozioni, degli ordini del giorno che ho proposto e che si possono trovare (viva l’era di internet) proprio su questo blog…
Ed il problema non è nemmeno dei rifiuti.. sembra che i caivanesi abbiano (ma forse nemmeno quello) uno scatto d’orgoglio solo quando si parla dei rifiuti. Il problema vero è di chi, giovane, si suicida perché non trova lavoro; di chi lo perde, come quel lavoratore del marmo che scrisse una lettera col cuore in mano a “Voce per tutti”. E a questo si risponde sbloccando solo le iniziative edilizie dei pochi e si rinvia “sine die” alla reinterpretazione delle NTA e del Regolamento edilizio che avrebbe dato una boccata d’ossigeno ad un’economia stagnante; delibera portata in una delle prime sedute di consiglio comunale e fatte morire nei meandri dell’”approfondimento in commissione”. E invece è bastato poco a deliberare, nell’ultimo consiglio comunale, il via libera al differimento delle opere pubbliche per quegli imprenditori che realizzano, nelle zone di lottizzazione convenzionata, case private che “vendono” preventivamente sulla carta, realizzando come è giusto profitto, ma che poi difficilmente realizzeranno quella parte di “città pubblica” che pure la convenzione prevede. Un regalo ai soliti noti, e non invece a tutti i cittadini caivanesi.
E poi, quali progetti di sviluppo e di lavoro sono stati messi in campo? Quali risorse dei vari strumenti di finanziamento europei sono stati attivati? Ma sanno di cosa si sta parlando?
In campagna elettorale avevo tentato di spiegare che non basta vincere le elezioni se poi non si riesce a governare.. Ho l’impressione che questi non stanno per niente governando, o lo stanno facendo, come ho spiegato ampiamente in questo blog, con articoli, videolettere ecc.. solo per i propri interessi che, nella pochezza umana è comunque poca cosa anche per loro….
Purtroppo credo, ahimè, che questa terra un giorno non sarà bellissima… a meno che….
Ed è triste assistere al balletto di manifesti tra chi, oggi contrari, stando prima insieme nell’Amministrazione Papaccioli ha dato il “via libera” a quanto stiamo vivendo oggi con l’impianto di compostaggio e quelli a biomassa (altri rifiuti). Bastava votare a favore alle mie mozioni, degli ordini del giorno che ho proposto e che si possono trovare (viva l’era di internet) proprio su questo blog…
Ed il problema non è nemmeno dei rifiuti.. sembra che i caivanesi abbiano (ma forse nemmeno quello) uno scatto d’orgoglio solo quando si parla dei rifiuti. Il problema vero è di chi, giovane, si suicida perché non trova lavoro; di chi lo perde, come quel lavoratore del marmo che scrisse una lettera col cuore in mano a “Voce per tutti”. E a questo si risponde sbloccando solo le iniziative edilizie dei pochi e si rinvia “sine die” alla reinterpretazione delle NTA e del Regolamento edilizio che avrebbe dato una boccata d’ossigeno ad un’economia stagnante; delibera portata in una delle prime sedute di consiglio comunale e fatte morire nei meandri dell’”approfondimento in commissione”. E invece è bastato poco a deliberare, nell’ultimo consiglio comunale, il via libera al differimento delle opere pubbliche per quegli imprenditori che realizzano, nelle zone di lottizzazione convenzionata, case private che “vendono” preventivamente sulla carta, realizzando come è giusto profitto, ma che poi difficilmente realizzeranno quella parte di “città pubblica” che pure la convenzione prevede. Un regalo ai soliti noti, e non invece a tutti i cittadini caivanesi.
E poi, quali progetti di sviluppo e di lavoro sono stati messi in campo? Quali risorse dei vari strumenti di finanziamento europei sono stati attivati? Ma sanno di cosa si sta parlando?
In campagna elettorale avevo tentato di spiegare che non basta vincere le elezioni se poi non si riesce a governare.. Ho l’impressione che questi non stanno per niente governando, o lo stanno facendo, come ho spiegato ampiamente in questo blog, con articoli, videolettere ecc.. solo per i propri interessi che, nella pochezza umana è comunque poca cosa anche per loro….
Purtroppo credo, ahimè, che questa terra un giorno non sarà bellissima… a meno che….
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sabato 11 settembre 2010
Zanzare e cattiva politica...
Ci sono due cose in questo periodo che mi stanno letteralmente facendo incazzare: le micidiali punture di zanzare, che sembrano in questo periodo, particolarmente fameliche ed insopportabili e la cattiva politica che sempre più sta accompagnando la nostra cittadina. La domanda che mi sono posto è se c'è in qualche modo un nesso tra le due cose. Questa idea mi è frullata per la testa qualche giorno fa e continua a stimolarmi.
Le zanzare, si sa, sono davvero insopportabili, ma non mi era mai successo che tante persone si lamentassero e io stesso, normalmente accomodante e che per tutta la mia vita ho convissuto con questi malefici insetti, più o meno bene, quest'anno sono arrivato a una vera e propria condizione di insopportabilità. Sembrano più voraci; non c'è insetticida che tenga, citronella, pasticche varie, e addirittura gli ultrasuoni. Non sappiamo più che cosa inventarci. Io non so se l'ASL sta facendo le disinfestazioni, di certo è che non hanno sortito effetti e in ogni caso c'è ormai una stretta connessione tra la resistenza di questi insetti con la sporcizia nella quale precipita sempre più Caivano. Si perchè Caivano, nelle campagne come in città, è profondamente sporca, puzzolente, insopportabile. E a mia memoria, anche nei momenti più difficili, non è mai stata così. Un tempo si lavavano anche le strade con la famigerata creolina che non so se facesse bene ma ti dava un senso di disinfettante oltre che di pulito.
Se così è,(e ho avuto moltissime testimonianze dirette di altri caivanesi, non è quindi una percezione solo mia) è ovvio che la connessione ulteriore è con la cattiva politica caivanese. Se non si risolve un problema decisivo sul piano igienico-sanitario, come si farà a risolvere i tantissimi altri drammatici problemi che Caivano vive?
Allora, per cercare di capire, incominci a frequentare il sito del Comune. Scopri che non sono pubblicate delibere e allora ti chiedi, ma come fanno ad adottare le decisioni? I tre revisori dei conti si sono dimessi, dopo che il Consiglio ha approvato il bilancio con il loro parere negativo. Finalmente dopo quattro tentativi si è trovato un commissario liquidatore per l'Igica, è di Avellino! C'è un interessante consiglio comunale che fa decadere il consigliere Vanacore e, al di là della sedute "a porte chiuse", non ci fa capire (i caivanesi ne hanno diritto!) le ragioni vere di questa decadenza e cosa sarà scritto nella delibera che ovviamente potrà essere impugnata dall'interessato in sede giurisdizionale. E se venisse reintegrato? e se non lo fosse?, confermando che non poteva essere candidato, l'elezione di Tonino Falco rimane valida? E quanto c'è di vero nell'ennesimo atto di trasformismo che alcuni consiglieri di opposizione stanno facendo attraverso la dichiarazione di indipendenza che dovrebbe preparare il "salto della quaglia" in maggioranza? Sarebbe una vera e propria vergogna!
Nel frattempo non sembra esserci un governo della città e la navigazione sembra avvenire a vista, con gli assessori che corrono all'impazzata cogliendo più qualche piccolo interesse personale che obiettivi complessivi e generali, facendo finalmente squadra. L'esempio più concreto è in particolare quello edilizio. Non si ha il coraggio di sistemare alcune interpretazioni urbanistiche (era stato messo un punto all'ordine del giorno in uno dei primi consigli comunali, magicamente sparito con l'idea di "un approfondimento" in commissione) per dare fiato alle legittime aspirazione di tantissimi cittadini e che possa smuovere l'asfittica economia caivanese.
E allora non si muove nulla...tranne le zanzare che succhiano ulteriormente il sangue dei caivanesi. E' un nesso se vogliamo anche simbolico.
Ma le zanzare, la percezione di una cattiva politica, sono come la febbre, sono necessarie per farti capire esattamente cosa non va e cosa bisogna cambiare. Alla fine ritrovo la pace e, al solito, dico tra me e me: "non tutti i mali vengono per nuocere".
Le zanzare, si sa, sono davvero insopportabili, ma non mi era mai successo che tante persone si lamentassero e io stesso, normalmente accomodante e che per tutta la mia vita ho convissuto con questi malefici insetti, più o meno bene, quest'anno sono arrivato a una vera e propria condizione di insopportabilità. Sembrano più voraci; non c'è insetticida che tenga, citronella, pasticche varie, e addirittura gli ultrasuoni. Non sappiamo più che cosa inventarci. Io non so se l'ASL sta facendo le disinfestazioni, di certo è che non hanno sortito effetti e in ogni caso c'è ormai una stretta connessione tra la resistenza di questi insetti con la sporcizia nella quale precipita sempre più Caivano. Si perchè Caivano, nelle campagne come in città, è profondamente sporca, puzzolente, insopportabile. E a mia memoria, anche nei momenti più difficili, non è mai stata così. Un tempo si lavavano anche le strade con la famigerata creolina che non so se facesse bene ma ti dava un senso di disinfettante oltre che di pulito.
Se così è,(e ho avuto moltissime testimonianze dirette di altri caivanesi, non è quindi una percezione solo mia) è ovvio che la connessione ulteriore è con la cattiva politica caivanese. Se non si risolve un problema decisivo sul piano igienico-sanitario, come si farà a risolvere i tantissimi altri drammatici problemi che Caivano vive?
Allora, per cercare di capire, incominci a frequentare il sito del Comune. Scopri che non sono pubblicate delibere e allora ti chiedi, ma come fanno ad adottare le decisioni? I tre revisori dei conti si sono dimessi, dopo che il Consiglio ha approvato il bilancio con il loro parere negativo. Finalmente dopo quattro tentativi si è trovato un commissario liquidatore per l'Igica, è di Avellino! C'è un interessante consiglio comunale che fa decadere il consigliere Vanacore e, al di là della sedute "a porte chiuse", non ci fa capire (i caivanesi ne hanno diritto!) le ragioni vere di questa decadenza e cosa sarà scritto nella delibera che ovviamente potrà essere impugnata dall'interessato in sede giurisdizionale. E se venisse reintegrato? e se non lo fosse?, confermando che non poteva essere candidato, l'elezione di Tonino Falco rimane valida? E quanto c'è di vero nell'ennesimo atto di trasformismo che alcuni consiglieri di opposizione stanno facendo attraverso la dichiarazione di indipendenza che dovrebbe preparare il "salto della quaglia" in maggioranza? Sarebbe una vera e propria vergogna!
Nel frattempo non sembra esserci un governo della città e la navigazione sembra avvenire a vista, con gli assessori che corrono all'impazzata cogliendo più qualche piccolo interesse personale che obiettivi complessivi e generali, facendo finalmente squadra. L'esempio più concreto è in particolare quello edilizio. Non si ha il coraggio di sistemare alcune interpretazioni urbanistiche (era stato messo un punto all'ordine del giorno in uno dei primi consigli comunali, magicamente sparito con l'idea di "un approfondimento" in commissione) per dare fiato alle legittime aspirazione di tantissimi cittadini e che possa smuovere l'asfittica economia caivanese.
E allora non si muove nulla...tranne le zanzare che succhiano ulteriormente il sangue dei caivanesi. E' un nesso se vogliamo anche simbolico.
Ma le zanzare, la percezione di una cattiva politica, sono come la febbre, sono necessarie per farti capire esattamente cosa non va e cosa bisogna cambiare. Alla fine ritrovo la pace e, al solito, dico tra me e me: "non tutti i mali vengono per nuocere".
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venerdì 20 agosto 2010
E la chiamano estate...
Vecchio motivo del grande Martino.. e la chiamano estate... questa estate a Caivano, calma tranquilla, forse finanche bella, ma senza'anima. In compenso c'è Napoli vicino che offre, a differenza, dell'intero anno, il meglio di sè... bellissima con poche auto e ricca di avvenimenti, posti da rivedere, da vivere.. cinema, teatro, musica, pizzeria, ristoranti.. dovrebbe essere sempre così. Dicevamo una Caivano tranquilla.. dove non si vede un politico che sia uno o un amministratore; tutti in ferie, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare. Il Sindaco non c'è, ma forse non c'è nemmeno il vice sindaco e la sostituzione operativa è fatta, a mezzo servizio, da Carofilo.
E intanto sotto la calma apparente si prepara un settembre scioppettante e forse un autunno ancora di più. Sotto la cenere è pronto a svilupparsi un incendio. Intanto non c'è ancora la soluzione del commissario liquidatore all'Igica; i primi due hanno rinunciato, pare adesso ci sia una ipotesi di un commercialista di Casoria. La cosa è molto preoccupante perchè è passato già troppo tempo e la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente. Abbiamo già scritto della contraddizione di lasciare ai napoletani del PDL la soluzione, il perioclo è che si rischia di far morire lentamente ma inesorabilmente la società del Comune con tutte le conseguenze del caso sul piano occupazionale e non solo. Ma poi l'Amministrazione di Tonino Falco non riesce a vivere una condizione di tranquillità. Dopo il caso Ciccarelli che si è dovuto dimettere per le vicende legate al fratello; dopo la questione Carofilo che ha dovuto rimette alcune deleghe in palese conflitto d'interesse, è scoppiato il caso Vanacore che, pare, debba decadere da consigliere comunale perchè, a detta della Prefettura "non era candidabile".
Ora una domanda sorge spontanea: Tonino Falco ha vinto sicuramente per merito suo, ma ha vinto anche per i voti essenziali portati da Ciccarelli e da Vanacore.. ma se Vanacore non era (a detta della prefettura) candidabile, allora il risultato elettorale è stato falsato? allora bisogna rifare le elezioni?
Ne vedremo delle belle.. direbbe il poeta.. ne vedremo, purtroppo, delle brutte, aggiungo io...
E intanto sotto la calma apparente si prepara un settembre scioppettante e forse un autunno ancora di più. Sotto la cenere è pronto a svilupparsi un incendio. Intanto non c'è ancora la soluzione del commissario liquidatore all'Igica; i primi due hanno rinunciato, pare adesso ci sia una ipotesi di un commercialista di Casoria. La cosa è molto preoccupante perchè è passato già troppo tempo e la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente. Abbiamo già scritto della contraddizione di lasciare ai napoletani del PDL la soluzione, il perioclo è che si rischia di far morire lentamente ma inesorabilmente la società del Comune con tutte le conseguenze del caso sul piano occupazionale e non solo. Ma poi l'Amministrazione di Tonino Falco non riesce a vivere una condizione di tranquillità. Dopo il caso Ciccarelli che si è dovuto dimettere per le vicende legate al fratello; dopo la questione Carofilo che ha dovuto rimette alcune deleghe in palese conflitto d'interesse, è scoppiato il caso Vanacore che, pare, debba decadere da consigliere comunale perchè, a detta della Prefettura "non era candidabile".
Ora una domanda sorge spontanea: Tonino Falco ha vinto sicuramente per merito suo, ma ha vinto anche per i voti essenziali portati da Ciccarelli e da Vanacore.. ma se Vanacore non era (a detta della prefettura) candidabile, allora il risultato elettorale è stato falsato? allora bisogna rifare le elezioni?
Ne vedremo delle belle.. direbbe il poeta.. ne vedremo, purtroppo, delle brutte, aggiungo io...
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sabato 31 luglio 2010
Chi comanda nell'Igica il Sindaco o l'attuale Amministratore Delegato?
Avevamo apprezzato la linea dell'attuale amministrazione sulla soluzione del problema Igica, almeno nell'impostazione formale e nella costruzione degli atti che avevano portato a quella soluzione. Due consigli comunali sull'argomento (uno chiesto dall'opposizione e un altro fatto direttamente dalla maggioranza) hanno dato il senso, smarrito da qualche anno, di un corretto funzionamento del Consiglio comunale e del suo ruolo fondamentale. Con il secondo consiglio comunale la maggioranza ha dato un indirizzo preciso al Sindaco: tentare un salvataggio dell'azienda attraverso la nomina di un commissario liquidatore che deve verificare bene la situazione economico finanziaria, gestire al meglio debiti e crediti, portare avanti l'azienda sul piano del funzionamento operativo. In realtà avrei personalmente ipotizzato due commissari, uno per la parte economico finanziaria e uno per quella operativa che è strettamente connessa al salvataggio, ma tant'è.
Bene quindi l'impostazione e tutto.
E allora? che cosa è successo che, appena nominato, il commissario si è dimesso? Non si è nemmeno insediato, non ha visto nemmeno i conti, le carte, e già si è dimesso! Non credo che sia stato nominato dal Sindaco senza averne prima concordato con lui la indicazione...
E allora che cosa è successo?
E' successo che l'attuale amministratore delegato, Gennaro Bruno, quello che presumibilmente ha portato sull'orlo del fallimento l'Igica, insieme al suo nume tutelare, Salvatore Varriale, essendo ancora autorevoli esponenti del PDL, probabilmente sono intervenuti sui vertici provinciali e quelli regionali dello stesso PDL e hanno costretto verosimilmente il commissario liquidatore designato, tecnico di area socialista, a recedere dall'accettare l'incarico.
Da qui la domanda: chi decide le sorti e il futuro dell'azienda caivanese, il Sindaco o i vertici napoletani della PDL? i caivanesi o gli interessi politici napoletani?
Ai posteri l'ardua sentenza...
Bene quindi l'impostazione e tutto.
E allora? che cosa è successo che, appena nominato, il commissario si è dimesso? Non si è nemmeno insediato, non ha visto nemmeno i conti, le carte, e già si è dimesso! Non credo che sia stato nominato dal Sindaco senza averne prima concordato con lui la indicazione...
E allora che cosa è successo?
E' successo che l'attuale amministratore delegato, Gennaro Bruno, quello che presumibilmente ha portato sull'orlo del fallimento l'Igica, insieme al suo nume tutelare, Salvatore Varriale, essendo ancora autorevoli esponenti del PDL, probabilmente sono intervenuti sui vertici provinciali e quelli regionali dello stesso PDL e hanno costretto verosimilmente il commissario liquidatore designato, tecnico di area socialista, a recedere dall'accettare l'incarico.
Da qui la domanda: chi decide le sorti e il futuro dell'azienda caivanese, il Sindaco o i vertici napoletani della PDL? i caivanesi o gli interessi politici napoletani?
Ai posteri l'ardua sentenza...
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sabato 10 luglio 2010
I partiti sono morti, evviva i partiti
La scorsa settimana si è tenuto il congresso cittadino del Partito Democratico e, sabato, all’apertura abbiamo avuto il solito rituale della relazione del segretario uscente e del saluto degli altri partiti politici. Un rituale abituale che ricalca solitamente anche quello dei congressi nazionali. L’attesa di quanto avrebbe detto il segretario uscente, Iuri Bervicato, dopo il disastroso esito elettorale consumatosi alle ultime amministrative e la partecipazione dell’intero panorama politico caivanese (c’erano il centro destra e il centro sinistra, c’era anche Felice Califano come categoria sociale e perfino Pippo Papaccioli in rappresentanza di una associazione). Mancavano solo i due partiti alleati del PD alle ultime elezioni amministrative, Rifondazione Comunista e Italia dei Valori.
Voglia di più politica? Sarebbe un segnale davvero positivo visto il degrado nel quale è precipitato la politica a tutti i livelli. Un segnale di ripresa della partecipazione? Anche questo sarebbe un segnale positivo visto il generale disimpegno che vede le giovani generazioni in tutt’altre faccende affaccendate (anche per colpa dei partiti stessi).
Ovviamente non entro nel merito né della relazione del segretario uscente, né dei numerosissimi interventi delle delegazioni presenti che hanno sostanzialmente riempito la sala.
L’occasione è per riflettere sulla ormai “morte” dei partiti come sistema su cui si fonda la politica, cioè la fine di quel ruolo che ha caratterizzato la nostra vita attraverso la formazione e selezione dei gruppi dirigenti, la determinazione del consenso e il suo corretto uso, la mediazione positiva tra i diversi interessi dei diversi gruppi sociali, il richiamo ad una comune etica, ad un comune sentire, fosse anche di natura ideologica, al corretto uso delle istituzioni per poter decidere il meglio per una comunità, piccola o grande che sia.
Questo ruolo valeva anche nel periodo peggiore della nostra storia politica, quella tangentopoli che ha visto i partiti fare incetta di finanziamenti illeciti. Cosa assolutamente deprecabile che giustamente è stata scoperta e combattuta.
Ma oggi siamo in una condizione ben peggiore. La corruzione è dilagata a livello personale e/o di piccole consorterie. I partiti hanno perso completamente autorevolezza nei confronti degli eletti, sbagliando già nella definizione delle liste che vedono candidate troppe persone che non hanno acquisito alcun merito per esserlo, non avendo fatto nessun percorso politico serio. E questo determina inevitabilmente il trasformismo, il passaggio di casacca continuo, la sostanziale incapacità e impossibilità di decidere quello che è giusto e quello che è il meglio per la collettività.
Quindi i partiti sono morti. Ma c’è qualche altra cosa all’orizzonte che li possa sostituire? Si certo, le associazioni, le liste civiche, le fabbriche, gli atelier, le parrocchie ecc… Ma quando ci sarà da formare le liste elettorali per quella che viene definita dagli studiosi “la sintesi perfetta”, l’espressione del voto, chi lo farà e chi risponderà del proprio agire, delle cose che farà una volta ricevuti i consensi?
Alle ultime amministrative si sono presentate 19 liste; di queste solo 6 si rifanno ad un partito e hanno formalmente una sede; di questi 6 solo 4 forse riuniscono normalmente i direttivi o si vedono collettivamente per fare riunioni per discutere dei problemi di Caivano; di questi 4 solo 3 forse fanno dei congressi per eleggere i proprio gruppi dirigenti.
I cittadini non sanno nemmeno che hanno votato per liste cui non potranno chiedere conto a nessuno.
Se l’analisi la spostiamo dai partiti ai candidati, la questione diventa ancora più drammatica. Ne è un esempio significativo l’analisi dei voti ai candidati alle regionali. Solo qualche esempio: qualcuno conosce la storia di Roberto Conte, già decaduto da consigliere regionale perché accusato di concorso esterno alla camorra, che, nell’Alleanza di popolo, ha preso a Caivano 181 preferenze? E Filomena Bilancio che ne prende 336 nell’UDC? E Lello Sentiero, con 166 voti in Noi Sud?
L’elenco potrebbe essere lungo, ma la questione non cambia.
I partiti sono morti, ma tutti dovrebbero comprendere che non c’è ad oggi alcuna alternativa, ai rituali democratici dello stare insieme su una idea condivisa di futuro, eleggere i propri dirigenti attraverso i congressi, selezionare gli amministratori più bravi e preparati. Ad oggi i partiti hanno, certamente, smarrito la propria strada, ma dovremmo sempre preferire chi alza la serranda di un vano, facendo immani sacrifici economici e personali, per riunirsi e discutere di futuro. I cittadini che votano non sono indifferenti al corretto funzionamento del processo democratico.
I partiti sono morti, evviva, quindi, i partiti che, però, devono trovare la strada per autoriformarsi.
Voglia di più politica? Sarebbe un segnale davvero positivo visto il degrado nel quale è precipitato la politica a tutti i livelli. Un segnale di ripresa della partecipazione? Anche questo sarebbe un segnale positivo visto il generale disimpegno che vede le giovani generazioni in tutt’altre faccende affaccendate (anche per colpa dei partiti stessi).
Ovviamente non entro nel merito né della relazione del segretario uscente, né dei numerosissimi interventi delle delegazioni presenti che hanno sostanzialmente riempito la sala.
L’occasione è per riflettere sulla ormai “morte” dei partiti come sistema su cui si fonda la politica, cioè la fine di quel ruolo che ha caratterizzato la nostra vita attraverso la formazione e selezione dei gruppi dirigenti, la determinazione del consenso e il suo corretto uso, la mediazione positiva tra i diversi interessi dei diversi gruppi sociali, il richiamo ad una comune etica, ad un comune sentire, fosse anche di natura ideologica, al corretto uso delle istituzioni per poter decidere il meglio per una comunità, piccola o grande che sia.
Questo ruolo valeva anche nel periodo peggiore della nostra storia politica, quella tangentopoli che ha visto i partiti fare incetta di finanziamenti illeciti. Cosa assolutamente deprecabile che giustamente è stata scoperta e combattuta.
Ma oggi siamo in una condizione ben peggiore. La corruzione è dilagata a livello personale e/o di piccole consorterie. I partiti hanno perso completamente autorevolezza nei confronti degli eletti, sbagliando già nella definizione delle liste che vedono candidate troppe persone che non hanno acquisito alcun merito per esserlo, non avendo fatto nessun percorso politico serio. E questo determina inevitabilmente il trasformismo, il passaggio di casacca continuo, la sostanziale incapacità e impossibilità di decidere quello che è giusto e quello che è il meglio per la collettività.
Quindi i partiti sono morti. Ma c’è qualche altra cosa all’orizzonte che li possa sostituire? Si certo, le associazioni, le liste civiche, le fabbriche, gli atelier, le parrocchie ecc… Ma quando ci sarà da formare le liste elettorali per quella che viene definita dagli studiosi “la sintesi perfetta”, l’espressione del voto, chi lo farà e chi risponderà del proprio agire, delle cose che farà una volta ricevuti i consensi?
Alle ultime amministrative si sono presentate 19 liste; di queste solo 6 si rifanno ad un partito e hanno formalmente una sede; di questi 6 solo 4 forse riuniscono normalmente i direttivi o si vedono collettivamente per fare riunioni per discutere dei problemi di Caivano; di questi 4 solo 3 forse fanno dei congressi per eleggere i proprio gruppi dirigenti.
I cittadini non sanno nemmeno che hanno votato per liste cui non potranno chiedere conto a nessuno.
Se l’analisi la spostiamo dai partiti ai candidati, la questione diventa ancora più drammatica. Ne è un esempio significativo l’analisi dei voti ai candidati alle regionali. Solo qualche esempio: qualcuno conosce la storia di Roberto Conte, già decaduto da consigliere regionale perché accusato di concorso esterno alla camorra, che, nell’Alleanza di popolo, ha preso a Caivano 181 preferenze? E Filomena Bilancio che ne prende 336 nell’UDC? E Lello Sentiero, con 166 voti in Noi Sud?
L’elenco potrebbe essere lungo, ma la questione non cambia.
I partiti sono morti, ma tutti dovrebbero comprendere che non c’è ad oggi alcuna alternativa, ai rituali democratici dello stare insieme su una idea condivisa di futuro, eleggere i propri dirigenti attraverso i congressi, selezionare gli amministratori più bravi e preparati. Ad oggi i partiti hanno, certamente, smarrito la propria strada, ma dovremmo sempre preferire chi alza la serranda di un vano, facendo immani sacrifici economici e personali, per riunirsi e discutere di futuro. I cittadini che votano non sono indifferenti al corretto funzionamento del processo democratico.
I partiti sono morti, evviva, quindi, i partiti che, però, devono trovare la strada per autoriformarsi.
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domenica 27 giugno 2010
I dubbi non risolti sull'Igica...
Stamani su Caivano Press ennesimo articolo sulla situazione dell'Igica, la società per i rifiuti di totale proprietà del Comune di Caivano. Che la situazione fosse difficile lo si sapeva, ma che regni ancora incertezza sui suoi conti e sul futuro di questa azienda, beh!, è davvero molto strano. Il giornale parla di un nuovo piano industriale che dovrà essere sottoposto al Comune che dovrà approvarlo e, chi fa il piano idustriale?, coloro i quali, fino a prova contraria, hanno portato allo sfascio l'azienda, cioè l'attuale management. Ma insomma chi dovrebbe salvare l'azienda è esattamente chi ha determinato sul piano della gestione della società la rovina. Bella questa mossa dell'Amministrazione guidata da Tonino Falco. I conti economici e finanziari non escono, ma ci sono indiscrezioni che lasciano quantomeno interdetti...
Si chiede al Comune di Caivano una ricapitalizzazione di 2 milioni di euro e, a fronte di questo, si licenzieranno circa 15 lavoratori... si dovrebbero incrementare alcuni fatturati legati a nuove lavorazioni (RAEE, vetro, bonifiche) ma i conti sono scritti sull'acqua visto che la proposta di ridurre del 40% i crediti dei fornitori non è stata, a quanto ne sappiamo, accettata da nessuno.
Non metto in dubbio la necessità di intervenire con la scure pur di salvare una società che resta una grande opportunità... e, non sono nemmeno in linea di principio, contrario ai licenziamenti di chi non lavora, ma innanzitutto vanno licenziati i manager, poi i vari direttori che si sono fatti sfuggire il controllo dei lavoratori, poi i grandi consulenti come Varriale, l'avvocato Gaeta, poi gli scansafatiche, poi le auto in dotazione al personale, poi una razionalizzazione degli acquisti, poi la raccolta differenziata.. Insomma poi un vero e proprio piano industriale, fatto da chi ha competenza, che faccia uscire l'Igica da questo "buco nero" nel quale è caduta... infine "trasparenza"... l'Igica è dei caivanesi e i caivanesi devono sapere tutto quello che accade lì dentro.. anche l'acquisto di uno spillo deve comportare la necessità di una gara d'appalto perchè bisogna acquistarlo al minor prezzo possibile!!! Questa dell'Igica è, dopo i due incidenti di percorso dei due assessori, per l'Amministrazione Falco il vero banco di prova sulla sua capacità di governo effettivo della nostra Comunità...
Si chiede al Comune di Caivano una ricapitalizzazione di 2 milioni di euro e, a fronte di questo, si licenzieranno circa 15 lavoratori... si dovrebbero incrementare alcuni fatturati legati a nuove lavorazioni (RAEE, vetro, bonifiche) ma i conti sono scritti sull'acqua visto che la proposta di ridurre del 40% i crediti dei fornitori non è stata, a quanto ne sappiamo, accettata da nessuno.
Non metto in dubbio la necessità di intervenire con la scure pur di salvare una società che resta una grande opportunità... e, non sono nemmeno in linea di principio, contrario ai licenziamenti di chi non lavora, ma innanzitutto vanno licenziati i manager, poi i vari direttori che si sono fatti sfuggire il controllo dei lavoratori, poi i grandi consulenti come Varriale, l'avvocato Gaeta, poi gli scansafatiche, poi le auto in dotazione al personale, poi una razionalizzazione degli acquisti, poi la raccolta differenziata.. Insomma poi un vero e proprio piano industriale, fatto da chi ha competenza, che faccia uscire l'Igica da questo "buco nero" nel quale è caduta... infine "trasparenza"... l'Igica è dei caivanesi e i caivanesi devono sapere tutto quello che accade lì dentro.. anche l'acquisto di uno spillo deve comportare la necessità di una gara d'appalto perchè bisogna acquistarlo al minor prezzo possibile!!! Questa dell'Igica è, dopo i due incidenti di percorso dei due assessori, per l'Amministrazione Falco il vero banco di prova sulla sua capacità di governo effettivo della nostra Comunità...
martedì 8 giugno 2010
Le domande diventano otto...
Credo sia ineludibile la necessità che il Sindaco, Tonino Falco, risponda alle, ora, otto domande riportate di seguito:
1) la natura del colloquio avuto con il Prefetto sulla vicenda Ciccarelli che hanno portato, poi, alle sue dimissioni;
2) di che cosa è accusato effettivamente Carofilo e se è compatibile la sua presenza in Giunta;
3) quale è il legame tra l'imprenditore Pierino Magri e Carofilo;
4) quali sono le ragioni vere dell'aspettativa del Comandante dei Vigili Urbani;
5) perchè non si approva la gara per la raccolta dei rifiuti;
6) i conti veri dell'Igica e se risulta vero il rischio di fallimento, che per effetto di una ulteriore sballata iniziativa di queste ore, pare, stia diventando ancora più colpevolmente inevitabile;
7) quale è il legame tra alcuni assessori e gli interessi urbanistico/edilizi presenti sul territorio.
8) chi nell'attuale amministrazione non vuol far pagare l'ICI ai proprietari di aree edificabili?
1) la natura del colloquio avuto con il Prefetto sulla vicenda Ciccarelli che hanno portato, poi, alle sue dimissioni;
2) di che cosa è accusato effettivamente Carofilo e se è compatibile la sua presenza in Giunta;
3) quale è il legame tra l'imprenditore Pierino Magri e Carofilo;
4) quali sono le ragioni vere dell'aspettativa del Comandante dei Vigili Urbani;
5) perchè non si approva la gara per la raccolta dei rifiuti;
6) i conti veri dell'Igica e se risulta vero il rischio di fallimento, che per effetto di una ulteriore sballata iniziativa di queste ore, pare, stia diventando ancora più colpevolmente inevitabile;
7) quale è il legame tra alcuni assessori e gli interessi urbanistico/edilizi presenti sul territorio.
8) chi nell'attuale amministrazione non vuol far pagare l'ICI ai proprietari di aree edificabili?
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lunedì 7 giugno 2010
Sette domande per sette risposte...
Credo sia ineludibile la necessità che il Sindaco, Tonino Falco, risponda alle sette domande riportate di seguito:
1) la natura del colloquio avuto con il Prefetto sulla vicenda Ciccarelli che hanno portato, poi, alle sue dimissioni;
2) di che cosa è accusato effettivamente Carofilo e se è compatibile la sua presenza in Giunta;
3) quale è il legame tra l'imprenditore Pierino Magri e Carofilo;
4) quali sono le ragioni vere dell'aspettativa del Comandante dei Vigili Urbani;
5) perchè non si approva la gara per la raccolta dei rifiuti;
6) i conti veri dell'Igica e se risulta vero il rischio di fallimento, che per effetto di una ulteriore sballata iniziativa di queste ore, pare, stia diventando ancora più colpevolmente inevitabile;
7) quale è il legame tra alcuni assessori e gli interessi urbanistico/edilizi presenti sul territorio.
1) la natura del colloquio avuto con il Prefetto sulla vicenda Ciccarelli che hanno portato, poi, alle sue dimissioni;
2) di che cosa è accusato effettivamente Carofilo e se è compatibile la sua presenza in Giunta;
3) quale è il legame tra l'imprenditore Pierino Magri e Carofilo;
4) quali sono le ragioni vere dell'aspettativa del Comandante dei Vigili Urbani;
5) perchè non si approva la gara per la raccolta dei rifiuti;
6) i conti veri dell'Igica e se risulta vero il rischio di fallimento, che per effetto di una ulteriore sballata iniziativa di queste ore, pare, stia diventando ancora più colpevolmente inevitabile;
7) quale è il legame tra alcuni assessori e gli interessi urbanistico/edilizi presenti sul territorio.
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martedì 1 giugno 2010
Gli alieni sono già tra noi, anzi siamo noi…
Due eventi (oltre ovviamente quelli tragici dei due ragazzi scomparsi che ha segnato profondamente l’opinione pubblica ma che non determina nulla in termini di “intelligenza collettiva”, per cui, ahinoi passato questo momento, dimenticheremo in fretta i problemi che stanno a monte e che li hanno determinati fino a versare di nuovo “lacrime di coccodrillo” sul prossimo tributo di sangue …. a chi tocchera?) hanno colpito l’interesse di moltissimi nostri concittadini: gli alieni a Crispano ma che continuano a imperversare nelle nostre zone, in questi giorni pare anche ad Orta di Atella, e, per quanto mi riguarda, la sagra dell’hot dog fatta a Caivano.
Parliamo prima della sagra. Ma è possibile che con tutti i prodotti tipici e tradizionali che abbiamo si possa fare una sagra dedicata all’hot dog? Ma a chi può venire in mente di fare una cosa così “criminale”? In tutta Italia, il bel paese del buon cibo ci si fa in quattro per andare a scovare i prodotti più particolari che caratterizzano ogni piccolo pezzettino di terra, territorio, borgo, andando a valorizzare il particolarissimo fagiolo piuttosto che la verdura esclusiva e noi non troviamo di meglio che “valorizzare” l’hot dog. Ma che ci azzecca l’hot dog con Caivano? Ma che ci azzecca con l’Italia? Eppure posso garantire che non ho niente di personale contro l’hot dog, né contro chi vuole fare un po’ di “soldi” di autofinanziamento… ma perché chiamarla sagra? Follie.. follie..
Ma follie anche sugli alieni… una vera e propria sindrome da passione/paura per “chi non si sa chi è”. Forse è paura che ci conquistino, che ci facciano del male, che prendano tutte le nostre donne e se le portano sul loro pianeta, che, viceversa, prendano tutti gli uomini, o forse i bambini che sarebbe molto più grave. Passione invece per sapere finalmente che non siamo soli in questo universo, oppure la gioia di pensare che, visto che questa nostra terra la stiamo distruggendo, forse abbiamo qualche chance di andare a distruggere qualche altro pianeta in qualche altro universo.
Io non so se esistono o meno gli alieni, ma ho l’impressione che, nel bene e nel male, hanno la solita funzione di farci pensare che “altri possano risolvere i nostri problemi”. Purtroppo, e questo lo so davvero, i nostri problemi ce li possiamo risolvere solo ed esclusivamente noi, non singolarmente o meglio non solo singolarmente, ma collettivamente, mettendo insieme le persone che lo vogliono…
E da che cosa partire se non dall’identità perduta, dalle tradizioni locali, dalla nostra storia, che sarà anche storia minore, ma è la nostra storia, quella fatta di buoni sentimenti, di povertà onesta, di etica, di valori universali, quella di cui dobbiamo essere fieri…
A di fuori di questo, i veri alieni siamo noi per noi stessi e saremo condannati a mangiare per sempre hot dog…
Parliamo prima della sagra. Ma è possibile che con tutti i prodotti tipici e tradizionali che abbiamo si possa fare una sagra dedicata all’hot dog? Ma a chi può venire in mente di fare una cosa così “criminale”? In tutta Italia, il bel paese del buon cibo ci si fa in quattro per andare a scovare i prodotti più particolari che caratterizzano ogni piccolo pezzettino di terra, territorio, borgo, andando a valorizzare il particolarissimo fagiolo piuttosto che la verdura esclusiva e noi non troviamo di meglio che “valorizzare” l’hot dog. Ma che ci azzecca l’hot dog con Caivano? Ma che ci azzecca con l’Italia? Eppure posso garantire che non ho niente di personale contro l’hot dog, né contro chi vuole fare un po’ di “soldi” di autofinanziamento… ma perché chiamarla sagra? Follie.. follie..
Ma follie anche sugli alieni… una vera e propria sindrome da passione/paura per “chi non si sa chi è”. Forse è paura che ci conquistino, che ci facciano del male, che prendano tutte le nostre donne e se le portano sul loro pianeta, che, viceversa, prendano tutti gli uomini, o forse i bambini che sarebbe molto più grave. Passione invece per sapere finalmente che non siamo soli in questo universo, oppure la gioia di pensare che, visto che questa nostra terra la stiamo distruggendo, forse abbiamo qualche chance di andare a distruggere qualche altro pianeta in qualche altro universo.
Io non so se esistono o meno gli alieni, ma ho l’impressione che, nel bene e nel male, hanno la solita funzione di farci pensare che “altri possano risolvere i nostri problemi”. Purtroppo, e questo lo so davvero, i nostri problemi ce li possiamo risolvere solo ed esclusivamente noi, non singolarmente o meglio non solo singolarmente, ma collettivamente, mettendo insieme le persone che lo vogliono…
E da che cosa partire se non dall’identità perduta, dalle tradizioni locali, dalla nostra storia, che sarà anche storia minore, ma è la nostra storia, quella fatta di buoni sentimenti, di povertà onesta, di etica, di valori universali, quella di cui dobbiamo essere fieri…
A di fuori di questo, i veri alieni siamo noi per noi stessi e saremo condannati a mangiare per sempre hot dog…
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domenica 30 maggio 2010
Il Sindaco Falco faccia chiarezza..
Altra tegola sulla testa del neo Sindaco di Caivano, Tonino Falco. Dopo Ciccarelli, costretto alle dimissioni dopo l'arresto del fratello per spaccio di droga, adesso c'è la denuncia all'assessore Carofilo con sequestro dell'area di proprietà sua e della sua famiglia dove bisogna costruire una serie di appartamenti in una lottizzazione convenzionata prevista dal Piano regolatore. In buona sostanza lo si accuserebbe (il condizionale è d'obbligo) di aver smaltito nel proprio terreno rifiuti speciali provenienti dal cantiere ex ICIF, dove è impegnata l'impresa di Pierino Magri, grande sponsor della coalizione e del Sindaco Tonino Falco.
In appena un mese due tegole del genere sembrano davvero un record negativo. Non si può far finta di niente. Non sono tra quelli che si inscrivono al gruppo di chi chiede a gran voce le dimissioni di Carofilo, ma è certo che il Sindaco deve chiarire molte cose. Prima fa un'operazione di chiarezza è meglio è per tutti. Tonino Falco deve subito convocare una conferenza stampa e deve spiegare, in qualità di Sindaco:
1) la natura del colloquio avuto con il Prefetto sulla vicenda Ciccarelli che hanno portato, poi, alle sue dimissioni;
2) di che cosa è accusato effettivamente Carofilo e se è compatibile la sua presenza in Giunta;
3) qual è il legame tra l'imprenditore Pierino Magri e Carofilo;
4) quali sono le ragioni vere dell'aspettativa del Comandante dei Vigili Urbani;
5) perchè non si approva la gara per la raccolta dei rifiuti;
6) i conti veri dell'Igica e se risulta vero il rischio di fallimento.
Credo che i cittadini di Caivano abbiano bisogno, al posto di inciuci, di chiarezza, trasparenza e verità.
L'unico abilitato a farlo è il Sindaco ...
In appena un mese due tegole del genere sembrano davvero un record negativo. Non si può far finta di niente. Non sono tra quelli che si inscrivono al gruppo di chi chiede a gran voce le dimissioni di Carofilo, ma è certo che il Sindaco deve chiarire molte cose. Prima fa un'operazione di chiarezza è meglio è per tutti. Tonino Falco deve subito convocare una conferenza stampa e deve spiegare, in qualità di Sindaco:
1) la natura del colloquio avuto con il Prefetto sulla vicenda Ciccarelli che hanno portato, poi, alle sue dimissioni;
2) di che cosa è accusato effettivamente Carofilo e se è compatibile la sua presenza in Giunta;
3) qual è il legame tra l'imprenditore Pierino Magri e Carofilo;
4) quali sono le ragioni vere dell'aspettativa del Comandante dei Vigili Urbani;
5) perchè non si approva la gara per la raccolta dei rifiuti;
6) i conti veri dell'Igica e se risulta vero il rischio di fallimento.
Credo che i cittadini di Caivano abbiano bisogno, al posto di inciuci, di chiarezza, trasparenza e verità.
L'unico abilitato a farlo è il Sindaco ...
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sabato 29 maggio 2010
Io sono colpevole di Franco Natale*
Io sono colpevole. Colpevole in quanto casalese. Casalese non come appartenete al clan, loro non meritano questo nome. Ma casalese come cittadino di queste terre.. colpevole. Colpevole semplicemente di non essere normale. In un paese dove abbondano eroi e criminali, eccellenze nel bene e nel male, la straordinarietà è all’ordine del giorno, i colori sono quelli di un fumetto, e la normalità è l’eccezione.
La storia la faranno anche i martiri, i dittatori, i grandi personaggi che decidono, ordinano, tramano, sognano, creano. Ma il mondo va avanti con il sudore della gente comune. Ma proprio questa gente..dov’è? quante poche mani servono per contarla?
Cosa significa essere normali qui da noi? Significa solo svegliarsi la mattina e andare a lavorare, come dice qualcuno? Significa solo non essere nel centro del ciclone ed sentirsi “estraneo ai fatti”?
Io credo significhi anche avere coraggio. E non parlo del coraggio di denunciare, del coraggio di manifestare, di affrontare il potere, di lottare rischiando la vita. Questo spetta a chi ha le capacità di farlo, e non avere questa capacità non è una colpa. Una colpa è invece non avere il coraggio di distinguersi se la si pensa diversamente, di schierarsi intimamente, di non annegare con gli altri nella banalità dei luoghi comuni. Il coraggio di essere coerenti, il coraggio di essere onesti, prima di tutto con se stessi. Normalità è seguire le leggi, tutte, dalla prima all’ultima. Significa pagare le tasse, tutte, dalla prima all’ultima. Significa rispetto, di te stesso e della tua dignità, degli altri, della comunità, dell’ambiente. Significa dare valore alla democrazia. Significa non svendere il proprio voto. Significa votare per chi credi possa fare del bene alla tua comunità. Significa non votare qualcuno solo perché ti è parente o amico o ti ha fatto un piacere o crede di avertelo fatto. Perché qui si confonde il diritto con il privilegio o il favore, la comunità con la tua famiglia, il processo democratico con una partita di calcio. Si confonde la vita con la sopravvivenza, l’integrità con l’invisibilità, l’interesse con il profitto, la chiarezza con l’ambiguità.
Avere coraggio significa assumersi le responsabilità di quello che avviene, perché tutti abbiamo il potere di cambiare le cose, basta crederci, ed è vero. Significa rispettare il proprio ruolo e le proprie professionalità, sapendo che quello che si fa, si dice, si scrive ha sempre degli effetti, nel bene e nel male. E significa anche non aver paura di sbagliare. Avere coraggio è alzare lo sguardo non quando incontri un camorrista per strada, ma quando sei solo davanti ad uno specchio. Significa imparare a giudicare, farlo con cognizione, con consapevolezza, senza superficialità.
Ci si dimentica ormai del tempo che passa. Basta un attimo per sradicare un albero nel proprio giardino, anche se a piantarlo è stato tuo nonno. Ci si dimentica del sangue versato che ha concimato i campi, e si banalizza sui morti perché tanto sono morti ma tu sei vivo, e non riesci a sentirti alla loro altezza. Ci si dimentica della strada percorsa, dei piedi rotti e del sudore, di chi ha fatto cosa e del perché è successo. E soprattutto si dimenticano le colpe.
Avere coraggio è non dimenticare.
Il coraggio di scegliere, il coraggio di essere uomini liberi, il coraggio di essere partigiani in guerra.
Si, mi sento colpevole. Colpevole di non riuscire, di non tentare, di non volere, di non credere, di non potere. Colpevole.
* Franco Natale è stato sindaco per pochi mesi a Casal di Principe, attivista nel volontariato sociale e presidente dell'associazione Jerry Maslo, impegnato in tutte le battaglie di Libera e dell'associazione Don Peppe Diana, prete scomodo ammazzato dalla camorra. La sua riflessione interessa tutti, anche noi!
La storia la faranno anche i martiri, i dittatori, i grandi personaggi che decidono, ordinano, tramano, sognano, creano. Ma il mondo va avanti con il sudore della gente comune. Ma proprio questa gente..dov’è? quante poche mani servono per contarla?
Cosa significa essere normali qui da noi? Significa solo svegliarsi la mattina e andare a lavorare, come dice qualcuno? Significa solo non essere nel centro del ciclone ed sentirsi “estraneo ai fatti”?
Io credo significhi anche avere coraggio. E non parlo del coraggio di denunciare, del coraggio di manifestare, di affrontare il potere, di lottare rischiando la vita. Questo spetta a chi ha le capacità di farlo, e non avere questa capacità non è una colpa. Una colpa è invece non avere il coraggio di distinguersi se la si pensa diversamente, di schierarsi intimamente, di non annegare con gli altri nella banalità dei luoghi comuni. Il coraggio di essere coerenti, il coraggio di essere onesti, prima di tutto con se stessi. Normalità è seguire le leggi, tutte, dalla prima all’ultima. Significa pagare le tasse, tutte, dalla prima all’ultima. Significa rispetto, di te stesso e della tua dignità, degli altri, della comunità, dell’ambiente. Significa dare valore alla democrazia. Significa non svendere il proprio voto. Significa votare per chi credi possa fare del bene alla tua comunità. Significa non votare qualcuno solo perché ti è parente o amico o ti ha fatto un piacere o crede di avertelo fatto. Perché qui si confonde il diritto con il privilegio o il favore, la comunità con la tua famiglia, il processo democratico con una partita di calcio. Si confonde la vita con la sopravvivenza, l’integrità con l’invisibilità, l’interesse con il profitto, la chiarezza con l’ambiguità.
Avere coraggio significa assumersi le responsabilità di quello che avviene, perché tutti abbiamo il potere di cambiare le cose, basta crederci, ed è vero. Significa rispettare il proprio ruolo e le proprie professionalità, sapendo che quello che si fa, si dice, si scrive ha sempre degli effetti, nel bene e nel male. E significa anche non aver paura di sbagliare. Avere coraggio è alzare lo sguardo non quando incontri un camorrista per strada, ma quando sei solo davanti ad uno specchio. Significa imparare a giudicare, farlo con cognizione, con consapevolezza, senza superficialità.
Ci si dimentica ormai del tempo che passa. Basta un attimo per sradicare un albero nel proprio giardino, anche se a piantarlo è stato tuo nonno. Ci si dimentica del sangue versato che ha concimato i campi, e si banalizza sui morti perché tanto sono morti ma tu sei vivo, e non riesci a sentirti alla loro altezza. Ci si dimentica della strada percorsa, dei piedi rotti e del sudore, di chi ha fatto cosa e del perché è successo. E soprattutto si dimenticano le colpe.
Avere coraggio è non dimenticare.
Il coraggio di scegliere, il coraggio di essere uomini liberi, il coraggio di essere partigiani in guerra.
Si, mi sento colpevole. Colpevole di non riuscire, di non tentare, di non volere, di non credere, di non potere. Colpevole.
* Franco Natale è stato sindaco per pochi mesi a Casal di Principe, attivista nel volontariato sociale e presidente dell'associazione Jerry Maslo, impegnato in tutte le battaglie di Libera e dell'associazione Don Peppe Diana, prete scomodo ammazzato dalla camorra. La sua riflessione interessa tutti, anche noi!
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domenica 23 maggio 2010
Raucci non convince sui conti dell'Igica
L'intervista rilasciata da Raucci, presidente dell'Igica, al giornale Free Press non chiarisce i problemi sui conti dell'Igica. Che i Comuni pagassero in ritardo lo sapevamo da tempo, ma quanti crediti ha l'Igica nei confronti dei Comuni che non potranno certo essere un problema visto che sono sottoscritti in forza di contratti e quindi sicuramente esigibili (facilmente incassabili). Il problema sono i debiti e la loro gestione: quante sono le uscite per pagamenti degli stipendi, per i servizi, per le consulenze? E come il management come riesce a gestire il flusso delle entrate e delle uscite tenendo a bada i creditori evitando di "farsi pignorare" creando un corto circuito sulla funzionalità dell'azienda. E sui processi di diversificazione della propria mission? a che punto stanno le cose? qual'è lo stato del piano industriale, ammesso che ce ne sia uno? Ho l'impressione che il presidente Raucci non conosca bene i conti dell'Igica o legga solo quelli che gli prepara Bruno, amministratore delegato.
Su questo c'è bisogno di un'operazione verità.
E l'Amministrazione ha l'obbligo di analizzare questi conti, renderli pubblici, portadoli in consiglio comunale e spiegando come si vuole uscire dal rischio che salti tutto in aria.
L'operazione verità serve ai cittadini, ai lavoratori, alla stessa società che può (forse), sicuramente deve trovare una nuova strada per riaffermarsi nel grande baillame dei rifiuti in regione campania che, come tutti hanno capito, non è stato mai risolto, e rischia prossimamente di riesplodere di nuovo.
L'Igica può e deve essere protagonista di questa nuova fase.
Su questo c'è bisogno di un'operazione verità.
E l'Amministrazione ha l'obbligo di analizzare questi conti, renderli pubblici, portadoli in consiglio comunale e spiegando come si vuole uscire dal rischio che salti tutto in aria.
L'operazione verità serve ai cittadini, ai lavoratori, alla stessa società che può (forse), sicuramente deve trovare una nuova strada per riaffermarsi nel grande baillame dei rifiuti in regione campania che, come tutti hanno capito, non è stato mai risolto, e rischia prossimamente di riesplodere di nuovo.
L'Igica può e deve essere protagonista di questa nuova fase.
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domenica 16 maggio 2010
Igica: i conti non tornano
Certo questa Igica non riesce a trovare pace. Non ha pagato gli ultimi stipendi agli operai che, giustamente, hanno l'altra sera lasciati i rifiuti a terra. C'è voluto l'intervento del neo assessore Enzo Angelino per sbloccare la situazione garantendo che gli stipendi sarebbero stati pagati questa prossima settimana. Solo dietro queste garanzie si è ripreso responsabilmente il lavoro.
Ma come è possibile che si determinino situazioni del genere, visto che l'azienda ha riconquistato di nuovo vecchi cantieri, lasciati dalla Saba oggetto di interdittive antimafia?
Non si è mai riusciti a comprendere quali fossero i conti debitori e quelli creditori e se qualcuno si attivasse per recuperare le somme spettanti. La gara per l'affidamento del servizio a Caivano, intanto, non è stata ancora affidata; quella sulla vendita del 49% delle quote non è stata ancora svolta e l'Igica viene esclusa, per questo, dalla gara di affidamento del servizio a Caserta città.
Credo sia necessario entrare nei conti dell'Igica, non quelli ufficiali, ma quelli reali e capire davvero se e chi l'ha portata alla rovina e perchè si nascondono consulenze, livelli attribuiti in virtù di padrinaggi politici, debiti contratti non si sa bene come.
E non mi si venga a dire che bisogna privatizzare il servizio, visto che l'ennesima ditta che vinceva le gare è stata inevitabilmente messa fuori dai collegamenti strani che ha. Quando scattano le interdittive antimafia, a torto o a ragione, il destino è segnato (vedi Ecoltech, Ecocampania ecc..).Anche quando alle gare partecipano ditte del nord lo fanno in abbinamento, palese o nascosto, con quelle del sud che in un modo o nell'altro sono riconducibili a strani collegamenti.
Allora che fare? Ci vogliono dieci giorni per capire come stanno i conti (che devono essere resi pubblici) e se è possibile risanarli. Poi ci vuole un nuovo management (un amministratore unico) capace che elabori un buon piano industriale e porti i conti a posto in un arco temporale ragionevole, intervenendo con la scure se è necessario.
All'amministrazione il compito di fare un'azione di responsabilità nei confronti dei manager che hanno portato al disastro l'azienda, di affidare la gara del servizio, e dismettere quel 49% delle quote del Comune. Se le vendesse ai dipendenti e ai caivanesi attraverso un azionariato diffuso (da controllare ovviamente la non concentrazione e la rivendita solo a favore del Comune) sarebbe un'ottima cosa.
Contestualmente l'Amministrazione, così come descritto su queste pagine da Antonio Perrotta, dovrebbe ridurre di una percentuale la tarsu...e fare la raccolta differenziata...
Ma come è possibile che si determinino situazioni del genere, visto che l'azienda ha riconquistato di nuovo vecchi cantieri, lasciati dalla Saba oggetto di interdittive antimafia?
Non si è mai riusciti a comprendere quali fossero i conti debitori e quelli creditori e se qualcuno si attivasse per recuperare le somme spettanti. La gara per l'affidamento del servizio a Caivano, intanto, non è stata ancora affidata; quella sulla vendita del 49% delle quote non è stata ancora svolta e l'Igica viene esclusa, per questo, dalla gara di affidamento del servizio a Caserta città.
Credo sia necessario entrare nei conti dell'Igica, non quelli ufficiali, ma quelli reali e capire davvero se e chi l'ha portata alla rovina e perchè si nascondono consulenze, livelli attribuiti in virtù di padrinaggi politici, debiti contratti non si sa bene come.
E non mi si venga a dire che bisogna privatizzare il servizio, visto che l'ennesima ditta che vinceva le gare è stata inevitabilmente messa fuori dai collegamenti strani che ha. Quando scattano le interdittive antimafia, a torto o a ragione, il destino è segnato (vedi Ecoltech, Ecocampania ecc..).Anche quando alle gare partecipano ditte del nord lo fanno in abbinamento, palese o nascosto, con quelle del sud che in un modo o nell'altro sono riconducibili a strani collegamenti.
Allora che fare? Ci vogliono dieci giorni per capire come stanno i conti (che devono essere resi pubblici) e se è possibile risanarli. Poi ci vuole un nuovo management (un amministratore unico) capace che elabori un buon piano industriale e porti i conti a posto in un arco temporale ragionevole, intervenendo con la scure se è necessario.
All'amministrazione il compito di fare un'azione di responsabilità nei confronti dei manager che hanno portato al disastro l'azienda, di affidare la gara del servizio, e dismettere quel 49% delle quote del Comune. Se le vendesse ai dipendenti e ai caivanesi attraverso un azionariato diffuso (da controllare ovviamente la non concentrazione e la rivendita solo a favore del Comune) sarebbe un'ottima cosa.
Contestualmente l'Amministrazione, così come descritto su queste pagine da Antonio Perrotta, dovrebbe ridurre di una percentuale la tarsu...e fare la raccolta differenziata...
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giovedì 13 maggio 2010
Dal voto di scambio alla "rete" di idee.. primi fermenti d’alternativa?
A Casal di Principe alcuni consiglieri ed alcuni partiti sono sotto inchiesta per il voto di scambio. L’Udeur, sotto inchiesta, ha il 38% di voti e sta con il centro sinistra che ha vinto (in realtà è stata un’alleanza trasversale contro il centro destra di Cosentino). Ci sono molti dubbi ed inchieste in giro, soprattutto nel Sud.
La domanda che si pone è, per conseguenza, la seguente: anche a Caivano c’è stato il voto di scambio? Difficile dirlo, anche se mi sovvengono le parole di Roberto Saviano a “Che tempo che fa”, dove spiegò come fosse opportuno che le elezioni in Italia, in particolare nelle regioni del sud dove la malavita organizzata invade e pervade tutto, fossero controllate da osservatori esterni, così come succede in molti paesi in via di sviluppo, dove c’è un delicato equilibrio democratico. Saviano voleva dire che rispetto al solo dubbio che ci possano essere “invasioni di campo”, bisogna assolutamente fugarli evitando anche il semplice dubbio. Del resto si è sempre detto che etica, in politica, significa che non solo Cesare, ma anche la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto!
Non so, quindi, se c’è stato voto inquinato, voto di scambio, ma è indubbio che si sa perfettamente come si prendono i voti e come si è modificato profondamente il sistema del consenso. I partiti non hanno più autorevolezza, non c’è più la selezione della classe dirigente, chiunque pensa di poter fare il consigliere, l’assessore o il sindaco, senza quella propedeuticità che significa “imparare il mestiere” di politico che tra le altre cose oggi è molto più complesso fare. Certo il consiglio comunale è lo specchio della società e allora come bisogna risolvere il corto circuito dei cittadini che vogliono un paese più bello, più civile, più sicuro ma votano esattamente (al di là di giudizi sui singoli) in modo contrario a quello che desiderano? Il sistema elettorale ha sicuramente il difetto che con la preferenza unica si sceglie la candidatura di chi ha una famiglia numerosa e/o un medico, un architetto, un geometra che ha un potenziale di voti straordinariamente alto, al di là di quella propedeuticità che dicevamo prima. Ed il voto è nei fatti un voto di scambio. Si vota la persona che è disponibile (medico), è attento alle tue esigenze (architetto/geometra), ti promette un posto di lavoro (piccolo imprenditore). Ma mai si vota per l’idea di una città diversa, quella che in definitiva si desidera con tutto il cuore. Tutto questo va connesso con quello che dice Antonio Gibelli, storico e studioso dei fenomeni contemporanei, che parla di trasformazione antropologica della nostra gente.
Ora la vicenda di Carlo Ciccarelli, di cui si sta parlando in queste ore, è una questione emblematica che genera dubbi. Io penso che di fronte ai dubbi bisogna fare chiarezza, sempre. E credo che i partiti e le istituzioni debbano stare lontano mille miglia da fenomeni che “generano dubbi”. E insisto, Ciccarelli non è l’unico dubbio.
Il rischio è la nomina di una commissione d’accesso con il conseguente scioglimento del consiglio comunale che getterebbe un’ombra sinistra su tutta la nostra comunità. Sarebbe il punto più basso mai registrato da Caivano.
Bisogna dire no a tutto questo, bisogna fare chiarezza, bisogna fugare qualsiasi dubbio.
Per fortuna a Caivano non c’è solo questo. Nella società si muove qualcosa. Trovo, per esempio, estremamente interessante il lavoro fatto da “Voce per tutti”, che non sono solo una sigla che ha garantito democrazia durante la campagna elettorale, ma oggi giovani in carne e ossa prendono le firme per la trasmissione radiotv del consiglio comunale. E trovo interessante che in pochi giorni nasca un gruppo su Facebook che grida con forza il ritorno di Caivano rock. Entrambe le iniziative guardano al presente con un occhio al futuro, esprimono un’istanza di cambiamento. C’è nella loro richiesta voglia di un futuro diverso, al di là delle richieste condivisibili o meno, con un occhio alla propria città, quella dove campano ma non vivono… esprimono un diritto di cittadinanza.
E allora bisogna mettere insieme queste istanze, le persone per bene che le esprimono, tenendo lontanissimo dalle istituzione chiunque esprima interessi poco chiari. E non è solo un problema di "forze politiche".. c'è la necessità di costruire nella società una santa alleanza tra la borghesia illuminata (ammesso che ci sia ancora), il mondo del lavoro (quello che esprime istanze sociali), il mondo delle professioni/professionisti (quelli che esprimono istanze di qualità della vita e che fanno opinione), il mondo giovanile (che esprime incazzatura e voglia di cambiamento).
Intorno a questo blocco sociale "progressista", bisogna costruire un'idea di città futura e una squadra di uomini e donne riconoscibili come persone serie e per bene.
Se si farà tutto questo forse si potrà vincere e, l’ho detto in tutti i modi possibili e immaginabili, si potrà soprattutto governare. La classe dirigente di un paese deve essere sempre migliore delle persone che amministra e che li elegge. Viceversa vedo un futuro davvero buio!
La domanda che si pone è, per conseguenza, la seguente: anche a Caivano c’è stato il voto di scambio? Difficile dirlo, anche se mi sovvengono le parole di Roberto Saviano a “Che tempo che fa”, dove spiegò come fosse opportuno che le elezioni in Italia, in particolare nelle regioni del sud dove la malavita organizzata invade e pervade tutto, fossero controllate da osservatori esterni, così come succede in molti paesi in via di sviluppo, dove c’è un delicato equilibrio democratico. Saviano voleva dire che rispetto al solo dubbio che ci possano essere “invasioni di campo”, bisogna assolutamente fugarli evitando anche il semplice dubbio. Del resto si è sempre detto che etica, in politica, significa che non solo Cesare, ma anche la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto!
Non so, quindi, se c’è stato voto inquinato, voto di scambio, ma è indubbio che si sa perfettamente come si prendono i voti e come si è modificato profondamente il sistema del consenso. I partiti non hanno più autorevolezza, non c’è più la selezione della classe dirigente, chiunque pensa di poter fare il consigliere, l’assessore o il sindaco, senza quella propedeuticità che significa “imparare il mestiere” di politico che tra le altre cose oggi è molto più complesso fare. Certo il consiglio comunale è lo specchio della società e allora come bisogna risolvere il corto circuito dei cittadini che vogliono un paese più bello, più civile, più sicuro ma votano esattamente (al di là di giudizi sui singoli) in modo contrario a quello che desiderano? Il sistema elettorale ha sicuramente il difetto che con la preferenza unica si sceglie la candidatura di chi ha una famiglia numerosa e/o un medico, un architetto, un geometra che ha un potenziale di voti straordinariamente alto, al di là di quella propedeuticità che dicevamo prima. Ed il voto è nei fatti un voto di scambio. Si vota la persona che è disponibile (medico), è attento alle tue esigenze (architetto/geometra), ti promette un posto di lavoro (piccolo imprenditore). Ma mai si vota per l’idea di una città diversa, quella che in definitiva si desidera con tutto il cuore. Tutto questo va connesso con quello che dice Antonio Gibelli, storico e studioso dei fenomeni contemporanei, che parla di trasformazione antropologica della nostra gente.
Ora la vicenda di Carlo Ciccarelli, di cui si sta parlando in queste ore, è una questione emblematica che genera dubbi. Io penso che di fronte ai dubbi bisogna fare chiarezza, sempre. E credo che i partiti e le istituzioni debbano stare lontano mille miglia da fenomeni che “generano dubbi”. E insisto, Ciccarelli non è l’unico dubbio.
Il rischio è la nomina di una commissione d’accesso con il conseguente scioglimento del consiglio comunale che getterebbe un’ombra sinistra su tutta la nostra comunità. Sarebbe il punto più basso mai registrato da Caivano.
Bisogna dire no a tutto questo, bisogna fare chiarezza, bisogna fugare qualsiasi dubbio.
Per fortuna a Caivano non c’è solo questo. Nella società si muove qualcosa. Trovo, per esempio, estremamente interessante il lavoro fatto da “Voce per tutti”, che non sono solo una sigla che ha garantito democrazia durante la campagna elettorale, ma oggi giovani in carne e ossa prendono le firme per la trasmissione radiotv del consiglio comunale. E trovo interessante che in pochi giorni nasca un gruppo su Facebook che grida con forza il ritorno di Caivano rock. Entrambe le iniziative guardano al presente con un occhio al futuro, esprimono un’istanza di cambiamento. C’è nella loro richiesta voglia di un futuro diverso, al di là delle richieste condivisibili o meno, con un occhio alla propria città, quella dove campano ma non vivono… esprimono un diritto di cittadinanza.
E allora bisogna mettere insieme queste istanze, le persone per bene che le esprimono, tenendo lontanissimo dalle istituzione chiunque esprima interessi poco chiari. E non è solo un problema di "forze politiche".. c'è la necessità di costruire nella società una santa alleanza tra la borghesia illuminata (ammesso che ci sia ancora), il mondo del lavoro (quello che esprime istanze sociali), il mondo delle professioni/professionisti (quelli che esprimono istanze di qualità della vita e che fanno opinione), il mondo giovanile (che esprime incazzatura e voglia di cambiamento).
Intorno a questo blocco sociale "progressista", bisogna costruire un'idea di città futura e una squadra di uomini e donne riconoscibili come persone serie e per bene.
Se si farà tutto questo forse si potrà vincere e, l’ho detto in tutti i modi possibili e immaginabili, si potrà soprattutto governare. La classe dirigente di un paese deve essere sempre migliore delle persone che amministra e che li elegge. Viceversa vedo un futuro davvero buio!
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La crisi della politica
venerdì 7 maggio 2010
La nuova Amministrazione saprà evitare un nuovo aumento della Tarsu ?
di Antonio Perrotta *
La Provincia di Napoli governata dal centro-destra di Luigi Cesaro il giorno 16 aprile u.s. ha comunicato al Comune di Caivano il nuovo costo provvisorio relativo all’attività di smaltimento dei rifiuti determinato dalla S.A.P. NA S.p.A., azienda alla quale sono stati conferiti i compiti e le attività attribuite alla Provincia di Napoli, dal D.L. 195/09 convertito con modificazione dalla Legge n. 26 del 26 Febbraio 2010. In sostanza con la predetta legge è stato affidato alla provincia di Napoli la gestione del ciclo integrale dei rifiuti ed in via provvisoria e sperimentale, la TARSU sarà calcolata dai comuni sulla base di due distinti costi: uno elaborato dalla provincia afferenti allo smaltimento dei rifiuti, ed uno elaborato dai comuni, indicante gli oneri relativi alle attività di raccolta e spezzamento dei rifiuti.
Si tenga presente che i costi relativi alla tassa sono da considerarsi stimati e provvisori, in quanto basati sui dati di Raccolta Differenziata comunicati dal Comune di Caivano nell’anno 2008 (molto bassi), nonché su previsione di produzione di rifiuti indifferenziati. Questo significa che tali costi saranno ricalcoltati a consuntivo alla fine dell’annualità e di conseguenza potrebbero comportare variazioni nei costi relativi alla tassa.
E’ facile pensare che essendo la tassa direttamente legata alla percentuale della raccolta differenziata, si offrono enormi vantaggi ai comuni virtuosi, per cui, se ai cittadini di Caivano, viene data la possibilità di aumentare la raccolta differenziata, si offre direttamente la possibilità di ridurre la tassa sui rifiuti.
Questa volta non vogliamo che i politici caivanesi ci prendono per i fondelli, il Partito di Sinistra Ecologia e Libertà e i cittadini di Caivano, lanciano alla nuova Amministrazione una sfida, quella di prevedere in sede di bilancio di previsione, ancora in fase di approvazione, una percentuale di raccolta differenziata tale, che non faccia aumentare ulteriormente per l’anno 2010 i costi della Tarsu, e di mettere in campo tutte le iniziative del caso per far sì che tale previsione di raccolta differenziata, non solo venga rispettata, ma addirittura superata, dando una futura e seria speranza di poter ridurre la tassa.
Se invece questa Amministrazione, si limiterà ad una semplice presa d’atto della comunicazione della Provincia di Napoli dei nuovi costi di propria competenza, che determinerà un nuovo aumento della Tarsu, dopo quello già subito dai cittadini nell’anno 2009, vorrà dire che nulla è cambiato, che ancora una volta i politici di Caivano restano sordi alle voci e alle richieste del popolo, e che dimostreranno da subito tutta la loro incapacità nel programmare ed assumersi anche i rischi nel raggiungimento di obiettivi programmatici, come quello suddetto, di mettere in campo iniziative per aumentare la raccolta differenziata, perché questa volta non ci saranno alibi, la cittadinanza è ben predisposta nel voler contribuire al raggiungimento di questo obiettivo e non è più disposta a pagare di tasca propria l’incompetenza degli amministratori.
Su queste problematiche che il partito di Sinistra Ecologia e Libertà di Caivano è disponibile a dialogare con i cittadini e l’amministrazione, ricordando che la raccolta differenziata è stata e resterà sempre il primo punto nell’agenda politica, e a riguardo resta sempre un grande rammarico, cioè, che se si fosse attuata la raccolta differenziata nell’anno 2005, quando appunto fu chiesta con forza dal vecchio gruppo dei Verdi, ora certamente ci saremmo trovati tra i comuni virtuosi, che pagano una tassa sui rifiuti ragionevole.
* vice segretario Sinistra Ecologia e Libertà Caivano
La Provincia di Napoli governata dal centro-destra di Luigi Cesaro il giorno 16 aprile u.s. ha comunicato al Comune di Caivano il nuovo costo provvisorio relativo all’attività di smaltimento dei rifiuti determinato dalla S.A.P. NA S.p.A., azienda alla quale sono stati conferiti i compiti e le attività attribuite alla Provincia di Napoli, dal D.L. 195/09 convertito con modificazione dalla Legge n. 26 del 26 Febbraio 2010. In sostanza con la predetta legge è stato affidato alla provincia di Napoli la gestione del ciclo integrale dei rifiuti ed in via provvisoria e sperimentale, la TARSU sarà calcolata dai comuni sulla base di due distinti costi: uno elaborato dalla provincia afferenti allo smaltimento dei rifiuti, ed uno elaborato dai comuni, indicante gli oneri relativi alle attività di raccolta e spezzamento dei rifiuti.
Si tenga presente che i costi relativi alla tassa sono da considerarsi stimati e provvisori, in quanto basati sui dati di Raccolta Differenziata comunicati dal Comune di Caivano nell’anno 2008 (molto bassi), nonché su previsione di produzione di rifiuti indifferenziati. Questo significa che tali costi saranno ricalcoltati a consuntivo alla fine dell’annualità e di conseguenza potrebbero comportare variazioni nei costi relativi alla tassa.
E’ facile pensare che essendo la tassa direttamente legata alla percentuale della raccolta differenziata, si offrono enormi vantaggi ai comuni virtuosi, per cui, se ai cittadini di Caivano, viene data la possibilità di aumentare la raccolta differenziata, si offre direttamente la possibilità di ridurre la tassa sui rifiuti.
Questa volta non vogliamo che i politici caivanesi ci prendono per i fondelli, il Partito di Sinistra Ecologia e Libertà e i cittadini di Caivano, lanciano alla nuova Amministrazione una sfida, quella di prevedere in sede di bilancio di previsione, ancora in fase di approvazione, una percentuale di raccolta differenziata tale, che non faccia aumentare ulteriormente per l’anno 2010 i costi della Tarsu, e di mettere in campo tutte le iniziative del caso per far sì che tale previsione di raccolta differenziata, non solo venga rispettata, ma addirittura superata, dando una futura e seria speranza di poter ridurre la tassa.
Se invece questa Amministrazione, si limiterà ad una semplice presa d’atto della comunicazione della Provincia di Napoli dei nuovi costi di propria competenza, che determinerà un nuovo aumento della Tarsu, dopo quello già subito dai cittadini nell’anno 2009, vorrà dire che nulla è cambiato, che ancora una volta i politici di Caivano restano sordi alle voci e alle richieste del popolo, e che dimostreranno da subito tutta la loro incapacità nel programmare ed assumersi anche i rischi nel raggiungimento di obiettivi programmatici, come quello suddetto, di mettere in campo iniziative per aumentare la raccolta differenziata, perché questa volta non ci saranno alibi, la cittadinanza è ben predisposta nel voler contribuire al raggiungimento di questo obiettivo e non è più disposta a pagare di tasca propria l’incompetenza degli amministratori.
Su queste problematiche che il partito di Sinistra Ecologia e Libertà di Caivano è disponibile a dialogare con i cittadini e l’amministrazione, ricordando che la raccolta differenziata è stata e resterà sempre il primo punto nell’agenda politica, e a riguardo resta sempre un grande rammarico, cioè, che se si fosse attuata la raccolta differenziata nell’anno 2005, quando appunto fu chiesta con forza dal vecchio gruppo dei Verdi, ora certamente ci saremmo trovati tra i comuni virtuosi, che pagano una tassa sui rifiuti ragionevole.
* vice segretario Sinistra Ecologia e Libertà Caivano
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martedì 4 maggio 2010
La Giunta è come una sentenza, non si giudica si applica, o meglio si verifica
Fatta finalmente la Giunta comunale, si può incominciare a lavorare, tutto sommato in tempi ragionevoli visto che non c’è ancora né la giunta regionale, né quella della provincia di Caserta. Quello che è strano è che non ci sono i consiglieri eletti, non c’è ancora la proclamazione degli eletti. La situazione della Giunta si è sbloccata perché finalmente alcuni consiglieri eletti hanno deciso di dimettersi per fare gli assessori. La decisione, tutt’altro che indolore (ricordiamo ancora la vicenda di Del Gaudio con Mimmo Semplice che, eletto consigliere, dimessosi per entrare in giunta, fu defenestrato dai suoi stessi consiglieri socialisti rimanendo a bocca asciutta e fuori da tutto), ha riguardato lo stesso Del Gaudio, Pasquale ed Enzo Angelino, Carofilo, ed Emione. D’altro canto non c’era altra scelta volendo dare un minimo di “esperienza” all’esecutivo, anche se, come al solito, si rischia di indebolire il consiglio che ha una eguale se non superiore valenza; è lì che si sostanzia la maggioranza e non basterà certo l’esperienza di Pasquale Mennillo, presidente del consiglio, a reggere le sorti dell’Amministrazione nel delicato rapporto maggioranza/opposizione nel civico consesso.
Ma tant’è.
Ora, se è vero che la giunta non va discussa ma va verificata, qualche considerazione però si può fare. Una sola donna in giunta, cosa peraltro positiva, è poco ai sensi dell’art.7 dello statuto comunale. La cosa può dare adito a ricorsi ai sensi della famosa sentenza del TAR di Lecce (vedi precedenti articoli). Spero che “Risorse strategiche” siano per Del Gaudio l’equivalente del bilancio, delega assolutamente fondamentale per ogni Comune dove ci vogliono le scelte politiche e non asetticamente tecniche. Forse un po’ azzardata l’urbanistica al giovane Emione che è alla prima esperienza e quindi potrebbe avere un impatto “forte”. Dovrà “prendere il toro per le corna” e dare subito un segnale forte: portare subito (due mesi?) in consiglio comunale la delibera per chiarire alcune contraddizioni nei nostri strumenti urbanistici, delibera pronta da tempo che va solo aggiornata, e che può dare subito un po’ d’ossigeno all’economia caivanese. Se riuscirà ad aprire una via di dialogo con i soggetti professionali ed economici di Caivano (tutti e non solo alcuni) e partecipare le forze politiche e consiliari, potrà determinare una piccola rivoluzione copernicana.
Un errore, invece, (lo dico con tutto il rispetto e la prudenza possibile) l’assessorato di “peso” a Carlo Ciccarelli. C’è negli ultimi giorni un’attenzione notevole sul Parco Verde. Prima un articolo su “Il Mattino”, poi un servizio al TG3, hanno disegnato un quartiere davvero sconvolgente, dove la droga e l’illegalità la fanno da padrona. Sappiamo benissimo che è vero. Il problema della cocaina sta impestando tutta Caivano, quindi non solo il Parco Verde, dove peraltro vivono moltissime persone perbene. Ma quello è un luogo dove c’è la necessità di sviluppare un’azione politica ed amministrativa straordinaria. Cosa che Ciccarelli non può assolutamente fare.
Per il resto staremo, come le stelle, a guardare e giudicare….
Ma tant’è.
Ora, se è vero che la giunta non va discussa ma va verificata, qualche considerazione però si può fare. Una sola donna in giunta, cosa peraltro positiva, è poco ai sensi dell’art.7 dello statuto comunale. La cosa può dare adito a ricorsi ai sensi della famosa sentenza del TAR di Lecce (vedi precedenti articoli). Spero che “Risorse strategiche” siano per Del Gaudio l’equivalente del bilancio, delega assolutamente fondamentale per ogni Comune dove ci vogliono le scelte politiche e non asetticamente tecniche. Forse un po’ azzardata l’urbanistica al giovane Emione che è alla prima esperienza e quindi potrebbe avere un impatto “forte”. Dovrà “prendere il toro per le corna” e dare subito un segnale forte: portare subito (due mesi?) in consiglio comunale la delibera per chiarire alcune contraddizioni nei nostri strumenti urbanistici, delibera pronta da tempo che va solo aggiornata, e che può dare subito un po’ d’ossigeno all’economia caivanese. Se riuscirà ad aprire una via di dialogo con i soggetti professionali ed economici di Caivano (tutti e non solo alcuni) e partecipare le forze politiche e consiliari, potrà determinare una piccola rivoluzione copernicana.
Un errore, invece, (lo dico con tutto il rispetto e la prudenza possibile) l’assessorato di “peso” a Carlo Ciccarelli. C’è negli ultimi giorni un’attenzione notevole sul Parco Verde. Prima un articolo su “Il Mattino”, poi un servizio al TG3, hanno disegnato un quartiere davvero sconvolgente, dove la droga e l’illegalità la fanno da padrona. Sappiamo benissimo che è vero. Il problema della cocaina sta impestando tutta Caivano, quindi non solo il Parco Verde, dove peraltro vivono moltissime persone perbene. Ma quello è un luogo dove c’è la necessità di sviluppare un’azione politica ed amministrativa straordinaria. Cosa che Ciccarelli non può assolutamente fare.
Per il resto staremo, come le stelle, a guardare e giudicare….
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Elezioni 2010,
Giunta comunale,
Tonino Falco
venerdì 30 aprile 2010
Il nuovo Sindaco, la Giunta.. manca l'assessore al bilancio..
Forse Tonino Falco ha un problema, ed è grosso quanto una casa.. non ha l'assessore al bilancio. Nessuno lo vuole fare, parlo dei politici, quelli eletti che non vogliono dimettersi da consiglieri comunali. Ma se gli assessori devono essere "politici" e indicati dai partiti, perchè non se ne trova uno capace di gestire un settore così delicato? Perchè per quanto debba essere poltico è indubbio che ne debba capire qualcosa ... avere un minimo di conoscenza di finanza pubblica e delle norme che presidono le intere attività del Comune. D'altro canto, come si dice.., senza soldi non si cantano messe.. E allora come fare? Di un tecnico in quell'assessorato neanche a parlarne. Già la coperta è troppo corta per "accontentare" tutti, figuriamoci se c'è posto per un assessore tecnico. Non abbiamo Tremonti a Caivano ... a meno che non ci sia un "salto della quaglia"... Ma anche questa ipotesi diventa difficile, non tanto il salto quanto lo spazio per un ulteriore assessore a "forze aggiuntive", a meno che... non sostituiscano una forza politica. Potrebbe cioè entrare un gruppo di consiglieri di minoranza al posto di un partito di maggioranza (l'MPA?)e così salvare capra e cavoli. Avrebbe così ragione "Chi sale e chi scende" su certi incontri al bar... (vai su facebook). Ma "Chi sale e chi scende" sicuramente non ha ragione sull'Igica.. non credo abbiano cambiato i vertici ... non credo abbiano fatto nuove assunzioni ... e poi bisogna fare un bando pubblico... La situazione, come ampiamente previsto, si complica sempre più ... vincere è più facile che governare...
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mercoledì 28 aprile 2010
Il nuovo Sindaco, la Giunta.. due pesi e due misure..
Grande "dibattito" sulla Giunta.. indiscrezioni ... inciuci.... grande ironia/satira con questa nuova voce su Facebook (purtroppo anonima) Chisale chi scende, ma qualche riflessione critica possiamo farla. Abbiamo già detto del rischio che corre il Sindaco se non garantirà un'adeguata presenza femminile in Giunta. Di sicuro si sa che Carlo Ciccarelli, con il suo contributo di 200 voti, farà l'assessore, pare alle politiche sociali, ma la delega interessa poco. Chi sicuramente non avrà l'assessore saranno i Repubblicani che pure hanno portato un contributo di circa 200 voti. Ora la domanda sorge spontanea.. perchè i 200 voti di Ciccarelli valgono più dei 200 voti dei Repubblicani? C'è chi obietta che i 200 voti di Ciccarelli hanno consentito alla coalizione di vincere nel ballottaggio e quindi l'accordo politico fatto dal Sindaco era di dargli un assessorato. Ma perchè i 200 voti dei Repubblicani non li ha fatti vincere? Qualunque voto ha, nel computo generale, contribuito a far vincere Tonino Falco e gli altri partiti, perchè, come diceva Totò, è la somma che fa il totale... Quindi sul piano politico e della logica tutti i partiti della coalizione dovrebbero essere rappresentati in Giunta, salvo altri accordi assunti. Ma tant'è! Misteri della politica. Ma la Politica insegna che usare due pesi e due misure è sempre un errore.. ti fa quadrare i conti oggi ... ma domani ti si potrebbe rivoltare contro...
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martedì 20 aprile 2010
Il nuovo Sindaco, la Giunta.. le donne...
Si è insediato il nuovo Sindaco, adesso si aspetta la proclamazione ufficiale degli eletti e quindi il primo consiglio comunale con la presentazione della nuova giunta municipale, cui, credo, stia già lavorando il Sindaco e i partiti della coalizione che lo hanno sostenuto. Prime indiscrezioni sui nomi ma, al di là dei nomi, Tonino Falco dovrà far quadrare il cerchio delle legittime aspirazioni di chi ha portato voti e vittoria. Come conciliare qualità e rispetto dell’apporto di ciascun partito è cosa difficile ma in qualche modo si farà. Forse, ma non è detto, più difficile assolvere e rispettare il principio, sancito dall’art. 7 dello Statuto del Comune di Caivano, sulle pari opportunità e sulla presenza in Giunta di donne. Speriamo che il Sindaco non prenda la questione sottogamba, così come fece Papaccioli, anche perché nel frattempo è intervenuta una sentenza del TAR di Lecce. Con l’ordinanza 23 settembre 2009, n. 740 il Tar di Lecce annullò la Giunta provinciale di Taranto perché non aveva un’adeguata presenza femminile e ordinò al Presidente di “procedere alla modificazione della composizione della Giunta Provinciale, in modo da assicurare la presenza di entrambi i sessi, entro 30 giorni dalla notifica…”. E il Presidente della Provincia di Taranto non ha potuto far a meno che ottemperarvi. Un precedente cui nessuno ormai potrà far finta che non esista.
Quindi, caro Sindaco, come dicevano gli antichi… “prevenire è meglio che curare”.. e poi, credo che una cospicua presenza femminile in Giunta, sarebbe sicuramente un passo avanti, anche per recuperare l’atavica “poca presenza” di donne in Consiglio.
Ma quante donne assessore dovrebbero esserci? Per assicurare un’adeguata rappresentanza di genere, riferendoci per analogia alle varie leggi elettorali, credo non dovrebbero essere meno di un terzo, quindi su otto assessori, almeno tre dovrebbero essere donne…
Intanto segnaliamo l’importante iniziativa di Voce Per Tutti sulla raccolta di firme per trasmettere in diretta radio e televisiva i consigli comunali.. vedi: http://www.facebook.com/?tid=1210604160160&sk=messages#!/note.php?note_id=398423780024&id=100000756075620&ref=mf o scrivi e-mail a: vocepertutti@gmail.com
Quindi, caro Sindaco, come dicevano gli antichi… “prevenire è meglio che curare”.. e poi, credo che una cospicua presenza femminile in Giunta, sarebbe sicuramente un passo avanti, anche per recuperare l’atavica “poca presenza” di donne in Consiglio.
Ma quante donne assessore dovrebbero esserci? Per assicurare un’adeguata rappresentanza di genere, riferendoci per analogia alle varie leggi elettorali, credo non dovrebbero essere meno di un terzo, quindi su otto assessori, almeno tre dovrebbero essere donne…
Intanto segnaliamo l’importante iniziativa di Voce Per Tutti sulla raccolta di firme per trasmettere in diretta radio e televisiva i consigli comunali.. vedi: http://www.facebook.com/?tid=1210604160160&sk=messages#!/note.php?note_id=398423780024&id=100000756075620&ref=mf o scrivi e-mail a: vocepertutti@gmail.com
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mercoledì 14 aprile 2010
Fabio Mussi: Lettera aperta agli amici del PD
Dal sito di Sinistra Ecologia e Libertà una bella lettera del compagno Fabio Mussi agli amici del Partito Democratico sulle sorti della sinistra:
http://www.sinistraecologialiberta.it/vetrina/fabio-mussi-lettera-aperta-agli-amici-del-pd
Cari compagni e amici, dopo il biennio 2008-2010, dopo le elezioni politiche, amministrative, europee e regionali, se le cose restano così fino al prossimo voto del (forse) 2013 , se non si muove qualcosa nel nostro campo, il trionfo della destra è assicurato, e si sarà infine realizzato il disegno di un’Italia divisa, un’Italia clericale e xenofoba, populista e mafiosa, vandeana e cesarista. Una perfetta società classista, dove i cittadini saranno sottoposti alla legge, i potenti e i governanti no; dove sempre più i poveri pagheranno le tasse e i ricchi no; dove avranno un futuro certo solo i figli delle caste. Dove il lavoro sarà la merce più vile. Così si saranno gettate al vento conquiste centenarie e l’opera delle generazioni antifasciste che hanno edificato la Repubblica democratica. Credo che avvertiamo tutti la responsabilità di fermare la valanga.
Ciò obbliga prima di tutto a riflettere sugli errori e a correggerli. Rapidamente, perché il tempo stringe. Poco più di due anni fa –due anni fa!- il centrosinistra aveva il governo nazionale (sia pure con un soffio di maggioranza parlamentare), amministrava tre quarti dei Comuni e delle Provincie, governava quattordici Regioni su venti. Tutto rovesciato. Che cosa è successo? E’ cambiata radicalmente la formazione economico-sociale, si sono sovvertiti d’un colpo gli assetti dell’intera Nazione? Nel lampo di pochi mesi?
Seguo il dibattito post-voto, animato da qualche riflessione interessante (come quelle di Nadia Urbinati e di Alfredo Reichlin apparse sull’Unità), ma agitato da umori angosciosissimi: “giovani” contro “vecchi”, neoeletti regionali contro i “fighetti” di Roma, auspicatori di “leghe di sinistra”, importanti amministratori locali che si danno reciprocamente del “vile” e del “carrierista”, precedenti stati maggiori, già destituiti per la responsabilità di precedenti sconfitte, che mettono sotto accusa i successori per le sconfitte successive… Per favore. Per favore. Ci devono pur essere più profonde radici del problema, e soluzioni più alte.
Pongo un quesito: qual è stata in questi anni, a sinistra e nel centrosinistra, la novità? La novità è stata la nascita del Partito democratico. Lo riconosco, poteva essere suggestiva l’idea di una fusione della cultura di matrice socialista con quella di matrice cattolico-democratica. Non voglio ora disputare su quanto fosse restato vivo dell’una e dell’altra, in questo primo decennio del nuovo secolo. Ma è certo che la fusione non ha funzionato. Il tentativo è fallito –di questo si tratta.
E il fallimento del progetto del Partito democratico ha portato tutto il centrosinistra, tutto il campo democratico e di sinistra in un vicolo cieco. Berlusconi e la Lega hanno dilagato, e, con una opposizione debole e un’alternativa allo stato dei fatti improbabile, si muovono adesso rapidi e risoluti.
Il punto, cari amici e compagni, è che non uno dei presupposti su cui doveva reggersi il progetto del Pd si è realizzato. Non il bipartitismo (com’è ovvio, dato che non è cosa da Europa, ma la misura è clamorosa: con l’ultimo voto Pd più Pdl conquistano la metà dei votanti e un terzo degli elettori). Non la “vocazione maggioritaria” (magari la vocazione c’era, ma il Pd poi non ha preso i voti). Ma al fondo c’è altro e di più.
Non era vero che in Europa il socialismo, che pure attraversa una innegabile crisi, è un cane morto. Non è vero che basta mettersi sotto le bandiere del Nuovo e del Moderno per entrare nel futuro. Non è vero che la sinistra deve scolorare fino all’insignificanza intellettuale, e andare al centro, se vuole governare, secondo quell’idea di Left of Center che fu di Blair (e che ho visto con sorpresa radicalmente contestata, ora, da Massimo D’Alema in una conferenza alla London school of economics).
Non è vero, come ci spalanca di fronte agli occhi la crisi globale del capitalismo finanziario predatorio della nostra età, che il mercato si autoregola, e che dunque il conflitto sociale è roba dell’Ottocento. Aggiungo che si pone in termini assolutamente inediti la stessa “questione cattolica”, causa la deriva anticonciliare della Chiesa che l’attuale Papa, Joseph Ratzinger, reazionario e neotridentino, sta portando alle estreme conseguenze.
Alle ultime elezioni la Lega si rafforza più di chiunque altro (particolarmente in Veneto e nelle regioni rosse). Il Pdl perde voti, e tuttavia la coppia vincente risulta esattamente la Berlusconi-Bossi. Perché? Perchè dunque non si è aperta una crisi del berlusconismo, con tutto quello che si è visto e sentito, di Berlusconi e della sua corte, in questi mesi, e le prepotenze, e l’informazione imbavagliata, e gli abusi del potere, e la crisi economica, le famiglie che stentano e il lavoro che manca, e il massacro delle nuove generazioni…
Ma semplicemente perché, com’è noto, la rappresentazione della realtà resta sempre per un certo tempo più forte della realtà medesima, e idee, pregiudizi, ideologie , miti diventano, una volta costruiti –e Dio sa se, anche grazie a noi, l’uomo non ne ha i mezzi materiali!- tenacissime persistenze. Il Senso Comune è sempre la prima potenza politica. E, soprattutto nella società dell’informazione, i bassi profili, le mezze parole, le posizioni “moderate” diventano invisibili. Partiti e movimenti che non riescono più a creare senso comune, sono finiti.
A sinistra, una debole cultura critica, un malinteso senso della moderazione e del “centrismo” programmatico, ha prodotto una politica debole. Il paradosso è che in Italia l’opposizione è ragionevolmente “riformista”, mentre la destra di governo si autodetermina come fieramente “rivoluzionaria”. Alla fine, la politica si parla nella lingua della destra, padrona delle parole e dell’agenda pubblica. Sua è persino la potenza dell’antonomasia.
Se si dice “riforme “, tutti, ma proprio tutti, per antonomasia fanno correre ormai il pensiero ad un solo elenco: Costituzione, istituzioni, giustizia, presidenzialismo, federalismo, intercettazioni etc. Eppure mai come oggi si è posta l’esigenza di una –questa sì- Grande Riforma del sistema globale (lavoro, finanza, mercati, ambiente, con quel che segue in termini di diritti, giustizia e libertà umana), di portata più grande di quella che, tra gli anni Trenta e il dopoguerra, portò al “compromesso socialdemocratico” e allo Stato sociale.
Bisogna proprio aspettare Guido Rossi (in una intervista titolata da Repubblica:”Il capitalismo resta malato, nuove regole o sarà la fine”), per avere accesso al dibattito americano e sentir per esempio citato Richard Posner, il quale nel suo “La crisi della democrazia capitalista” sostiene che l’attuale crisi economica sta diventando crisi della democrazia? E’ proprio impossibile cambiare agenda? O imporre, nella società prima ancora che nelle istituzioni, temi che soli costituiscono la ragion d’essere di una sinistra e di un centrosinistra?
Cari amici e compagni, non bisogna forse allora tornare ai fondamenti? Una strategia di sopravvivenza porta alla sicura disfatta. Occorre reagire. E ci vuole coraggio. Personalità adulte, se si accorgono di aver fatto passi sbagliati, tornano sui loro passi, o cambiano strada. Passi sbagliati, sul piano politico e su quello culturale, ne abbiamo fatti. Dunque?
In Ungheria, i costumi tradizionali prevedono camicie con lunghissime file di bottoni. C’è un detto: “Se, abbottonando l’ultimo bottone, ti accorgi di avere sbagliato il primo, c’è una sola cosa da fare: sbottonare tutto, e ricominciare da capo”. Forse la sinistra e il centrosinistra devono provare a ricominciare proprio da lì, dal primo bottone nell’asola sbagliata. Tutto sommato, parliamo di scelte e assetti piuttosto recenti, e non dovrebbe essere un’impresa impossibile ripensarli, per curare la malattia mortale del Paese: l’assenza di una alternativa.
Cari compagni e amici del Partito democratico, proviamo a riformulare il progetto. Idee, assetti, struttura del nostro campo. Bisogna desiderare molto per ottenere qualcosa. Desiderare per il nostro Paese, naturalmente, e non per noi stessi.
Fabio Mussi
http://www.sinistraecologialiberta.it/vetrina/fabio-mussi-lettera-aperta-agli-amici-del-pd
Cari compagni e amici, dopo il biennio 2008-2010, dopo le elezioni politiche, amministrative, europee e regionali, se le cose restano così fino al prossimo voto del (forse) 2013 , se non si muove qualcosa nel nostro campo, il trionfo della destra è assicurato, e si sarà infine realizzato il disegno di un’Italia divisa, un’Italia clericale e xenofoba, populista e mafiosa, vandeana e cesarista. Una perfetta società classista, dove i cittadini saranno sottoposti alla legge, i potenti e i governanti no; dove sempre più i poveri pagheranno le tasse e i ricchi no; dove avranno un futuro certo solo i figli delle caste. Dove il lavoro sarà la merce più vile. Così si saranno gettate al vento conquiste centenarie e l’opera delle generazioni antifasciste che hanno edificato la Repubblica democratica. Credo che avvertiamo tutti la responsabilità di fermare la valanga.
Ciò obbliga prima di tutto a riflettere sugli errori e a correggerli. Rapidamente, perché il tempo stringe. Poco più di due anni fa –due anni fa!- il centrosinistra aveva il governo nazionale (sia pure con un soffio di maggioranza parlamentare), amministrava tre quarti dei Comuni e delle Provincie, governava quattordici Regioni su venti. Tutto rovesciato. Che cosa è successo? E’ cambiata radicalmente la formazione economico-sociale, si sono sovvertiti d’un colpo gli assetti dell’intera Nazione? Nel lampo di pochi mesi?
Seguo il dibattito post-voto, animato da qualche riflessione interessante (come quelle di Nadia Urbinati e di Alfredo Reichlin apparse sull’Unità), ma agitato da umori angosciosissimi: “giovani” contro “vecchi”, neoeletti regionali contro i “fighetti” di Roma, auspicatori di “leghe di sinistra”, importanti amministratori locali che si danno reciprocamente del “vile” e del “carrierista”, precedenti stati maggiori, già destituiti per la responsabilità di precedenti sconfitte, che mettono sotto accusa i successori per le sconfitte successive… Per favore. Per favore. Ci devono pur essere più profonde radici del problema, e soluzioni più alte.
Pongo un quesito: qual è stata in questi anni, a sinistra e nel centrosinistra, la novità? La novità è stata la nascita del Partito democratico. Lo riconosco, poteva essere suggestiva l’idea di una fusione della cultura di matrice socialista con quella di matrice cattolico-democratica. Non voglio ora disputare su quanto fosse restato vivo dell’una e dell’altra, in questo primo decennio del nuovo secolo. Ma è certo che la fusione non ha funzionato. Il tentativo è fallito –di questo si tratta.
E il fallimento del progetto del Partito democratico ha portato tutto il centrosinistra, tutto il campo democratico e di sinistra in un vicolo cieco. Berlusconi e la Lega hanno dilagato, e, con una opposizione debole e un’alternativa allo stato dei fatti improbabile, si muovono adesso rapidi e risoluti.
Il punto, cari amici e compagni, è che non uno dei presupposti su cui doveva reggersi il progetto del Pd si è realizzato. Non il bipartitismo (com’è ovvio, dato che non è cosa da Europa, ma la misura è clamorosa: con l’ultimo voto Pd più Pdl conquistano la metà dei votanti e un terzo degli elettori). Non la “vocazione maggioritaria” (magari la vocazione c’era, ma il Pd poi non ha preso i voti). Ma al fondo c’è altro e di più.
Non era vero che in Europa il socialismo, che pure attraversa una innegabile crisi, è un cane morto. Non è vero che basta mettersi sotto le bandiere del Nuovo e del Moderno per entrare nel futuro. Non è vero che la sinistra deve scolorare fino all’insignificanza intellettuale, e andare al centro, se vuole governare, secondo quell’idea di Left of Center che fu di Blair (e che ho visto con sorpresa radicalmente contestata, ora, da Massimo D’Alema in una conferenza alla London school of economics).
Non è vero, come ci spalanca di fronte agli occhi la crisi globale del capitalismo finanziario predatorio della nostra età, che il mercato si autoregola, e che dunque il conflitto sociale è roba dell’Ottocento. Aggiungo che si pone in termini assolutamente inediti la stessa “questione cattolica”, causa la deriva anticonciliare della Chiesa che l’attuale Papa, Joseph Ratzinger, reazionario e neotridentino, sta portando alle estreme conseguenze.
Alle ultime elezioni la Lega si rafforza più di chiunque altro (particolarmente in Veneto e nelle regioni rosse). Il Pdl perde voti, e tuttavia la coppia vincente risulta esattamente la Berlusconi-Bossi. Perché? Perchè dunque non si è aperta una crisi del berlusconismo, con tutto quello che si è visto e sentito, di Berlusconi e della sua corte, in questi mesi, e le prepotenze, e l’informazione imbavagliata, e gli abusi del potere, e la crisi economica, le famiglie che stentano e il lavoro che manca, e il massacro delle nuove generazioni…
Ma semplicemente perché, com’è noto, la rappresentazione della realtà resta sempre per un certo tempo più forte della realtà medesima, e idee, pregiudizi, ideologie , miti diventano, una volta costruiti –e Dio sa se, anche grazie a noi, l’uomo non ne ha i mezzi materiali!- tenacissime persistenze. Il Senso Comune è sempre la prima potenza politica. E, soprattutto nella società dell’informazione, i bassi profili, le mezze parole, le posizioni “moderate” diventano invisibili. Partiti e movimenti che non riescono più a creare senso comune, sono finiti.
A sinistra, una debole cultura critica, un malinteso senso della moderazione e del “centrismo” programmatico, ha prodotto una politica debole. Il paradosso è che in Italia l’opposizione è ragionevolmente “riformista”, mentre la destra di governo si autodetermina come fieramente “rivoluzionaria”. Alla fine, la politica si parla nella lingua della destra, padrona delle parole e dell’agenda pubblica. Sua è persino la potenza dell’antonomasia.
Se si dice “riforme “, tutti, ma proprio tutti, per antonomasia fanno correre ormai il pensiero ad un solo elenco: Costituzione, istituzioni, giustizia, presidenzialismo, federalismo, intercettazioni etc. Eppure mai come oggi si è posta l’esigenza di una –questa sì- Grande Riforma del sistema globale (lavoro, finanza, mercati, ambiente, con quel che segue in termini di diritti, giustizia e libertà umana), di portata più grande di quella che, tra gli anni Trenta e il dopoguerra, portò al “compromesso socialdemocratico” e allo Stato sociale.
Bisogna proprio aspettare Guido Rossi (in una intervista titolata da Repubblica:”Il capitalismo resta malato, nuove regole o sarà la fine”), per avere accesso al dibattito americano e sentir per esempio citato Richard Posner, il quale nel suo “La crisi della democrazia capitalista” sostiene che l’attuale crisi economica sta diventando crisi della democrazia? E’ proprio impossibile cambiare agenda? O imporre, nella società prima ancora che nelle istituzioni, temi che soli costituiscono la ragion d’essere di una sinistra e di un centrosinistra?
Cari amici e compagni, non bisogna forse allora tornare ai fondamenti? Una strategia di sopravvivenza porta alla sicura disfatta. Occorre reagire. E ci vuole coraggio. Personalità adulte, se si accorgono di aver fatto passi sbagliati, tornano sui loro passi, o cambiano strada. Passi sbagliati, sul piano politico e su quello culturale, ne abbiamo fatti. Dunque?
In Ungheria, i costumi tradizionali prevedono camicie con lunghissime file di bottoni. C’è un detto: “Se, abbottonando l’ultimo bottone, ti accorgi di avere sbagliato il primo, c’è una sola cosa da fare: sbottonare tutto, e ricominciare da capo”. Forse la sinistra e il centrosinistra devono provare a ricominciare proprio da lì, dal primo bottone nell’asola sbagliata. Tutto sommato, parliamo di scelte e assetti piuttosto recenti, e non dovrebbe essere un’impresa impossibile ripensarli, per curare la malattia mortale del Paese: l’assenza di una alternativa.
Cari compagni e amici del Partito democratico, proviamo a riformulare il progetto. Idee, assetti, struttura del nostro campo. Bisogna desiderare molto per ottenere qualcosa. Desiderare per il nostro Paese, naturalmente, e non per noi stessi.
Fabio Mussi
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lunedì 12 aprile 2010
Complimenti a Tonino Falco per la vittoria e onore delle armi a Simone Monopoli
Una manciata di voti alla fine hanno dato la vittoria a Tonino Falco. A lui vanno ovviamente i complimenti per una vittoria non facile.. ha azzeccato le mosse di contenere i danni a Pascarola e di recuperare circa 200 voti nel Parco Verde che, visto il divario esiguo, sono stati decisivi. A Simone Monopoli va come è giusto che sia l’onore delle armi. Si presentava con uno schieramento meno forte e strutturato, ha perso per una manciata di voti non riuscendo (e questo è il segreto del ballottaggio) a riportare a far votare per lui le persone che lo avevano votato al primo turno.
Archiviate ora le elezioni, c’è un Sindaco ed una maggioranza che devono governare e devono affrontare i temi irrisolti da quattro anni a questa parte. Ma c’è un opposizione che ha un ruolo altrettanto importante da svolgere e che, con grande maturità, deve saper orientare alla denuncia quando lo riterrà, ma deve saper dare anche un contributo fondamentale sui grandi temi/problemi di Caivano. Prima avremo questa maturità e meglio sarà per tutti.
Velocità di decisione ed efficacia sono i due parametri di riferimento del metodo da assumere. Per fare questo il nuovo Sindaco, Tonino Falco, deve riuscire a risolvere il nodo del “processo decisionale”: chi decide? In quale organismo? Nel consiglio comunale, nella giunta, in sede politica? Guai a trascurare il “governo” del consiglio comunale da un lato e il coinvolgimento dei partiti politici della coalizione dall’altro.
La filiera decisionale, a mio avviso, dovrebbe essere più o meno la seguente: imput politici, atti d’indirizzo in consiglio comunale, esecutività alla giunta e al Sindaco, verifica delle attuazioni in consiglio comunale, “question time” pubblici, trasparenza nel trasmettere via radio e via televisione i consigli comunali.
Ma come si fa a conciliare i rituali di una democrazia partecipata e la velocità e la efficacia delle decisioni?
E’ tutto qui il nodo della governabilità. Un sindaco bravo deve riuscire esattamente a far quadrare questo cerchio.
Ma quali sono i problemi da affrontare con determinazione subito?
La questione ambientale: ancora ieri Roberto Saviano, nella trasmissione di Fabio Fazio, “che tempo che fa”, ha rilanciato il grido d’allarme sulla salute dei nostri territori e dei nostri cittadini dopo l’avvelenamento da rifiuti tossici fatto dalla camorra. Bonifiche e controllo del territorio sono il punto d’attacco rispetto ai quali non servono “pannicelli caldi” ma decisioni forti, così come sul controllo dell’aria, della falda acquifera e dell’inquinamento elettromagnetico. Un’attenzione particolare alle emissioni delle auto che ormai “occupano” la nostra cittadina, oltre che la nostra vita.
La questione legalità: lotta alla macro e micro criminalità che deve trovare una costante collaborazione tra l’Amministrazione comunale e le forze dell’ordine che devono presidiare il territorio sia come presenza che come intelligence. Contemporanemente il massimo dell’investimento in scuola, cultura, giovani.
La questione lavoro e sviluppo: subito un atto d’indirizzo sulla questione urbanistica che chiarisca alcune incongruenze tra regolamento edilizio e norme tecniche di attuazione; nuovo piano regolatore che recuperi le zone B e dia strumenti attuativi più forti per quelle C; piani di recupero del centro storico e delle zone ex abusive; sblocco delle aree libere nell’ASI; grandi centri commerciali specializzati connessi e che siano da volano e non affossino l’economia locale; grande rilancio dell’agricoltura e del piccolo commercio specializzato.
La questione economico-finanziaria: qualche giorno fa moltissimi sindaci del nord, di tutti i colori politici, hanno manifestato a Milano contro il governo per i tagli dei finanziamenti ai comuni e per il blocco legato al “patto di stabilità” che blocca finanche le spese per investimento. La questione economico finanziaria del Comune di Caivano è sicuramente complicata, già per poter fare le semplici manutenzione, figuriamoci per gli investimenti. Il rischio, se non si affronta questo nodo è quello del famoso proverbio: “senza soldi non si cantano messe”. Bisogna mettere ordine in quei conti, ma i soldi vanno cercati nell’ambito dei fondi strutturali (POR Campania Agenda 2007-2013). Ma per attivare quei fondi ci vuole una idea chiara sulla “città futura” e progetti coerenti (che per essere validi vanno pagati). Bisogna trovare e investire un milione di euro in progetti… altrimenti ogni speranza di una città più vivibile si rivelerà velleitaria e destinata al naufragio…
Ribadisco il problema non era e non è solo vincere ma era ed è soprattutto governare….
In bocca al lupo Tonino…
Archiviate ora le elezioni, c’è un Sindaco ed una maggioranza che devono governare e devono affrontare i temi irrisolti da quattro anni a questa parte. Ma c’è un opposizione che ha un ruolo altrettanto importante da svolgere e che, con grande maturità, deve saper orientare alla denuncia quando lo riterrà, ma deve saper dare anche un contributo fondamentale sui grandi temi/problemi di Caivano. Prima avremo questa maturità e meglio sarà per tutti.
Velocità di decisione ed efficacia sono i due parametri di riferimento del metodo da assumere. Per fare questo il nuovo Sindaco, Tonino Falco, deve riuscire a risolvere il nodo del “processo decisionale”: chi decide? In quale organismo? Nel consiglio comunale, nella giunta, in sede politica? Guai a trascurare il “governo” del consiglio comunale da un lato e il coinvolgimento dei partiti politici della coalizione dall’altro.
La filiera decisionale, a mio avviso, dovrebbe essere più o meno la seguente: imput politici, atti d’indirizzo in consiglio comunale, esecutività alla giunta e al Sindaco, verifica delle attuazioni in consiglio comunale, “question time” pubblici, trasparenza nel trasmettere via radio e via televisione i consigli comunali.
Ma come si fa a conciliare i rituali di una democrazia partecipata e la velocità e la efficacia delle decisioni?
E’ tutto qui il nodo della governabilità. Un sindaco bravo deve riuscire esattamente a far quadrare questo cerchio.
Ma quali sono i problemi da affrontare con determinazione subito?
La questione ambientale: ancora ieri Roberto Saviano, nella trasmissione di Fabio Fazio, “che tempo che fa”, ha rilanciato il grido d’allarme sulla salute dei nostri territori e dei nostri cittadini dopo l’avvelenamento da rifiuti tossici fatto dalla camorra. Bonifiche e controllo del territorio sono il punto d’attacco rispetto ai quali non servono “pannicelli caldi” ma decisioni forti, così come sul controllo dell’aria, della falda acquifera e dell’inquinamento elettromagnetico. Un’attenzione particolare alle emissioni delle auto che ormai “occupano” la nostra cittadina, oltre che la nostra vita.
La questione legalità: lotta alla macro e micro criminalità che deve trovare una costante collaborazione tra l’Amministrazione comunale e le forze dell’ordine che devono presidiare il territorio sia come presenza che come intelligence. Contemporanemente il massimo dell’investimento in scuola, cultura, giovani.
La questione lavoro e sviluppo: subito un atto d’indirizzo sulla questione urbanistica che chiarisca alcune incongruenze tra regolamento edilizio e norme tecniche di attuazione; nuovo piano regolatore che recuperi le zone B e dia strumenti attuativi più forti per quelle C; piani di recupero del centro storico e delle zone ex abusive; sblocco delle aree libere nell’ASI; grandi centri commerciali specializzati connessi e che siano da volano e non affossino l’economia locale; grande rilancio dell’agricoltura e del piccolo commercio specializzato.
La questione economico-finanziaria: qualche giorno fa moltissimi sindaci del nord, di tutti i colori politici, hanno manifestato a Milano contro il governo per i tagli dei finanziamenti ai comuni e per il blocco legato al “patto di stabilità” che blocca finanche le spese per investimento. La questione economico finanziaria del Comune di Caivano è sicuramente complicata, già per poter fare le semplici manutenzione, figuriamoci per gli investimenti. Il rischio, se non si affronta questo nodo è quello del famoso proverbio: “senza soldi non si cantano messe”. Bisogna mettere ordine in quei conti, ma i soldi vanno cercati nell’ambito dei fondi strutturali (POR Campania Agenda 2007-2013). Ma per attivare quei fondi ci vuole una idea chiara sulla “città futura” e progetti coerenti (che per essere validi vanno pagati). Bisogna trovare e investire un milione di euro in progetti… altrimenti ogni speranza di una città più vivibile si rivelerà velleitaria e destinata al naufragio…
Ribadisco il problema non era e non è solo vincere ma era ed è soprattutto governare….
In bocca al lupo Tonino…
mercoledì 7 aprile 2010
Democrazia delle clientele di Francesco De Notaris
da la Repubblica — 06 aprile 2010 pagina 8 sezione: NAPOLI
Gli esponenti nazionali dei partiti commentano i risultati elettorali adottando criteri che si riferiscono alla normale percezione degli elettori che credono nella competizione tra un centrodestra e un centrosinistra come viene rappresentata, quasi per tranquillizzare l' elettorato, all' interno di un processo definito democratico. Si sorvola o si tace su liste "atipiche" o "di disturbo" e sulle vere motivazioni che fanno pendere l' ago della bilancia da un lato o dall' altro. Si tende poi a comunicare l' idea che l' innovatore è il vincitore, il cattivo amministratore è il perdente e che l' elettore ha capito sempre tutto, se ha votato dalla stessa parte del politico commentatore di turno. Desidero brevemente fotografare il "caso Campania", senza entrare in giudizi sulla amministrazione regionale e senza dare numeri. Lascio alla immaginazione del lettore ogni considerazione. Mi rendo conto che il ragionamento è esposto a ogni forma di critica e precisazione, ma a me interessa la conclusione intorno alla quale chiederei commenti adeguati. Documento gli schieramenti presenti nelle elezioni regionali del 2005 e in quelle del 2010. 2005: per Bassolino - Margherita, Ds, Udeur, Sdi, Rif. Com., Verdi, Comunisti it., Idv, Repubblicani, Democ. Federalista, Rep. europei, Governo civico. Totale: 63.9 per cento. 2005: per Bocchino - Fi, An, Udc, Nuovo Psi, Pri, Part. Pensionati, Mov. Soc. Totale: 33.6. 2010: per De Luca - Pd, Idv, Campania Libera, Sinistra Ecologia e Libertà, Alleanza per l' Italia, Verdi, Lista Bonino. Totale: 36.2. 2010: per Caldoro - Pdl, Udc, Udeur, Alleanza di popolo, Noi Sud, Alleanza di centro, La Destra, Lista per Caldoro. Totale: 60.2. La coalizione presieduta da Bassolino dal 2005 al 2010 è la stessa che vinse nel 2000 con il 53.6. Da quelle coalizioni nell' ultimo anno l' Udeur è uscito ed è andato nel centrodestra. Dal Pd è andato nell' Udc De Mita con altri esponenti. L' area della sinistra ha presentato un proprio candidato alla presidenza ed un altro è stato presentato da Grillo. In sostanza una parte della coalizione di centrosinistra che ha governato la Campania per nove anni si è trasferita con gli stessi esponenti nel centrodestra. Ad esempio, chi ha governato la sanità della Campania per nove anni oggi si appresta a governarla nel centrodestra. Gli esponenti dell' Udeur che sono stati assessori e presidenti del consiglio regionale ora sono con il centrodestra. Si apre la questione del trasformismo, il grande male del Sud, come nell' insegnamento dei grandi meridionalisti. Si apre la questione della trasmigrazione delle clientele. Si apre la questione della spesa pubblica e della sua distribuzione alle categorie parassitarie. In Campania, due giorni prima delle elezioni, molti esponenti del mondo della medicina sono andati a genuflettersi portando in dono voti e fedeltà (sempre per il momento) a quello che si pensava diventasse il nuovo presidente. Abbiamo in Campania, nel Sud, ma ormai in tutta Italia una struttura sociale che non è alimentata da una sana democrazia. L' amministratore eletto con il burocrate di turno dispone arbitrariamente delle risorse pubbliche. Se cambiano gli amministratori pezzi di società temono di non lavorare. L' accesso alle risorse pubbliche per lo sviluppo dovrebbe essere pubblico, godere di imparzialità e non essere sottoposto all' arbitrio, alle amicizie, alle appartenenze. Provate a presentare un progetto, a proporre un' idea, a fare teatro, a tentare percorsi innovativi, a produrre anche un cortometraggio e a voler lecitamente godere delle provvidenze e dei contributi previsti dalle leggi. Provate a farlo nel nostro Sud. Provate ad accedere ai ministeri. Vi chiederanno chi vi manda. Attenderanno la telefonata importante. Chiederanno di ricevere un grazie. Le idee di sinistrao di destrao di centro non hanno rilevanza, anzi non ci sono... Esistono i patti tra pochi, in base alle amicizie e alle appartenenze. Le idee, lo stesso democratico dissenso non si esprime democraticamente, è silenzioso ed emerge all' improvviso e non sempre nel voto, nelle fulminee trasmigrazioni dei politici quando c' è odore di elezione. Le istituzioni con la loro neutralità, il senso dello Stato sono assenti. Gli eletti trasferiscono nelle istituzioni logiche di bande, di clan, di quelli che vengono chiamati "partiti" senza esserlo, e si sprecano i conflitti di interesse e il desiderio dell' arricchimento illecito attraverso il pubblico denaro. All' interno di un grande Sistema (leggere Roberto Saviano) si costituisce un sistema contrappostoa un altro e insieme fanno parte del grande Sistema (sempre leggere Saviano). E la chiamano democrazia... L' autore è direttore del Bollettino delle Assise della Città di Napoli . - FRANCESCO DE NOTARIS
Gli esponenti nazionali dei partiti commentano i risultati elettorali adottando criteri che si riferiscono alla normale percezione degli elettori che credono nella competizione tra un centrodestra e un centrosinistra come viene rappresentata, quasi per tranquillizzare l' elettorato, all' interno di un processo definito democratico. Si sorvola o si tace su liste "atipiche" o "di disturbo" e sulle vere motivazioni che fanno pendere l' ago della bilancia da un lato o dall' altro. Si tende poi a comunicare l' idea che l' innovatore è il vincitore, il cattivo amministratore è il perdente e che l' elettore ha capito sempre tutto, se ha votato dalla stessa parte del politico commentatore di turno. Desidero brevemente fotografare il "caso Campania", senza entrare in giudizi sulla amministrazione regionale e senza dare numeri. Lascio alla immaginazione del lettore ogni considerazione. Mi rendo conto che il ragionamento è esposto a ogni forma di critica e precisazione, ma a me interessa la conclusione intorno alla quale chiederei commenti adeguati. Documento gli schieramenti presenti nelle elezioni regionali del 2005 e in quelle del 2010. 2005: per Bassolino - Margherita, Ds, Udeur, Sdi, Rif. Com., Verdi, Comunisti it., Idv, Repubblicani, Democ. Federalista, Rep. europei, Governo civico. Totale: 63.9 per cento. 2005: per Bocchino - Fi, An, Udc, Nuovo Psi, Pri, Part. Pensionati, Mov. Soc. Totale: 33.6. 2010: per De Luca - Pd, Idv, Campania Libera, Sinistra Ecologia e Libertà, Alleanza per l' Italia, Verdi, Lista Bonino. Totale: 36.2. 2010: per Caldoro - Pdl, Udc, Udeur, Alleanza di popolo, Noi Sud, Alleanza di centro, La Destra, Lista per Caldoro. Totale: 60.2. La coalizione presieduta da Bassolino dal 2005 al 2010 è la stessa che vinse nel 2000 con il 53.6. Da quelle coalizioni nell' ultimo anno l' Udeur è uscito ed è andato nel centrodestra. Dal Pd è andato nell' Udc De Mita con altri esponenti. L' area della sinistra ha presentato un proprio candidato alla presidenza ed un altro è stato presentato da Grillo. In sostanza una parte della coalizione di centrosinistra che ha governato la Campania per nove anni si è trasferita con gli stessi esponenti nel centrodestra. Ad esempio, chi ha governato la sanità della Campania per nove anni oggi si appresta a governarla nel centrodestra. Gli esponenti dell' Udeur che sono stati assessori e presidenti del consiglio regionale ora sono con il centrodestra. Si apre la questione del trasformismo, il grande male del Sud, come nell' insegnamento dei grandi meridionalisti. Si apre la questione della trasmigrazione delle clientele. Si apre la questione della spesa pubblica e della sua distribuzione alle categorie parassitarie. In Campania, due giorni prima delle elezioni, molti esponenti del mondo della medicina sono andati a genuflettersi portando in dono voti e fedeltà (sempre per il momento) a quello che si pensava diventasse il nuovo presidente. Abbiamo in Campania, nel Sud, ma ormai in tutta Italia una struttura sociale che non è alimentata da una sana democrazia. L' amministratore eletto con il burocrate di turno dispone arbitrariamente delle risorse pubbliche. Se cambiano gli amministratori pezzi di società temono di non lavorare. L' accesso alle risorse pubbliche per lo sviluppo dovrebbe essere pubblico, godere di imparzialità e non essere sottoposto all' arbitrio, alle amicizie, alle appartenenze. Provate a presentare un progetto, a proporre un' idea, a fare teatro, a tentare percorsi innovativi, a produrre anche un cortometraggio e a voler lecitamente godere delle provvidenze e dei contributi previsti dalle leggi. Provate a farlo nel nostro Sud. Provate ad accedere ai ministeri. Vi chiederanno chi vi manda. Attenderanno la telefonata importante. Chiederanno di ricevere un grazie. Le idee di sinistrao di destrao di centro non hanno rilevanza, anzi non ci sono... Esistono i patti tra pochi, in base alle amicizie e alle appartenenze. Le idee, lo stesso democratico dissenso non si esprime democraticamente, è silenzioso ed emerge all' improvviso e non sempre nel voto, nelle fulminee trasmigrazioni dei politici quando c' è odore di elezione. Le istituzioni con la loro neutralità, il senso dello Stato sono assenti. Gli eletti trasferiscono nelle istituzioni logiche di bande, di clan, di quelli che vengono chiamati "partiti" senza esserlo, e si sprecano i conflitti di interesse e il desiderio dell' arricchimento illecito attraverso il pubblico denaro. All' interno di un grande Sistema (leggere Roberto Saviano) si costituisce un sistema contrappostoa un altro e insieme fanno parte del grande Sistema (sempre leggere Saviano). E la chiamano democrazia... L' autore è direttore del Bollettino delle Assise della Città di Napoli . - FRANCESCO DE NOTARIS
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sabato 3 aprile 2010
Caivano (non) sarà…
Archiviato il primo turno di queste elezioni amministrative, ci ritroviamo con macerie a sinistra e con un ballottaggio, ampiamente previsto, tra Tonino Falco e Simone Monopoli, tra un centro disomogeneo e una destra ancora troppo inesperta.
Ma andiamo con ordine. Sconfitta, senza appelli, mia e di Sinistra, Ecologia e Libertà, puniti, credo, per essere andati da soli un’altra volta, puniti per la pervicacia di voler essere “duri e puri” in solitario, penalizzati da una legge elettorale che favorisce le aggregazioni. Resteremo, quindi, fuori dal prossimo Consiglio comunale, al di là dei meriti e/o dei demeriti connessi alla nostra storia personale e collettiva, politica e di impegno sociale. Ma si sa, come diceva il Principe Salina nel bellissimo romanzo di Tomasi di Lampedusa “oggi non è più il tempo dei gattopardi..ma delle iene..”. In ogni caso, siamo andati incontro alle difficoltà consapevoli del fatto che c’è una dignità anche nella sconfitta e che l’unica battaglia persa davvero è quella che non si è disposti a combattere. Esce male anche il PD con i suoi alleati, IdV e RC, perché, avevamo ragione da vendere, è stata sbagliata l’intera trattativa condotta da quel gruppo dirigente fino all’errore fatale di indicare un candidato Sindaco non “riconoscibile” né come identità politica, né territoriale, determinando un ulteriore divisione a sinistra. Bisognerà, spero, ricostruire quel muro caduto e ripartire da un lavoro di riradicamento territoriale che, senza scorciatoie, ricostruisca un’alternativa nuova tra cinque anni.
E veniamo al ballottaggio. Merito ai due candidati sindaci e ai loro schieramenti l’essere riusciti a catalizzare e a polarizzare i voti. Avevano più credibilità nell’andare al ballottaggio e i cittadini hanno colto questa tendenza e l’hanno rafforzata. Ma resta per intero il tema che abbiamo lanciato in campagna elettorale: il governo della città. Si può vincere, ma è più importante governare. Tonino Falco non sembra avere il carisma di chi “decide” autonomamente e sembra più succube del suo schieramento e dei meccanismi di potere che gli sono sottesi. Troppi interessi edilizi e soprattutto interessi eterogenei e contrastanti. Monopoli, sicuramente più “scafato” ha una coalizione meno esperta, meno politicamente preparata e consolidata, capace di reggere all’urto fisico e psicologico della tenuta complessiva sul piano politico e amministrativo.
Il rischio, evidente, è per entrambi di non riuscire a governare. E questo sarebbe una ulteriore iattura per Caivano e i caivanesi.
Sinistra, Ecologia e Libertà ha ragionato molto sul “che fare?”, e, per quanto ci siamo sforzati non siamo riusciamo a individuare, in questo ballottaggio, una prospettiva utile per Caivano.
Noi continueremo, anche fuori dal Consiglio comunale, a fare la nostra battaglia per una sinistra moderna che ha un’idea diversa di città e della nostra vita personale e collettiva.. Bisognerà costruire un nuovo vocabolario e una nuova narrazione… lo dovremo fare soprattutto con i giovani….
Quindi libertà di voto ai nostri iscritti e ai nostri elettori con l’amara considerazione dopo anni di impegno che, purtroppo, ahinoi, il rischio vero è che Caivano (non) sarà…..
Ma andiamo con ordine. Sconfitta, senza appelli, mia e di Sinistra, Ecologia e Libertà, puniti, credo, per essere andati da soli un’altra volta, puniti per la pervicacia di voler essere “duri e puri” in solitario, penalizzati da una legge elettorale che favorisce le aggregazioni. Resteremo, quindi, fuori dal prossimo Consiglio comunale, al di là dei meriti e/o dei demeriti connessi alla nostra storia personale e collettiva, politica e di impegno sociale. Ma si sa, come diceva il Principe Salina nel bellissimo romanzo di Tomasi di Lampedusa “oggi non è più il tempo dei gattopardi..ma delle iene..”. In ogni caso, siamo andati incontro alle difficoltà consapevoli del fatto che c’è una dignità anche nella sconfitta e che l’unica battaglia persa davvero è quella che non si è disposti a combattere. Esce male anche il PD con i suoi alleati, IdV e RC, perché, avevamo ragione da vendere, è stata sbagliata l’intera trattativa condotta da quel gruppo dirigente fino all’errore fatale di indicare un candidato Sindaco non “riconoscibile” né come identità politica, né territoriale, determinando un ulteriore divisione a sinistra. Bisognerà, spero, ricostruire quel muro caduto e ripartire da un lavoro di riradicamento territoriale che, senza scorciatoie, ricostruisca un’alternativa nuova tra cinque anni.
E veniamo al ballottaggio. Merito ai due candidati sindaci e ai loro schieramenti l’essere riusciti a catalizzare e a polarizzare i voti. Avevano più credibilità nell’andare al ballottaggio e i cittadini hanno colto questa tendenza e l’hanno rafforzata. Ma resta per intero il tema che abbiamo lanciato in campagna elettorale: il governo della città. Si può vincere, ma è più importante governare. Tonino Falco non sembra avere il carisma di chi “decide” autonomamente e sembra più succube del suo schieramento e dei meccanismi di potere che gli sono sottesi. Troppi interessi edilizi e soprattutto interessi eterogenei e contrastanti. Monopoli, sicuramente più “scafato” ha una coalizione meno esperta, meno politicamente preparata e consolidata, capace di reggere all’urto fisico e psicologico della tenuta complessiva sul piano politico e amministrativo.
Il rischio, evidente, è per entrambi di non riuscire a governare. E questo sarebbe una ulteriore iattura per Caivano e i caivanesi.
Sinistra, Ecologia e Libertà ha ragionato molto sul “che fare?”, e, per quanto ci siamo sforzati non siamo riusciamo a individuare, in questo ballottaggio, una prospettiva utile per Caivano.
Noi continueremo, anche fuori dal Consiglio comunale, a fare la nostra battaglia per una sinistra moderna che ha un’idea diversa di città e della nostra vita personale e collettiva.. Bisognerà costruire un nuovo vocabolario e una nuova narrazione… lo dovremo fare soprattutto con i giovani….
Quindi libertà di voto ai nostri iscritti e ai nostri elettori con l’amara considerazione dopo anni di impegno che, purtroppo, ahinoi, il rischio vero è che Caivano (non) sarà…..
sabato 27 marzo 2010
venerdì 26 marzo 2010
Grande operazione comunicativa del PD.. peccato sia vietata dalla legge e dall’etica politica
Finalmente la pachidermica e sterile comunicazione del PD e del loro candidato a Sindaco si è mossa e ha segnato un punto importante (tra le altre cose copiando la indicazione delle “strisce” fatte da Sinistra Ecologia e Libertà). Peccato che quanto è stato fatto sia vietato dalla legge e dal bon ton della politica.
L’operazione fatta è semplice: prendi il confronto registrato da Napolinord, estrapoli quello che ti interessa, togli Enzo Falco (come se non esistesse – già c’è stato un precedente con un’intervista di Michelangelo Emione sempre su Napolinord), togli Padricelli, prendi delle cose (parziali, le parti “peggiori”) dette da Monopoli e da Tonino Falco, prendi delle cose (parziali, le parti “migliori”) del tuo candidato sindaco, fai un miscuglio, lo pubblichi e lo commenti con apprezzamenti che dire scorretti sarebbe poco, puntando a far dire al pubblico quello non è buono, quello è il meglio.
Questo è vietato dalla legge, è manipolazione dell’informazione, è scadere complessivamente sul piano dell’etica.
Ma allora il confronto politico elettorale deve essere la solita cosa edulcorata e mielosa dove “volemose tutti bene?”. Assolutamente no! Ma non si fa “eliminando” i candidati e dileggiandone altri… Le immagini non possono e non debbono essere rielaborate, se non con il consenso degli interessati, i commenti negativi vanno fatti al merito delle questioni e non al metodo.. Si può avere un confronto durissimo nei contenuti politici ma corretto sul piano personale.
Io ho atti che potrebbero buttare una luce negativa sul candidato del PD, ma non li ho usati e non li userò solo perché ho sempre creduto nell’etica politica di parlare di programmi e cose da fare, anche perché il giudizio sulle persone e sulla loro capacità lo devono fare liberamente gli elettori…
Peccato, una campagna elettorale iniziata bene rischia di finire male con querele e quant’altro.. cose che non fanno bene alla democrazia… e gettano una luce inquietante sulla prossima legislatura amministrativa...
Intanto non dimentichiamo le regionali.... un appuntamento troppo importante anche per Caivano... votare un caivanese potrebbe essere decisivo..
L’operazione fatta è semplice: prendi il confronto registrato da Napolinord, estrapoli quello che ti interessa, togli Enzo Falco (come se non esistesse – già c’è stato un precedente con un’intervista di Michelangelo Emione sempre su Napolinord), togli Padricelli, prendi delle cose (parziali, le parti “peggiori”) dette da Monopoli e da Tonino Falco, prendi delle cose (parziali, le parti “migliori”) del tuo candidato sindaco, fai un miscuglio, lo pubblichi e lo commenti con apprezzamenti che dire scorretti sarebbe poco, puntando a far dire al pubblico quello non è buono, quello è il meglio.
Questo è vietato dalla legge, è manipolazione dell’informazione, è scadere complessivamente sul piano dell’etica.
Ma allora il confronto politico elettorale deve essere la solita cosa edulcorata e mielosa dove “volemose tutti bene?”. Assolutamente no! Ma non si fa “eliminando” i candidati e dileggiandone altri… Le immagini non possono e non debbono essere rielaborate, se non con il consenso degli interessati, i commenti negativi vanno fatti al merito delle questioni e non al metodo.. Si può avere un confronto durissimo nei contenuti politici ma corretto sul piano personale.
Io ho atti che potrebbero buttare una luce negativa sul candidato del PD, ma non li ho usati e non li userò solo perché ho sempre creduto nell’etica politica di parlare di programmi e cose da fare, anche perché il giudizio sulle persone e sulla loro capacità lo devono fare liberamente gli elettori…
Peccato, una campagna elettorale iniziata bene rischia di finire male con querele e quant’altro.. cose che non fanno bene alla democrazia… e gettano una luce inquietante sulla prossima legislatura amministrativa...
Intanto non dimentichiamo le regionali.... un appuntamento troppo importante anche per Caivano... votare un caivanese potrebbe essere decisivo..
9^ videolettera appello agli imprenditori caivanesi..
l'importante ruolo dell'impresa non può essere svenduto per progetti di piccolo cabotaggio... l'impresa ha bisogno di crescere su un'idea nuova di città...
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mercoledì 24 marzo 2010
videolettera 8 lavoro e sviluppo.avi
il lavoro che manca.. il lavoro che c'era e non c'è più perchè la crisi economica la fanno pagare sempre ai più deboli... la prospettiva di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale...ambientalmente compatibile...
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martedì 23 marzo 2010
Chi li ha visti?
Stamattina ennesimo faccia a faccia tra i candidati sindaci di Caivano, invitati da "Cronache di Napoli". Tutti avevano dato l'OK per la partecipazione, ci siamo ritrovati solo io e Simone Monopoli... sconfortante..
Forse gli altri candidati stavano facendo "voti", ma perchè dare l'adesione e non dire apertamente che non parteciperanno al confronto perchè non li ritengono utili.. Ma utili per che cosa? I confronti, soprattutto se convocati dalla stampa, dai media, servono innnazitutto a fare informazione e a far assumere la responsabilità delle cose che si dicono... ma si sa, qui, nessuno ritiene di dover assumere impegni pubblici.. Fanno più specie (e più voti) gli impegni assunti in privato, anche se è tutto da verificarne il rispetto dopo. Ma che importa.. adesso servono solo ed esclusivamente i voti, per gli impegni (privati) poi si vedrà.. Forse non hanno più argomenti da far valere, forse non li hanno mai avuti.. verrebbe da dire, appunto, "Chi li ha visti?"
Comunque domani ci sarà il resoconto di un bel dibattito fatto tra me e Monopoli su Cronache di Napoli.
Intanto alcune curiosità e amenità di questa campagna elettorale..
Ciccarelli, che non si è visto nemmeno in cartolina, credo nemmeno nel suo stesso Parco Verde, non ha mai partecipato a nessun confronto.. Peccato anche per il giovane Padricelli che ha fatto solo il primo, poi più niente.. eppure questi momenti servono proprio per far crescere politicamente giovani come lui.. Tonino Falco è sempre più concentrato (o distratto) dal "voler far centro" col suo dito birbante.. chissà come farà con la sua armata brancaleone...
Casaburo è un caso patologico e da un messaggio di "doppiezza" politica. Ha messo il tabellone del suo comitato elettorale, giustamente con i simboli dei tre partiti che lo sostengono, vale a dire PD, IdV e Rifondazione Comunista, ma ha messo la sua foto con "l'amico" De Luca (grande manifestazione al Plebiscito che gli consentirà di vincere le elezioni regionali) che per contro non è sostenuto da Rifondazione Comunista. Forse per questo, per ripicca, quest'ultima, nell'iniziativa che farà con Ferrero, non lo ha messo come partecipante nel manifesto che peraltro mancava dell'indicazione del luogo dove si teneva la manifestazione... dilettanti allo sbaraglio e, per giunta, incapaci di gestire correttamente questa contraddizione...
Ma si sa "Chi li ha visti?" non solo per i candidati latitanti.. ma "chi l'ha vista?" la politica, assente da tempo...
Spero che i caivanesi se ne ricordino il 28 e 29 marzo prossimo venturo...
Forse gli altri candidati stavano facendo "voti", ma perchè dare l'adesione e non dire apertamente che non parteciperanno al confronto perchè non li ritengono utili.. Ma utili per che cosa? I confronti, soprattutto se convocati dalla stampa, dai media, servono innnazitutto a fare informazione e a far assumere la responsabilità delle cose che si dicono... ma si sa, qui, nessuno ritiene di dover assumere impegni pubblici.. Fanno più specie (e più voti) gli impegni assunti in privato, anche se è tutto da verificarne il rispetto dopo. Ma che importa.. adesso servono solo ed esclusivamente i voti, per gli impegni (privati) poi si vedrà.. Forse non hanno più argomenti da far valere, forse non li hanno mai avuti.. verrebbe da dire, appunto, "Chi li ha visti?"
Comunque domani ci sarà il resoconto di un bel dibattito fatto tra me e Monopoli su Cronache di Napoli.
Intanto alcune curiosità e amenità di questa campagna elettorale..
Ciccarelli, che non si è visto nemmeno in cartolina, credo nemmeno nel suo stesso Parco Verde, non ha mai partecipato a nessun confronto.. Peccato anche per il giovane Padricelli che ha fatto solo il primo, poi più niente.. eppure questi momenti servono proprio per far crescere politicamente giovani come lui.. Tonino Falco è sempre più concentrato (o distratto) dal "voler far centro" col suo dito birbante.. chissà come farà con la sua armata brancaleone...
Casaburo è un caso patologico e da un messaggio di "doppiezza" politica. Ha messo il tabellone del suo comitato elettorale, giustamente con i simboli dei tre partiti che lo sostengono, vale a dire PD, IdV e Rifondazione Comunista, ma ha messo la sua foto con "l'amico" De Luca (grande manifestazione al Plebiscito che gli consentirà di vincere le elezioni regionali) che per contro non è sostenuto da Rifondazione Comunista. Forse per questo, per ripicca, quest'ultima, nell'iniziativa che farà con Ferrero, non lo ha messo come partecipante nel manifesto che peraltro mancava dell'indicazione del luogo dove si teneva la manifestazione... dilettanti allo sbaraglio e, per giunta, incapaci di gestire correttamente questa contraddizione...
Ma si sa "Chi li ha visti?" non solo per i candidati latitanti.. ma "chi l'ha vista?" la politica, assente da tempo...
Spero che i caivanesi se ne ricordino il 28 e 29 marzo prossimo venturo...
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lunedì 22 marzo 2010
7^ videolettera ai caivanesi... le frazioni
Stasera parliamo di Casolla Valenzano, di Pascarola del Parco Verde... delle periferie che meritano un maggiore attenzione e scelte importanti, perchè ciscun pezzo di una città, di una comunità è importante...
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sabato 20 marzo 2010
Il Professor Giuseppe Costantino fa la sua dichiarazione di voto.........
Caro Enzo, ho riflettuto molto prima di decidere a chi dare il mio voto. Poi ho deciso di votare per te. In verità l’incontro con gli altri candidati mi ha fatto conoscere persone che tutto sommato sembrano corrette e pensose dei problemi di Caivano, ma non sempre mi hanno convinto con le loro posizioni. Qualcuno poi, che risulta tra i favoriti, mi è sembrato un dilettante allo sbaraglio che non conosce la realtà di un paese difficile da governare se non impossibile, sopratutto poi se, nella concretezza delle cose da fare, si debba sviluppare un canovaccio deciso da altri non sempre disinteressati. E mi riferisco al destino delle aree di espansione urbana oggetto di particolari attenzioni speculative e spesso fallimentari per l’evidente antieconomicità delle iniziative e al conseguente immobilismo nel settore edilizio che condanna la nostra economia ad una più acuta stagnazione. Io da uomo di sinistra ( sono socialista e non rinnego tale scelta ),avrei gradito un candidato unico del centro sinistra che avrebbe avuto maggiori possibilità di vincere, ma non sempre quello che è logico è praticabile e perciò sono costretto a prendere atto di una divisione che porterà la sinistra all’opposizione. In verità anche il candidato del PD mi è sembrato volenteroso e dotato di spirito di concretezza, ma alcune cose del suo programma non mi hanno convinto. La prima è l’indicazione di una gardaland a Caivano e la seconda è la posizione sul PRG. Per quanto riguarda il parco del divertimento l’idea non è nuova e neanche originale, sembra ripetere il disegno della Disneiland di Afragola che si è rivelata una grossa bufala ; la seconda poi,con la scelta della difesa delle lottizzazioni convenzionate sostanzia una scelta sciagurata ed immobilistica. Non sembra anche a te che la scelta del PD offre un alibi alle manovre speculative che allo stato trovano diritto di cittadinanza nell’UDC di Tonino Falco? Non sarebbe stato più saggio prendere con decisione la via della difesa degli interessi dei piccoli risparmiatori proprietari di piccoli appezzamenti di terreno e promuoverne il giusto riconoscimento ad edificare una casa per sé e per i propri congiunti? Non si può continuare a difendere uno strumento che, privilegiando l’espansione urbana, condanna il nostro territorio ad essere preda degli speculatori. Come fa il PD di Caivano a non capire che la fuga dei suoi “popolari” potrebbe essere stata motivata da mire simili? Io credo che si debba mettere mano ad un nuovo piano regolatore che privilegi i piani di recupero per quanto attiene il centro storico, per reperire nuove aree di vivibilità del paese e il completamento urbano per quei lotti di poche centinaia di metri quadrati che risultano in proprietà dei cittadini da almeno venti anni. Come vedi si tratta da una parte di promuovere nuove iniziative nel campo edilizio, stimolando l’intervento del risparmio privato, e di tutelare quella parte di territorio che messo a coltura possa ricordare ai caivanesi di vivere ancora nella Campania felix, In Emilia Romagna, valorizzando le potenzialità del territorio, si è dato vita ad una realtà economica di tutto rispetto, perché non fare la stessa cosa a Caivano? Nella nostra terra la coltura del baco da seta, del gelso per il cotone e la canapa potrebbe dare i prodotti migliori al mondo, perché non sfruttare tale potenzialità? Io non faccio più politica, ma spero che altri e meglio di me sappiano riprendere tali temi e rilanciarli nell’interesse di un paese che sembra sull’orlo del collasso. Per questo ho deciso di votarti. Ho apprezzato le tue posizioni sulle cose e spero che anche gli altri cittadini pensosi del destino del paese più che degli interessi di bottega facciano la stessa cosa.
Auguri!
Giuseppe Costantino
Auguri!
Giuseppe Costantino
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venerdì 19 marzo 2010
6^ Videolettera ai Caivanesi.. l'ambiente..
L'incidenza dell'inquinamento ambientale sulla salute dei caivanesi e sulla loro qualità della vita è una delle maggiori preoccupazioni che la prossima amministrazione dovrà avere... soprattutto ci interessa il futuro delle nuove generazioni..
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lunedì 15 marzo 2010
Vendola da Roma.... a Caivano..
Da piazza del Popolo a Roma, sabato scorso, l'idea finalmente di un nuovo centrosinistra che archivi definitivamente l'era berlusconiana... Nichi Vendola ne è uno dei migliori interpreti...
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sabato 13 marzo 2010
legalità e sicurezza...
sicurezza e legalità sono categorie astratte se non si hanno idee chiare su che cosa significano... noi abbiamo idee chiare .... e non scarichiamo responsabilità su "gli altri"... su chi viene fatto diventare capro espiatorio...
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venerdì 12 marzo 2010
Giallo in casa API ( e si sa, con API si vola....)
Chi l'ha visto? Cosa è successo? Che fine ha fatto il senatore Russo? La domanda è legittima perchè è stato davvero strano vedere un manifesto (curioso.. poi spiegherò perchè) con l'establishment di API e non vedere il nome del sen. Russo: c'era nientepopodimenochè Bruno Tabacci (una delle teste più lucide - nel senso dell'intelligenza - del panorama politico italiano, forse uno dei pochi "centristi" che si salvano), poi una sfilza di politici di "media consistenza" con qualche candidato ai vari livelli... Maisto ... ecc.. e Russo? nemmeno sui manifesti? Strano, molto strano... qualcuno dice che è in esilio ad Avellino, dove capeggia la lista alle regionali di API.. qualcun altro dice che "è già in disgrazia!!!".
Sul manifesto invece c'è un rilievo grafico e politico al tempo stesso... perchè Bruno Tabacci in grande, sopra, poi a seguire tutti gli altri.., come in una sorta di piramide capovolta (si sa le piramidi capovolte non reggono.. è la base che deve essere larga sotto) poi piccolissimo in uno spazio abbastanza angusto Pasquale Mennillo, come ad essersi dimenticati di lui per poi recuperarlo in uno spazio residuale. Eppure l'incontro era con i candidati al consiglio comunale di Caivano e con il loro candidato Sindaco, Tonino Falco, che è centrista, ma che non voterà lo stesso candidato presidente alla Regione Campania che vota Maisto che è candidato al Consiglio regionale... che si saranno detto i due?
Mah! misteri della politica locale.. il est toujuor une casinò!!!!
Sul manifesto invece c'è un rilievo grafico e politico al tempo stesso... perchè Bruno Tabacci in grande, sopra, poi a seguire tutti gli altri.., come in una sorta di piramide capovolta (si sa le piramidi capovolte non reggono.. è la base che deve essere larga sotto) poi piccolissimo in uno spazio abbastanza angusto Pasquale Mennillo, come ad essersi dimenticati di lui per poi recuperarlo in uno spazio residuale. Eppure l'incontro era con i candidati al consiglio comunale di Caivano e con il loro candidato Sindaco, Tonino Falco, che è centrista, ma che non voterà lo stesso candidato presidente alla Regione Campania che vota Maisto che è candidato al Consiglio regionale... che si saranno detto i due?
Mah! misteri della politica locale.. il est toujuor une casinò!!!!
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Enzo Falco,
La crisi della politica
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